Pur di difendere Fassino, l’Elefantino si è inventato un «diritto al taccheggio» (leggi: esproprio proletario) degno della peggiore tradizione comunista, a cui è tornato dopo la sbandata berlusconiana. Confessando di aver rubato pure lui, in gioventù, un libro.
L’ex magistrato prova a evitare la convocazione in commissione parlamentare fissata per il 2 maggio: «Ho altri impegni, dovete rinviare». La replica: «Vuole scegliersi la data in base alle sue esigenze politiche».
I legali chiedono la libertà per l’ex commissario dell’Arti Alfonso Pisicchio, ma emergono nuove accuse. La Procura sentirà un giornalista: avrebbe avvisato il governatore di una perquisizione.