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San Siro, rogito firmato e indagine in Procura
Stadio di San Siro (Imagoeconomica)
Ieri il Meazza è diventato, per 197 milioni, ufficialmente di proprietà di Milan e Inter. Una compravendita sulla quale i pm ipotizzano una turbativa d’asta: nel mirino c’è il bando, contestato da un potenziale acquirente per le tempistiche troppo strette.

Azione-reazione, come il martelletto sul ginocchio. Il riflesso rotuleo della Procura di Milano indica un’ottima salute del sistema nervoso, sembra quello di Jannik Sinner. Erano trascorsi pochi minuti dalla firma del rogito con il quale lo stadio di San Siro è passato dal Comune ai club Inter e Milan che dal quarto piano del tribunale è ufficialmente partita un’inchiesta per turbativa d’asta. Se le Montblanc di Paolo Scaroni e Beppe Marotta fossero state scariche, il siluro giudiziario sarebbe arrivato anche prima delle firme, quindi prima dell’ipotetica fattispecie di reato. Il rito ambrosiano funziona così.

«La separazione delle carriere dà completa attuazione alla Carta»
Valerio de Gioia (Imagoeconomica)
Il magistrato Valerio de Gioia: «Non capisco la netta chiusura di certi colleghi: il testo non mortifica le toghe. Sono favorevole al sorteggio del Csm: limiterà lo strapotere delle correnti. Pm sotto il governo? Nella riforma non c’è scritto».
La riforma della giustizia non terremota la Carta ma solo la partitocrazia delle toghe
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Ansa)
Nonostante gli strilli dell’opposizione, la tesi della Costituzione calpestata è una balla. A perdere peso sono le correnti, grazie ai sorteggi nei due Csm. Separare le carriere significa controllare le Procure? Follia.
Pm accusa: i giudici vogliono governare
Il magistrato penale Giuseppe Bianco (Imagoeconomica)
Alcune correnti delle toghe non sono solo sindacati di categoria, ma si muovono da partiti intervenendo su ogni cosa, da Sanremo a Gaza, facendo scelte di campo. Il problema è che poi usano il loro peso per guidare organi e condizionare tutti gli altri magistrati.
I pm ignorano la soluzione del caso Ramy
Ramy Elgaml (Ansa)
La Cassazione è chiara: nel caso ci sia una fuga dalle forze dell’ordine, chi deve pagare per i danni arrecati a cose o persone è chi si trova alla guida del mezzo che non ha rispettato l’alt. Eppure si continuano a fare perizie per «incastrare» i carabinieri.
Le Firme

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