2020-05-20
Tempo di nomine, spunta il «pizzino»
Il segretario di Unicost, Francesco Cananzi, inviò l'immagine di un foglietto con i nomi da piazzare. Nel documento la frase: «In giallo ci sono quelli che devi proporre tu».Nella cosiddetta vicenda Palamara spunta un «pizzino» che esemplifica meglio di qualunque inchiesta o saggio che cosa sia il mercato delle toghe, il suk che che ruota intorno alle nomine che si fanno al Consiglio superiore della magistratura. A inviarlo in formato digitale, il 27 luglio 2018, il segretario generale di Unicost, Francesco Cananzi, già consigliere del Csm. La sua lunghissima chat con Palamara, racconta di trattative estenuanti, in cui basta un voto per vincere o perdere. Per questo si creano alleanze trasversali, si fanno incontri riservati. Cananzi, a un certo punto, stremato da una trattativa per un ruolo ad Avellino, annuncia persino l'addio: «Mi dimetto Luca, proprio dal Consiglio».Due giorni fa Cananzi e il presidente di Unicost, Mariano Sciacca, hanno firmato un comunicato un po' democristiano in cui scrivevano «che l'indagine di Perugia ha svelato la debolezza delle correnti, non la loro forza, ha svelato il lobbismo, trasversale e sotterraneo». In realtà Cananzi a questa conclusione, leggendo le chat, pare fosse già arrivato nei suoi quattro anni di consiliatura. Forse per questo definisce la lettura delle conversazioni con Palamara «un esercizio sterile».Tra i messaggi Whatsapp, come detto, c'era anche la foto del foglietto inviata dallo stesso Cananzi, giudice a Napoli, con sopra la comanda del consigliere per le nomine dei distretti del capoluogo campano e di Santa Maria Capua Vetere. La legenda inviata da Cananzi era chiarissima: «In giallo quelli che devi proporre tu».Al centro delle indicazioni i posti di presidente di sezione di tribunale che Palamara avrebbe dovuto supportare in Consiglio: un lungo elenco di cognomi, tutti corrispondenti a toghe dell'aerea campana in corsa per gli incarichi.Nella prima riga, evidenziato per l'appunto in giallo, Cananzi indica tal «Peluso» per il posto lasciato libero dalla «Casella» a Santa Maria. Per un secondo ufficio (qui il relatore del Csm è Luca Forteleoni di Magistratura indipendente, ma, come detto, gli accordi sono trasversali) il nome da votare è quello di «Miranda». C'è una terza poltrona da assegnare vicino a Caserta, ma dall'appunto sembra che per questa ci sia un unico candidato (un secondo è stato depennato). Per le due caselle da riempire a Napoli, invece, uno dei cavalli su cui puntare è «Papa» (questa volta il relatore è Palamara). Nella corsa per il posto lasciato libero da «Di Nona» (relatore di nuovo Forteleoni) Cananzi segnala, invece, «Di Clemente». Sia Papa che Di Clemente devono vedersela con un certo «Pastore». Ma in fondo al «pizzino» il segretario di Unicost istruisce il collega su come riuscire comunque a piazzare da qualche parte Di Clemente, anche se il testo non è chiarissimo. Cerchiamo di decifrarlo: Cananzi suggerisce di provare «a proporre su due» sedi vacanti Di Clemente e poi aggiunge tra parentesi «se Balduzzi (Renato, consigliere del Csm, ndr) propone posti di Napoli Pastore Di Clemente vai su su uno e Di Clemente sull'altro». Dunque, pare di capire, la toga avrebbe dovuto essere candidata su più tavoli per portare a casa la sospirata promozione.A onor del vero occorre precisare che nonostante queste presunte raccomandazioni un giudice con lo stesso cognome di quello della segnalazione ha dovuto attendere l'elezione del nuovo Csm per diventare presidente di sezione a Napoli (con delibera del plenum datata 6 febbraio 2019). A voler credere alle chat, la premiata ditta Palamara & Cananzi si sarebbe molto impegnata anche per la nomina di Federico Cafiero De Raho a capo della Direzione nazionale antimafia. Palamara il 3 agosto 2017 si raccomanda: «Ora compatti su Federico, la Dna è troppo importante». Cananzi risponde: «Non lo dire a me. Io credo che in quinta si possono avere a settembre cinque voti (senza Area). Secondo me va fatto subito». Alla fine De Raho verrà scelto all'unanimità.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».