2024-02-16
Termovalorizzatore nella Capitale blindato da ben due sentenze
L'ex sindaco di Roma Virginia Raggi (Ansa)
Bocciati i ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. Ma i grillini guidati da Virginia Raggi promettono ancora battaglia.Due sentenze uscite di recente blindano il termovalorizzatore di Roma. La prima, datata 9 febbraio, è quella in arrivo dalla quarta sezione del Consiglio di Stato, che ha respinto con sentenza i ricorsi presentati dall’Associazione promozione sociale verdi ambiente e società, dalla Casale Certosa, e da Alessandro Lepidini, presidente del comitato No inceneritore Santa Palomba contro la realizzazione del termovalorizzatore di Roma. Il ricorso era stato discusso a fine novembre. La seconda è quella, datata 14 febbraio, giunta dal Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso con il quale l’associazione Salute ambiente Albano, l’associazione Pavona per la tutela della salute», l’associazione Latium vetus aps e decine di cittadini, tutti residenti ad Albano Laziale, contestavano gli atti e i provvedimenti adottati dal commissario straordinario per la celebrazione del Giubileo della Chiesa cattolica del 2025 riferiti alla realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione della Capitale.Per quanto concerne l’incompatibilità dell’area in questione, di cui si fa riferimento nel ricorso, il Tar ha ribadito quanto stabilito in una recente sentenza sullo stesso argomento con la quale si è statuito che il piano di gestione dei rifiuti «dedica ampio spazio e giustificazione» alla vicenda «con la rassegna di tutti i fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali».Respinto, inoltre, anche il secondo motivo di ricorso, avente come oggetto le criticità della falda acquifera. «Oltre alla genericità di tali deduzioni, in quanto non supportate da documentazione probatoria», si legge, «deve infatti rilevarsi che nel corso del giudizio è invero emerso che gli esiti analitici dei controlli effettuati dal 2019 a oggi dall’Arpa non hanno invero evidenziato alcuna variazione significativa sullo stato di contaminazione delle falde idriche».Anche la censura di difetto di istruttoria per omessa ricerca di siti alternativi è stata respinta «posto, da un lato, che sul territorio della Regione Lazio è prevista la realizzazione di molteplici stabilimenti; dall’altro, che sull’amministrazione procedente non ricade invero un obbligo probatorio in tal senso, anche in ragione della temporaneità dei poteri commissariali e, quindi, dei tempi contingentati di realizzazione dell’impianto».Intanto, nonostante le due sentenze, gli ambientalisti non si danno pace a Roma contro la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba. Lunedì scorso si è tenuto un flash mob nel centro della Capitale per «denunciare il non rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue».Anche il Movimento 5 stelle non si dà per vinto. «Ricordiamo a chi esulta per la sentenza del Consiglio di Stato sull’impianto di Santa Palomba», hanno fatto sapere in una nota l’ex sindaco di Roma e consigliere in Campidoglio del M5s, Virginia Raggi, il capogruppo della Lista civica Virginia Raggi, Antonio De Santis, e la capogruppo della Lista civica Virginia Raggi in Municipio I, Carla Canale, «che proprio i giudici di Palazzo Spada hanno evidenziato che gli ulteriori profili di tutela della salute e di compatibilità ambientale dell’opera rispetto alla presenza di luoghi sensibili, nonché di tutela del patrimonio culturale, dovranno essere approfonditi nel corso del successivo iter autorizzatorio. La questione, quindi, non è affatto chiusa, anche alla luce dei dati pubblicati da Eras della Regione Lazio sull’impatto degli impianti di incenerimento sulla salute».
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