Credo che uno degli errori in democrazia sia trasformare in tifoserie da stadio le diverse visioni che stanno a fondamento delle diverse gestioni della cosa pubblica. La propria squadra ha sempre ragione e l’altra sempre torto e, siccome non si è infallibili, i leader non sbagliano mai perché, ove sbagliano, o nessuno li critica oppure le critiche non fanno testo perché «vengono dall’altra parte»: e che volete che dica l’altra parte? Il risultato è che l’elettore - incapace di obiettare alla propria parte - smette di andare a votare. Se ne avvantaggia la sinistra, i cui elettori votano anche se la loro parte propone loro uno spaventapasseri. Tutto sto giro di parole ci serve perché ci tocca dire che il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sbagliato tutto sulla politica energetica in Regione.
L’Asia ha fame di lingotti e prepara di depositi. In Pakistan i pannelli solari mandano in crisi il sistema idrico. Gas russo, il prezzo alla Cina è scontatissimo. Rame ancora superstar, prezzo vicino ai massimi.
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Il Consiglio di Stato dà torto a Comune di Firenze e Soprintendenza che avevano bloccato un impianto vicino alle ville medicee: «L’interesse ad avere energia pulita supera quello del rispetto paesaggistico».
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Gli impianti fotovoltaici non creano problemi solo in Germania, ma per ragioni opposte pure in Australia: se c’è troppo sole, la produzione in eccesso causa instabilità alla rete. Il nodo è nella capacità di accumulo.
L’energia eolica in Europa sbatte contro i prezzi troppo bassi. Prezzi del litio ai minimi, ma la Cina scava ancora. I produttori di pannelli solari in Cina fanno cartello. Il Giappone verso l’addio al GNL russo.







