2023-12-06
Così i terroristi si finanziano con il crowdfunding
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L'ultimo report del Financial Action Task Force (Fatf), l’organismo di vigilanza globale sul riciclaggio di denaro e sulla finanza del terrorismo, lancia l'allarme: gli estremisti violenti raccolgono i fondi tramite enti di beneficenza e organizzazioni no-profit che utilizzano piattaforme di crowdfunding per sfruttare cause umanitarie.La Financial Action Task Force, nota anche con il nome francese Groupe d'Action Financière (Gafi), è un'organizzazione intergovernativa fondata nel 1989 su iniziativa del G7 per sviluppare politiche di lotta al riciclaggio di denaro, è composta da rappresentanti di 39 governi nazionali e organizzazioni regionali e stabilisce standard internazionali per l’integrità finanziaria. Lo scorso ottobre il Gafi ha pubblicato il rapporto sull’utilizzo delle piattaforme di crowdfunding da parte di organizzazioni terroristiche ed estremiste. Il crowdfunding prevede la raccolta di fondi per un progetto o un’impresa, spesso tramite piccole somme donate da un gran numero di contributori attraverso piattaforme dedicate su Internet. Questa attività è del tutto legale e numerose cause meritevoli, startup, piccole imprese e organizzazioni no-profit hanno utilizzato il crowdfunding per ottenere risorse. Tuttavia, la mancanza di trasparenza e l’opacità di alcune piattaforme sommate alla frammentazione dei dati su chi invia e riceve denaro fanno sì che queste piattaforme siano attraenti per le organizzazioni terroristiche e per altri attori illeciti. I terroristi e gli estremisti violenti raccolgono i fondi tramite enti di beneficenza e organizzazioni no-profit che utilizzano piattaforme di crowdfunding per sfruttare cause umanitarie (ad esempio, Gaza o la Siria), approfittando della compassione dei donatori e utilizzando i loro contributi per finanziare le loro operazioni illecite. Gli obiettivi nominali di tale crowdfunding ingannevole potrebbero essere quelli di sostenere eventi sportivi, sostegno sociale o medico, aiuti umanitari o costruire delle infrastrutture ad esempio ospedali. Gli enti di beneficenza che fungono da copertura per le organizzazioni terroristiche possono intraprendere aiuti umanitari dirottando una parte dei fondi per attività terroristiche. Gli esempi sono molti. Nel 2001 l’amministrazione Bush definì la Holy Land Foundation – la più grande organizzazione di beneficenza islamica negli Stati Uniti – un’organizzazione terroristica e ne sequestrò i beni. Nel 2004 un gran giurì federale ha accusato l'organizzazione e cinque ex ufficiali e dipendenti di aver fornito sostegno materiale ad Hamas distribuendo fondi attraverso comitati di beneficenza in Cisgiordania che pagavano stipendi alle famiglie degli attentatori suicidi e ai prigionieri di Hamas. Gli imputati furono condannati nel 2008. Le organizzazioni no-profit talvolta possono anche essere involontariamente sfruttate da organizzazioni terroristiche, soprattutto se operano in luoghi ad alto rischio, diventando vittime di estorsioni o di skimming. Come si legge in un recente report della Foundation for Defense of Democracies (FDD) sono più di 1.400 piattaforme di crowdfunding che operano a livello globale e molte di esse offrono ai donatori la possibilità di donare tramite abbonamento oltre alle donazioni «una tantum». Gli utenti possono anche creare su misura le proprie piattaforme o siti Web di crowdfunding utilizzando applicazioni online o codici open source. I siti di social media e le app di messaggistica consentono agli utenti di connettersi con comunità locali o globali, amplificare il loro messaggio e generare slancio per le loro cause, raggiungendo un numero molto maggiore di potenziali donatori. La direzione esecutiva del Comitato antiterrorismo delle Nazioni Unite ha osservato nel 2022 che per la raccolta fondi sui social media c’è la funzione di «super chat», rappresentata con il simbolo della banconota da un dollaro di YouTube nella schermata della chat. Gli spettatori possono così fare clic su questo simbolo e utilizzare un dispositivo di scorrimento per inviare un importo in dollari specificato allo YouTuber, consentendo agli utenti di donare durante i live streaming.Dodici dei quaranta membri del GAFI hanno notato che i gruppi terroristici, come al-Qaeda e Isis, hanno utilizzato sempre più risorse virtuali nelle iniziative di crowdfunding, soprattutto negli ultimi tre anni e non è un caso che la propaganda dei terroristi sia tornata ad essere fortissima sul web. Tuttavia, l’uso delle nuove tecnologie di pagamento non è esente da rischi per i jihadisti perché convertire asset virtuali in valuta reale non è sempre facile e conveniente. Inoltre, la volatilità degli asset virtuali può introdurre rischi aggiuntivi, come il potenziale di un rapido deprezzamento, che non rappresentano una preoccupazione per coloro che fanno affidamento sulle principali valute. Un recente rapporto di Kharon, società che si occupa di identificare un'ampia gamma di sanzioni e rischi di conformità (fondamentali per la gestione dei crimini finanziari, dell'esposizione alla catena di fornitura, dei controlli sulle esportazioni, del rischio di investimento e altro ancora) cita l’esempio del canale Telegram Gaza Now che ha celebrato i recenti attacchi di Hamas in Israele e il rapimento, la tortura e l'omicidio di israeliani. Il gruppo ha lanciato diverse campagne di raccolta fondi sui social media in seguito agli attacchi e ha sollecitato donazioni in dollari statunitensi, euro e criptovalute. Oltre a sollecitare donazioni online, Gaza Now e il suo fondatore Mustafa Ayyash hanno espresso il loro sostegno ad Hamas e ai suoi leader militanti sui social media. Ayyash nel 2017 è stato arrestato dalle autorità austriache per i suoi legami con Hamas. Ha negato l'accusa e (forse) vive ancora in Austria da dove gestisce l'account Gaza Now su X. Gli operatori della maggior parte delle piattaforme di crowdfunding non sono regolamentati da regimi antiriciclaggio o antiterrorismo (AML/CFT). Di conseguenza, non hanno obblighi di segnalazione o meccanismi sofisticati di monitoraggio e/o segnalazione come le istituzioni finanziarie consolidate. Questa mancanza di un’efficace condivisione delle informazioni tra il settore pubblico e gli enti privati coinvolti nel crowdfunding potrebbe incoraggiare i gruppi terroristici a continuare ad utilizzare queste piattaforme. È inoltre necessaria una maggiore condivisione delle informazioni tra le giurisdizioni. I servizi di intelligence e le forze dell’ordine potrebbero non avere informazioni dettagliate su gruppi e individui stranieri e sui loro collegamenti con possibili organizzazioni terroristiche. Detto questo, il coordinamento e la condivisione delle informazioni tra le giurisdizioni spesso richiedono molto tempo e possono ritardare il processo investigativo, evidenziando la necessità di sviluppare meccanismi più efficienti. Infine, le piattaforme di raccolta fondi online potrebbero non richiedere la verifica dell’identificazione dei raccoglitori e fare affidamento su elaboratori di pagamento per svolgere tale funzione, ostacolando le indagini delle Forze dell’Ordine. Il rapporto del GAFI identifica una serie di segnali di allarme che potrebbero riflettere lo sfruttamento delle piattaforme di crowdfunding, tra cui: l'utilizzo di piattaforme dedicate di pagamento e crowdfunding che abbiano dichiarato esplicitamente la propria disponibilità a offrire servizi legati a gruppi estremisti o terroristici; l’uso di piattaforme di crowdfunding con politiche di revisione dei progetti deboli, i cui termini di servizio non vietano specificamente l’incitamento o il sostegno al terrorismo, o piattaforme o intermediari che ospitano o consentono altri progetti legati all’estremismo violento o al terrorismo; l'uso di piattaforme di crowdfunding o di tecnologia finanziaria e/o indirizzi di portafogli di risorse virtuali associati a individui o gruppi legati al terrorismo. L'incoraggiamento delle donazioni tramite criptovalute che migliorano l'anonimato, come Monero, Bytecoin o Zcash; l'uso di piattaforme che consentono o richiedono pagamenti tramite istituti finanziari non regolamentati. Le società che si occupano di crowdfunding dovrebbero considerare sospette le campagne che ne oscurano lo scopo, gli obiettivi e i beneficiari finali.Oltre a verificare i contenuti e la retorica online di organizzatori, intermediari e donatori, le piattaforme dovrebbero esaminare l’importo medio dei contributi alle campagne e determinare se l’obiettivo della raccolta fondi è insolito o incoerente con altri progetti dello stesso tipo. Inoltre secondo il Gafi anche le e banche e gli istituti finanziari dovrebbero fare la loro parte ad esempio porre ulteriori domande ed esaminare le persone coinvolte in una campagna sospetta. Ad esempio, gli organizzatori o altre persone coinvolte nella campagna di crowdfunding sono state oggetto di indagini e procedimenti penali per crimini legati al terrorismo o all'estremismo violento? Le ricevute, gli importi richiesti o altri componenti della campagna di crowdfunding contengono simboli ampiamente utilizzati da note organizzazioni terroristiche o estremiste violente? La campagna mira a sostenere un particolare gruppo di persone, come i parenti di terroristi o combattenti stranieri, piuttosto che aiutare una comunità più ampia? Anche i promotori dei progetti dovrebbero essere sottoposti a maggiori approfondimenti. Potrebbe essere necessario uno sguardo più attento se il promotore non sembra avere familiarità con il progetto o sembra essere una terza parte estranea allo scopo della raccolta fondi. Se sono presenti ulteriori segnali d’allarme, come ad esempio il promotore del progetto che cerca contributi esclusivamente in valute virtuali – in particolare le privacy coin – o se il promotore del progetto chiude la pagina di crowdfunding molto rapidamente dopo aver raggiunto l’obiettivo della raccolta fondi, il Gafi raccomanda un’ulteriore due diligence. I depositi provenienti da siti di crowdfunding seguiti da rapidi prelievi strutturati di contanti dovrebbero essere contrassegnati. Anche i fondi ricevuti o raggruppati da più conti e poi immediatamente inviati a campagne di crowdfunding dovrebbero comportare un migliore controllo di due diligence. Il Gafi raccomanda inoltre: «Verificare attentamente i donatori e i rischi geografici associati alla campagna di crowdfunding. Una campagna può rappresentare un rischio giurisdizionale più significativo se la campagna di crowdfunding ha sede in Paesi (o Paesi avvantaggiati) che non dispongono di una forte legislazione sul finanziamento del terrorismo e/o sul crowdfunding; Paesi con scarsa attuazione degli standard GAFI relativi ad asset virtuali, organizzazioni no-profit o servizi di trasferimento finanziario; scarsa supervisione del settore del crowdfunding; o regioni in cui è noto che operano organizzazioni terroristiche o che sono soggette a sanzioni globali».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)