2022-08-12
La telenovela del terzo polo è finita. Intesa Iv-Azione, Calenda capo bullo
Carlo Calenda e Matteo Renzi (Imagoeconomica)
Matteo Renzi fa un passo di lato e lascia all’altro ex dem la guida della coalizione: «A volte servono gli assist». Giuseppe Conte ironizza sul «Rinascimento saudita». Lapidario Antonio Tajani: «Arriveranno quarti, è un voto inutile».Un grande passo per la bolla di Twitter, per i salottini, per il mondo giornalistico italiano (che poi sono la stessa cosa), un piccolo passo per l’umanità. Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno trovato la quadra per un accordo elettorale. Termina così - per il momento… - la telenovela che ha tenuto col fiato sospeso i commentatori che spiegano la politica agli italiani, molto meno gli italiani stessi. Il simbolo di certo non pare pensato per scaldare i cuori: secondo la moda recente dei loghi matrioska, vi troviamo i simboli di Italia viva e Azione che troneggiano imperiosi al di sopra di un orgoglioso «Calenda». In piccolo, più come riempitivo che altro, la scritta «renew europe», così, senza maiuscole.«Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo Paese e sfiduciato Draghi. Ringrazio Matteo Renzi per la generosità. Adesso insieme Italia viva e Azione per Italia sul serio», ha twittato Calenda. Il passaggio «...che ha devastato questo Paese» richiama una citazione della serie Boris, che tuttavia se la prendeva con i toscani: non una scelta lessicale fausta per chi sta annunciando un accordo con Renzi. L’idea, comunque, sarebbe quella di dar corpo a un’alternativa non a un populismo, ma a ben due. Vaste programme. E nel secondo populismo, pare di capire, sarebbe incluso anche quel Partito democratico da cui sia Calenda che Renzi provengono e con il quale il primo aveva stretto un’effimera alleanza solo pochi giorni fa. Più creativo l’annuncio di Renzi, il quale, poco prima che uscisse la notizia ufficiale sul raggiungimento dell’accordo ha condiviso via social un video in cui l’ex sindaco di Firenze gioca a calcio e sottolinea: «Anche in politica servono gli assist». Tocco di palla e visione di gioco, sia detto per la cronaca, sono assolutamente notevoli. Poco dopo, tuttavia, Renzi ha affidato ai social una comunicazione meno dadaista e più articolata. «Tutti», scrive l’ex premier, «parlano da giorni di “Terzo Polo”. Ma che cosa si nasconde davvero dietro questa sigla burocratica? Una casa nuova, bella, che riaccenda la passione per la politica e la speranza dell’Italia. Una proposta concreta, competente, seria sul lavoro, sull’ambiente, sulle tasse, sulla cultura, sul sociale. E sulla posizione internazionale dell’Italia, tema fondamentale in questo tempo di crisi». E qui, in un crescendo rossiniano, si giunge all’annuncio: «Abbiamo deciso di provarci. Il 25 settembre troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità: non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità. Per costruire una casa nuova ci vuole un pizzico di follia, e quella non manca. Ci vuole l’entusiasmo, che in queste settimane è stato addirittura straripante. E ci vuole anche tanta generosità. Perché consentire a un progetto di partire richiede anche che qualcuno sappia fare spazio e non pretendere ruoli». Una professione di modestia che rientra poco nei canoni del personaggio, per annunciare in modo pirotecnico il proprio passo di lato: «Lascio volentieri che sia Carlo Calenda a guidare la campagna elettorale. Talvolta abbiamo discusso, lo sapete, ma i punti che ci uniscono sono molti di più di quelli che ci dividono. Chi ci crede deve fare di tutto per unire, non per dividere. E io ci credo. Per questo faccio il primo passo con il sorriso: perché so che sarete in tanti a camminare con noi». Poco dopo, ancora la metafora calcistica: «Ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi. Servono gli assist per fare i gol». Una leadership altrui annunciata con così tanti rulli di tamburo per se stesso e la propria umiltà non si era mai vista, ma sulla modestia c’è ancora da lavorare e comunque non è la specialità della casa in nessuno dei due autoproclamatisi dioscuri del riformismo liberale. Anche per questo, più d’uno si è chiesto quanto durerà un accordo tra due prime donne e che, a dispetto della volata tirata dai media, non ha molte possibilità di successo reale. «Quanto dura l’accordo Azione-Iv? Dura, perché non credo che Renzi si metterà a fare accordi con Fratoianni o Di Maio», ha sibilato Calenda, lanciando un’altra stoccata a Enrico Letta. Gli avversari, intanto, già attaccano. Non sempre scegliendo bene gli argomenti. È il caso di Giuseppe Conte, l’uomo dei due governi consecutivi con Lega prima e Pd poi, che tra le tante critiche possibili sceglie di dare a Calenda dell’ondivago: «Nuova settimana, nuovo cambio di alleanza per Calenda. Ora è il momento di abbracciare il Rinascimento saudita di Renzi, per provare insieme a trovare un posto in Parlamento. Le emergenze di cittadini e imprese? Un dettaglio secondario», scrive l’ex premier. Va più sul concreto il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani: «Il terzo polo è destinato ad arrivare quarto dopo centrodestra, dopo la sinistra e dopo M5s, è un voto inutile, non hanno alcuna possibilità di incidere sull’Italia di domani. Si salverà qualcuno in Parlamento ma non ci sono spazi al centro: il centro siamo noi».
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