Nel prossimo decennio il settore crescerà del 5% l’anno grazie a innovazione e aumento della domanda a livello mondiale. Accordo fra Elon Musk e John Deere per connettere i trattori attraverso i satelliti.
Nel prossimo decennio il settore crescerà del 5% l’anno grazie a innovazione e aumento della domanda a livello mondiale. Accordo fra Elon Musk e John Deere per connettere i trattori attraverso i satelliti.Un grande passato e anche un futuro promettente. È quello che si prevede per il settore delle macchine agricole che, nel prossimo decennio, registreranno un tasso di crescita annuo di circa il 5%. «A sostenere il comparto, del resto, c’è la popolazione mondiale in crescita a guidare una maggiore produzione alimentare», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «E le attrezzature agricole come trattori, mietitrebbie e sistemi di irrigazione aiutano gli agricoltori a soddisfare la domanda, migliorando la capacità di coltivare aree più grandi e aumentando le rese. La domanda di meccanizzazione agricola è in forte ascesa». Nel 2018, Paesi in via di sviluppo come l’India e la Cina contavano per il 45-55% della meccanizzazione agricola, mentre quelli sviluppati come gli Stati Uniti raggiungevano il 95%. Questa tendenza sarà ulteriormente alimentata dagli incentivi governativi e dall’aumento della popolazione. Senza considerare che alcune innovazioni possono contribuire a spingere la domanda e il rinnovo dei mezzi. In particolare, l’agricoltura di precisione che vede le più moderne attrezzature agricole utilizzare Gps, sensori e l’intelligenza artificiale per raccogliere dati sulle condizioni del suolo, sulla salute delle colture e sulla variabilità della resa.John Deere, il più grande produttore mondiale di macchine agricole, ha firmato in questi giorni con Starlink di Spacex (fondata da Elon Musk) un accordo per connettere trattori, seminatrici e irroratrici in aree prive di un adeguato servizio Internet.In più, l’anno passato (e si prevede questo trend anche per i primi mesi del 2024) è stato complicato per molte aziende del settore anche per effetto di condizioni climatiche difficili in quasi tutto il pianeta. Questo ha portato a una riduzione della capacità di spesa per molti operatori che si sono trovati a gestire anche un forte aumento dei prezzi per effetto dell’inflazione.Nonostante queste difficoltà, però, la domanda globale di strumentazione agricola di punta ripartirà nei prossimi anni grazie al connubio di innovazioni tecnologiche e un forte sostegno governativo. Anche perché, per molti agricoltori, i sussidi costituiscono una parte significativa del reddito. Secondo il rapporto sulla politica agricola tedesca, nel 2021/22 i pagamenti diretti e i sussidi hanno rappresentato il 45% del reddito delle imprese a tempo pieno, mentre nelle imprese più grandi della Germania dell’Est erano quasi il 50%. La maggior parte del denaro proviene da Bruxelles e i sussidi costituiscono un terzo del bilancio dell’Ue. I maggiori beneficiari dei sussidi agricoli comunitari sono Francia (quasi 10 miliardi di euro), Spagna (6,9 nel 2022), Germania (6,33), Italia (5,6) e Polonia (4,8).Fra le società più importanti del settore, c’è l’italiana Cnh industrial che ha scelto da poche settimane di lasciare Piazza Affari per essere quotata solo a Wall Street e ha chiuso il terzo trimestre 2023 con ricavi consolidati pari a 5,99 miliardi di dollari, in crescita del 2% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Andy Mann for Stefano Ricci
Così la famiglia Ricci difende le proprie creazioni della linea Sr Explorer, presentata al Teatro Niccolini insieme alla collezione Autunno-Inverno 2026/2027, concepita in Patagonia. «Più preserveremo le nostre radici, meglio costruiremo un futuro luminoso».
Il viaggio come identità, la natura come maestra, Firenze come luogo d’origine e di ritorno. È attorno a queste coordinate che si sviluppa il nuovo capitolo di Sr Explorer, il progetto firmato da Stefano Ricci. Questa volta, l’ottava, è stato presentato al Teatro Niccolini insieme alla collezione Autunno-Inverno 2026/2027, nata tra la Patagonia e la Terra del Fuoco, terre estreme che hanno guidato una riflessione sull’uomo, sulla natura e sul suo fragile equilibrio. «Guardo al futuro e vedo nuovi orizzonti da esplorare, nuovi territori e un grande desiderio di vivere circondato dalla bellezza», afferma Ricci, introducendo il progetto. «Oggi non vi parlo nel mio ruolo di designer, ma con lo spirito di un esploratore. Come un grande viaggiatore che ha raggiunto luoghi remoti del Pianeta, semplicemente perché i miei obiettivi iniziavano dove altri vedevano dei limiti».
Aimo Moroni e Massimiliano Alajmo
Ultima puntata sulla vita del grande chef, toscano di nascita ma milanese d’adozione. Frequentando i mercati generali impara a distinguere a occhio e tatto gli ingredienti di qualità. E trova l’amore con una partita a carte.
Riprendiamo con la seconda e conclusiva puntata sulla vita di Aimo Moroni. Cesare era un cuoco di origine napoletana che aveva vissuto per alcuni anni all’estero. Si era presentato alla cucina del Carminati con una valigia che, all’interno, aveva ben allineati i ferri del mestiere, coltelli e lame.
Davanti agli occhi curiosi dei due ragazzini l’esordio senza discussioni: «Guai a voi se me li toccate». In realtà una ruvidezza solo di apparenza, in breve capì che Aimo e Gialindo avevano solo il desiderio di apprendere da lui la professione con cui volevano realizzare i propri sogni. Casa sua divenne il laboratorio dove insegnò loro i piccoli segreti di una vita, mettendoli poi alla prova nel realizzare i piatti con la promozione o bocciatura conseguente.
Alessandra Coppola ripercorre la scia di sangue della banda neonazi Ludwig: fanatismo, esoterismo, violenza e una rete oscura che il suo libro Il fuoco nero porta finalmente alla luce.
La premier nipponica vara una manovra da 135 miliardi di dollari Rendimenti sui bond al top da 20 anni: rischio calo della liquidità.
Big in Japan, cantavano gli Alphaville nel 1984. Anni ruggenti per l’ex impero del Sol Levante. Il boom economico nipponico aveva conquistato il mondo con le sue esportazioni e la sua tecnologia. I giapponesi, sconfitti dall’atomica americana, si erano presi la rivincita ed erano arrivati a comprare i grattacieli di Manhattan. Nel 1990 ci fu il top dell’indice Nikkei: da lì in poi è iniziata la «Tokyo decadence». La globalizzazione stava favorendo la Cina, per cui la nuova arma giapponese non era più l’industria ma la finanza. Basso costo del denaro e tanto debito, con una banca centrale sovranista e amica dei governi, hanno spinto i samurai e non solo a comprarsi il mondo.





