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2025-04-06
Tajani vota Europa, tifa la Difesa comune e rimpiange il Mes: «Poteva essere utile»
Antonio Tajani (Getty Images)
Più di mille persone al Palazzo dei congressi a Roma per il consiglio nazionale di Forza Italia, che chiama i suoi per fare il punto sulla linea del partito. Ospite d’onore, il presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, il cui abbraccio con il segretario di Fi, Antonio Tajani, sintetizza perfettamente la giornata.
La linea degli azzurri è la stessa dei popolari, la stessa del commissario dell’Unione europea, Ursula von der Leyen. È Tajani a ribadire dal palco l’importanza della vocazione europeista e atlantista di Forza Italia. Un europeismo di antica tradizione per gli azzurri ma che, oggi, trova nuovo vigore rispetto al passato. «Sia chiaro», ha scandito Tajani appena arrivato al Palazzo dei congressi, «che noi difendiamo l’Europa e continueremo a difenderla, l’Europa è la nostra casa e io non farei mai parte di un governo antieuropeo, questo dev’essere chiaro. Per fortuna mi pare che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbia fatto sempre scelte a difesa dell’Ue», spiega, perché «noi non accetteremmo mai derive antieuropeiste. L’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, non intendiamo rinnegare la nostra storia». Le parole del segretario di Fi si rivolgono al leader del Carroccio, Matteo Salvini, in netta contrapposizione sul tema e.
«Io non faccio polemiche con nessuno», insiste Tajani, «dico solo che è competente soltanto la Commissione Ue a trattare con gli Stati Uniti in materia commerciale perché la competenza della Commissione europea è esclusiva, quindi non tocca a noi trattare, non possiamo fare alcun altro tipo di trattative. Un conto è una trattativa per un piano di export, ma la trattativa normativa sui dazi la fa soltanto la Commissione europea, questi sono i Trattati. Sono le regole, non le ho scritte io, ma quando si parla bisogna ben conoscere le regole e sapere qual è il diritto».
Il segretario di FI sottolinea: «Come singoli Paesi europei siamo deboli, per questo insisto sull’unità. Farci dividere, fare trattative individuali con gli Usa non significa fare il bene delle nostre imprese, significa indebolire il potere contrattuale delle nostre imprese e indebolirle». Pensiero condiviso e ribadito da Weber: «Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti, soltanto un’Europa unita può opporsi ai dazi di Trump, bisogna discuterci e concludere un accordo basato su un commercio equo, e non sulla paura del commercio». Weber, sulla guerra, ha poi spiegato come il modo migliore per creare la pace sia prepararsi alla guerra per essere capaci di difendersi, e ha lanciato un allarme: l’Unione è sotto attacco dei populisti, di estrema destra come di estrema sinistra, che dicono no a tutto. Anche qui la linea di Weber e Forza Italia è la stessa.
Nel suo lungo discorso, Tajani trova spazio anche per attaccare la piazza del Movimento 5 stelle, ma non solo: «Con l’iniziativa di oggi vogliamo dare un segnale politico forte agli “sfascisti” e ai “pacifinti” che manifestano non lontano da noi». Riferimento esplicito al M5s evidentemente, che nelle stesse ore iniziava a sfilare in un corteo a Roma contro il riarmo. Tuttavia l’aggettivo «sfascista», anche se meno esplicitamente, sembrava il richiamo a un’altra frase di Tajani che, nei giorni precedenti, aveva detto: «Noi in Europa dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze», riferendosi in quel caso, molto probabilmente, al leader della Lega.
E ancora sul Mes: «Oggi c’è chi dice che bisogna fare di più per la spesa sanitaria anziché spendere dei soldi per la sicurezza dell’Unione ma era contrario al Mes. Noi dicevamo che il Mes bisognava prenderlo quando serviva perché poteva essere utile per tutelare la nostra salute». A proposito dell’export, ha ricordato che «grazie al mercato europeo, noi esportiamo beni per oltre 200 miliardi ogni anno. Non dobbiamo mai dimenticarlo perché tutti quelli che parlano contro l’Europa non portano mai una prova per dire che l’Europa fa danni all’Italia».
Il Consiglio nazionale di Forza Italia, al termine della relazione di Tajani, ha approvato il suo documento politico. Si legge: «L’appartenenza al Ppe è elemento costitutivo di Fi, che ci porta a lavorare costantemente per aggregare un centro moderato, serio, responsabile e alternativo alla sinistra e distinto, rispetto alla destra democratica». Sulla guerra in Ucraina il documento auspica «una pace giusta e immediata in Ucraina come in Medi Oriente». Ma è sull’Europa che ci si concentra di più: «La preoccupante accelerazione delle vicende della politica internazionale conferma e rafforza l’importanza della vocazione europeista e atlantica di Forza Italia, in un momento nel quale questi due capisaldi della politica internazionale del nostro Paese sembrano divaricarsi è necessario ricordare nell’interesse dell’Italia dell’Europa del mondo libero che essi rimangono indissolubili. I valori alla base dell’Unione europea sono gli stessi sui quali si fonda l’Alleanza atlantica».
Quindi, un passaggio sulla Difesa europea: «È giusto che l’Europa si faccia carico della propria sicurezza, a 360 gradi, investendo non soltanto nella difesa in senso tradizionale ma anche in cybersecurity e intelligence». In questo quadro, «non vengano meno le ragioni che hanno portato alla stretta alleanza tra Europa e Stati Uniti. Al fine di mantenere la pace nel nostro continente, è necessario rafforzare la difesa e sicurezza comune europea in raccordo e in cooperazione con gli Stati Uniti».
In Germania Merz sta già perdendo. Sicurezza e trans fanno volare Afd
Per la prima volta, i sondaggi vedono Alternative für Deutschland affiancare in vetta alle preferenze dell’elettorato l’Unione Cdu-Csu. La causa immediata è il malcontento legato alle manovre di Friedrich Merz, il cancelliere in pectore, per formare una maggioranza di governo con la sinistra. Più in generale, però, può trattarsi anche della reazione dell’elettorato a due eventi recenti. Il primo è la pubblicazione del rapporto di polizia relativo ai crimini del 2024 che mostra gli stranieri quasi tre volte più propensi al crimine rispetto ai tedeschi. Il secondo riguarda i dettagli che stanno emergendo nelle ultime settimane su Hilton Henrico G., il richiedente asilo transessuale che non è mai stato espulso malgrado le violenze e gli omicidi commessi negli anni. «Afd è ora alla pari con l’Unione nei sondaggi. I cittadini non vogliono un altro governo di sinistra, in cui la Cdu-Csu si lascia dettare la linea politica da Spd e Verdi. È tempo di un vero cambiamento politico in senso conservatore»: così Alice Weidel, leader di Afd, ha commentato ieri su X il sondaggio realizzato dall’istituto Insa. Nel dettaglio, Unione e Afd si ritrovano adesso appaiate entrambe al 24%, con un «peso» elettorale assai diverso rispetto alle percentuali conseguite alle elezioni di febbraio, rispettivamente del 28,6% e del 20,8%. Ciò significa che Cdu-Csu hanno perso quasi un elettore su sei in poco più di un mese. Il resto dei partiti ha percentuali più o meno immutate, con Spd che rimane stabile al 16% e i Verdi che subiscono un leggero calo attestandosi all’11%. «L’Unione sta vivendo un drammatico declino. Non c’è mai stata una perdita di sostegno così grande nel periodo tra le elezioni federali e la formazione di un governo», ha dichiarato Hermann Binkert, fondatore dell’Insa, sottolineando come «molti elettori sono rimasti delusi dalle trattative tra Merz e i socialdemocratici». In effetti, con questi numeri, l’Unione riuscirebbe a formare una maggioranza di governo solo con Afd e non con i socialdemocratici.Negli scorsi giorni, inoltre, è stata divulgata la statistica criminale della polizia (Pks) relativa al 2024. A colpire, inevitabilmente, è stata la propensione al crimine degli stranieri, quasi tre volte superiore a quella dei tedeschi. Per l’esattezza, su 100.000 individui, a commettere reati sono 5.091 stranieri contro i 1.878 tedeschi. Inoltre, mediamente, ogni giorno 300 agenti di polizia diventano vittime di violenza, in pratica un agente ogni cinque minuti.Il Pks ha provato a contestualizzare i numeri facendo riferimento, tra le altre cose, alle condizioni di indigenza degli immigrati. Ma il noto avvocato Udo Vetter ha controbattuto: «Alla vittima importa poco se un criminale proviene da una zona di guerra. Direi addirittura che può essere inquietante quando i sospettati vengono dichiarati vittime del loro passato».Forse la vicenda di Henrico Hilton G., un richiedente asilo transessuale, è l’emblema delle falle sistemiche della sicurezza tedesca. Hilton vede respingersi la sua domanda nel 2021, però rimane in Germania dove, negli anni, continua a commettere atti violenti. In particolare, nel maggio 2024, accoltella a morte un agente di sicurezza e, poche ore dopo, denuncia di aver subito «misgendering»: qualcuno non si è rivolto a lui col genere corretto. Nel commissariato non è riconosciuto e solo successivamente viene arrestato. Nel carcere femminile, secondo le testimonianze, continua a commettere violenze fino alle scorse settimane, quando si presenta a processo truccato e chiedendo di essere chiamato «Cleopatra». Il verdetto è atteso nei prossimi giorni.
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Riduci
Al consiglio nazionale di Fi c’è Weber (Ppe). Il vicepremier frena: «Con Trump tratta soltanto Ursula: sono le regole». Per i sondaggi, Cdu-Csu e il partito della Weidel sono alla pari. Calano ancora i Verdi. Lo speciale contiene due articoli.Più di mille persone al Palazzo dei congressi a Roma per il consiglio nazionale di Forza Italia, che chiama i suoi per fare il punto sulla linea del partito. Ospite d’onore, il presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, il cui abbraccio con il segretario di Fi, Antonio Tajani, sintetizza perfettamente la giornata.La linea degli azzurri è la stessa dei popolari, la stessa del commissario dell’Unione europea, Ursula von der Leyen. È Tajani a ribadire dal palco l’importanza della vocazione europeista e atlantista di Forza Italia. Un europeismo di antica tradizione per gli azzurri ma che, oggi, trova nuovo vigore rispetto al passato. «Sia chiaro», ha scandito Tajani appena arrivato al Palazzo dei congressi, «che noi difendiamo l’Europa e continueremo a difenderla, l’Europa è la nostra casa e io non farei mai parte di un governo antieuropeo, questo dev’essere chiaro. Per fortuna mi pare che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbia fatto sempre scelte a difesa dell’Ue», spiega, perché «noi non accetteremmo mai derive antieuropeiste. L’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, non intendiamo rinnegare la nostra storia». Le parole del segretario di Fi si rivolgono al leader del Carroccio, Matteo Salvini, in netta contrapposizione sul tema e.«Io non faccio polemiche con nessuno», insiste Tajani, «dico solo che è competente soltanto la Commissione Ue a trattare con gli Stati Uniti in materia commerciale perché la competenza della Commissione europea è esclusiva, quindi non tocca a noi trattare, non possiamo fare alcun altro tipo di trattative. Un conto è una trattativa per un piano di export, ma la trattativa normativa sui dazi la fa soltanto la Commissione europea, questi sono i Trattati. Sono le regole, non le ho scritte io, ma quando si parla bisogna ben conoscere le regole e sapere qual è il diritto».Il segretario di FI sottolinea: «Come singoli Paesi europei siamo deboli, per questo insisto sull’unità. Farci dividere, fare trattative individuali con gli Usa non significa fare il bene delle nostre imprese, significa indebolire il potere contrattuale delle nostre imprese e indebolirle». Pensiero condiviso e ribadito da Weber: «Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti, soltanto un’Europa unita può opporsi ai dazi di Trump, bisogna discuterci e concludere un accordo basato su un commercio equo, e non sulla paura del commercio». Weber, sulla guerra, ha poi spiegato come il modo migliore per creare la pace sia prepararsi alla guerra per essere capaci di difendersi, e ha lanciato un allarme: l’Unione è sotto attacco dei populisti, di estrema destra come di estrema sinistra, che dicono no a tutto. Anche qui la linea di Weber e Forza Italia è la stessa.Nel suo lungo discorso, Tajani trova spazio anche per attaccare la piazza del Movimento 5 stelle, ma non solo: «Con l’iniziativa di oggi vogliamo dare un segnale politico forte agli “sfascisti” e ai “pacifinti” che manifestano non lontano da noi». Riferimento esplicito al M5s evidentemente, che nelle stesse ore iniziava a sfilare in un corteo a Roma contro il riarmo. Tuttavia l’aggettivo «sfascista», anche se meno esplicitamente, sembrava il richiamo a un’altra frase di Tajani che, nei giorni precedenti, aveva detto: «Noi in Europa dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze», riferendosi in quel caso, molto probabilmente, al leader della Lega.E ancora sul Mes: «Oggi c’è chi dice che bisogna fare di più per la spesa sanitaria anziché spendere dei soldi per la sicurezza dell’Unione ma era contrario al Mes. Noi dicevamo che il Mes bisognava prenderlo quando serviva perché poteva essere utile per tutelare la nostra salute». A proposito dell’export, ha ricordato che «grazie al mercato europeo, noi esportiamo beni per oltre 200 miliardi ogni anno. Non dobbiamo mai dimenticarlo perché tutti quelli che parlano contro l’Europa non portano mai una prova per dire che l’Europa fa danni all’Italia».Il Consiglio nazionale di Forza Italia, al termine della relazione di Tajani, ha approvato il suo documento politico. Si legge: «L’appartenenza al Ppe è elemento costitutivo di Fi, che ci porta a lavorare costantemente per aggregare un centro moderato, serio, responsabile e alternativo alla sinistra e distinto, rispetto alla destra democratica». Sulla guerra in Ucraina il documento auspica «una pace giusta e immediata in Ucraina come in Medi Oriente». Ma è sull’Europa che ci si concentra di più: «La preoccupante accelerazione delle vicende della politica internazionale conferma e rafforza l’importanza della vocazione europeista e atlantica di Forza Italia, in un momento nel quale questi due capisaldi della politica internazionale del nostro Paese sembrano divaricarsi è necessario ricordare nell’interesse dell’Italia dell’Europa del mondo libero che essi rimangono indissolubili. I valori alla base dell’Unione europea sono gli stessi sui quali si fonda l’Alleanza atlantica».Quindi, un passaggio sulla Difesa europea: «È giusto che l’Europa si faccia carico della propria sicurezza, a 360 gradi, investendo non soltanto nella difesa in senso tradizionale ma anche in cybersecurity e intelligence». In questo quadro, «non vengano meno le ragioni che hanno portato alla stretta alleanza tra Europa e Stati Uniti. Al fine di mantenere la pace nel nostro continente, è necessario rafforzare la difesa e sicurezza comune europea in raccordo e in cooperazione con gli Stati Uniti».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/tajani-vota-europa-tifa-difesa-2671681736.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-germania-merz-sta-gia-perdendo-sicurezza-e-trans-fanno-volare-afd" data-post-id="2671681736" data-published-at="1743925123" data-use-pagination="False"> In Germania Merz sta già perdendo. Sicurezza e trans fanno volare Afd Per la prima volta, i sondaggi vedono Alternative für Deutschland affiancare in vetta alle preferenze dell’elettorato l’Unione Cdu-Csu. La causa immediata è il malcontento legato alle manovre di Friedrich Merz, il cancelliere in pectore, per formare una maggioranza di governo con la sinistra. Più in generale, però, può trattarsi anche della reazione dell’elettorato a due eventi recenti. Il primo è la pubblicazione del rapporto di polizia relativo ai crimini del 2024 che mostra gli stranieri quasi tre volte più propensi al crimine rispetto ai tedeschi. Il secondo riguarda i dettagli che stanno emergendo nelle ultime settimane su Hilton Henrico G., il richiedente asilo transessuale che non è mai stato espulso malgrado le violenze e gli omicidi commessi negli anni. «Afd è ora alla pari con l’Unione nei sondaggi. I cittadini non vogliono un altro governo di sinistra, in cui la Cdu-Csu si lascia dettare la linea politica da Spd e Verdi. È tempo di un vero cambiamento politico in senso conservatore»: così Alice Weidel, leader di Afd, ha commentato ieri su X il sondaggio realizzato dall’istituto Insa. Nel dettaglio, Unione e Afd si ritrovano adesso appaiate entrambe al 24%, con un «peso» elettorale assai diverso rispetto alle percentuali conseguite alle elezioni di febbraio, rispettivamente del 28,6% e del 20,8%. Ciò significa che Cdu-Csu hanno perso quasi un elettore su sei in poco più di un mese. Il resto dei partiti ha percentuali più o meno immutate, con Spd che rimane stabile al 16% e i Verdi che subiscono un leggero calo attestandosi all’11%. «L’Unione sta vivendo un drammatico declino. Non c’è mai stata una perdita di sostegno così grande nel periodo tra le elezioni federali e la formazione di un governo», ha dichiarato Hermann Binkert, fondatore dell’Insa, sottolineando come «molti elettori sono rimasti delusi dalle trattative tra Merz e i socialdemocratici». In effetti, con questi numeri, l’Unione riuscirebbe a formare una maggioranza di governo solo con Afd e non con i socialdemocratici.Negli scorsi giorni, inoltre, è stata divulgata la statistica criminale della polizia (Pks) relativa al 2024. A colpire, inevitabilmente, è stata la propensione al crimine degli stranieri, quasi tre volte superiore a quella dei tedeschi. Per l’esattezza, su 100.000 individui, a commettere reati sono 5.091 stranieri contro i 1.878 tedeschi. Inoltre, mediamente, ogni giorno 300 agenti di polizia diventano vittime di violenza, in pratica un agente ogni cinque minuti.Il Pks ha provato a contestualizzare i numeri facendo riferimento, tra le altre cose, alle condizioni di indigenza degli immigrati. Ma il noto avvocato Udo Vetter ha controbattuto: «Alla vittima importa poco se un criminale proviene da una zona di guerra. Direi addirittura che può essere inquietante quando i sospettati vengono dichiarati vittime del loro passato».Forse la vicenda di Henrico Hilton G., un richiedente asilo transessuale, è l’emblema delle falle sistemiche della sicurezza tedesca. Hilton vede respingersi la sua domanda nel 2021, però rimane in Germania dove, negli anni, continua a commettere atti violenti. In particolare, nel maggio 2024, accoltella a morte un agente di sicurezza e, poche ore dopo, denuncia di aver subito «misgendering»: qualcuno non si è rivolto a lui col genere corretto. Nel commissariato non è riconosciuto e solo successivamente viene arrestato. Nel carcere femminile, secondo le testimonianze, continua a commettere violenze fino alle scorse settimane, quando si presenta a processo truccato e chiedendo di essere chiamato «Cleopatra». Il verdetto è atteso nei prossimi giorni.
Luca Casarini. Nel riquadro, il manifesto abusivo comparso a Milano (Ansa)
Quando non è tra le onde, Casarini è nel mare di Internet, dove twitta. E pure parecchio. Dice la sua su qualsiasi cosa. Condivide i post dell’Osservatore romano e quelli di Ilaria Salis (del resto, tra i due, è difficile trovare delle differenze, a volte). Ma, soprattutto, attacca le norme del governo e dell’Unione europea in materia di immigrazione. Si sente Davide contro Golia. E lotta, invitando anche ad andare contro la legge. Quando, qualche giorno fa, è stata fermata la nave Humanity 1 (poi rimessa subito in mare dal tribunale di Agrigento) Casarini ha scritto: «Abbatteremo i vostri muri, taglieremo i fili spinati dei vostri campi di concentramento. Faremo fuggire gli innocenti che tenete prigionieri. È già successo nella Storia, succederà ancora. In mare come in terra. La disumanità non vincerà. Fatevene una ragione». Questa volta si sentiva Oskar Schindler, anche se poi va nei cortei pro Pal che inneggiano alla distruzione dello Stato di Israele.
Chi volesse approfondire il suo pensiero, poi, potrebbe andare a leggersi L’Unità del 10 dicembre scorso, il cui titolo è già un programma: Per salvare i migranti dobbiamo forzare le leggi. Nel testo, che risparmiamo al lettore, spiega come l’Ue si sia piegata a Giorgia Meloni e a Donald Trump in materia di immigrazione. I sovranisti (da quanto tempo non sentivamo più questo termine) stanno vincendo. Bisogna fare qualcosa. Bisogna reagire. Ribellarsi. Anche alle leggi. Il nostro, sempre attento ad essere politicamente corretto, se la prende pure con gli albanesi che vivono in un Paese «a metà tra un narcostato e un hub di riciclaggio delle mafie di mezzo mondo, retto da un “dandy” come Rama, più simile al Dandy della banda della Magliana che a quel G.B. Brummel che diede origine al termine». Casarini parla poi di «squadracce» che fanno sparire i migranti e di presunte «soluzioni finali» per questi ultimi. E auspica un modello alternativo, che crei «reti di protezione di migranti e rifugiati, per sottrarli alle future retate che peraltro avverranno in primis nei luoghi di “non accoglienza”, così scientificamente creati nelle nostre città da un programma di smantellamento dei servizi sociali, educativi e sanitari, che mostra oggi i suoi risultati nelle sacche di marginalità in aumento».
Detto, fatto. Qualcuno, in piazzale Cuoco a Milano, ha infatti pensato bene di affiggere dei manifesti anonimi con le indicazioni, per i migranti irregolari, su cosa fare per evitare di finire nei centri di permanenza per i rimpatri, i cosiddetti di Cpr. Nessuna sigla. Nessun contatto. Solo diverse lingue per diffondere il vademecum: l’italiano, certo, ma anche l’arabo e il bengalese in modo che chiunque passi di lì posa capire il messaggio e sfuggire alla legge. Ti bloccano per strada? Non far vedere il passaporto. Devi andare in questura? Presentati con un avvocato. Ti danno un documento di espulsione? Ci sono avvocati gratis (che in realtà pagano gli italiani con le loro tasse). E poi informazioni nel caso in cui qualcuno dovesse finire in un cpr: avrai un telefono, a volte senza videocamera. E ancora: «Se non hai il passaporto del tuo Paese prima di deportarti l’ambasciata ti deve riconoscere. Quindi se non capisci la lingua in cui ti parla non ti deportano. Se ti deportano la polizia italiana ti deve lasciare un foglio che spiega perché ti hanno deportato e quanto tempo deve passare prima di poter ritornare in Europa. È importante informarci e organizzarci insieme per resistere!».
Per Sara Kelany (Fdi), «dire che i Cpr sono “campi di deportazione” e “prigioni per persone senza documenti” è una mistificazione che non serve a tutelare i diritti ma a sostenere e incentivare l’immigrazione irregolare con tutti i rischi che ne conseguono. Nei Cpr vengono trattenuti migranti irregolari socialmente pericolosi, che hanno all’attivo condanne per reati anche molto gravi. Potrà dispiacere a qualche esponente della sinistra o a qualche attivista delle Ong - ogni riferimento a Casarini non è casuale - ma in Italia si rispettano le nostre leggi e non consentiamo a nessuno di aggirarle». Per Francesco Rocca (Fdi), si tratta di «un’affissione abusiva dallo sgradevole odore eversivo».
Casarini, da convertito, diffonde il verbo. Che non è quello che si è incarnato, ma quello che tutela l’immigrato.
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