2025-04-04
I giudici invocano l’emergenza clima per poter imporre i pannelli solari
Il Consiglio di Stato dà torto a Comune di Firenze e Soprintendenza che avevano bloccato un impianto vicino alle ville medicee: «L’interesse ad avere energia pulita supera quello del rispetto paesaggistico».La Lanterna di Genova con i suoi 77 metri e i venti di Mistral che la investono sarebbe una perfetta pala eolica. E per evitare la pioggia agli spettatori si potrebbe fare una tettoia di pannelli solari sull’Arena di Verona e anche usare l’acqua Virgo, l’acquedotto di Augusto del primo secolo, che fa zampillare la fontana di Trevi per una efficientissima centrale idroelettrica. Albagie? Niente affatto; l’ideologia verde continua a essere professata nei tribunali italiani. Il Consiglio di Stato, supremo organo della giustizia amministrativa, ha sancito che il fotovoltaico vince su tutto, anche sulla tutela del patrimonio storico e paesaggistico. Si capisce così perché l’assalto delle pale eoliche sia inarrestabile nell’Appennino centrale tra Foligno e Fermo sino ad aggredire il parco nazionale dei Monti Sibillini, perché le eliche stiano devastando la Maremma e la Sardegna nonostante le proteste accesissime degli abitanti. Viene in mente Cervantes con i giudici a incarnare Sancho Panza e i cittadini nei panni di Don Chisciotte: «Soggiunse Sancho quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento... Ben si conosce, disse don Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado a entrar con essi in fiera e disugual tenzone». Senza contare che Enzo Serata, direttore dell’ Unità di informazione finanziaria (Uif), l’ente anti-riciclaggio della Banca d’Italia, in base all’analisi delle «Sos» (le operazioni sospette segnalate all’antiriciclaggio di Bankitalia) scrive nero su bianco: «Interessi della criminalità organizzata continuano a essere riscontrati nel settore delle energie rinnovabili, sia nelle fasi connesse all’acquisto delle aree da destinare agli impianti sia nelle attività di progettazione, costruzione e installazione degli stessi». Ma niente da fare: le energie rinnovabili trionferanno. Anzi – secondo i giudici – sono l’unico interesse da tutelare. Perciò il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di una famiglia fiorentina che voleva istallare sulla propria casa i pannelli fotovoltaici nonostante abiti in via Querciola – rilevantissima dal punto di vista paesaggistico – e sia confinante con alcune ville medicee. Tutta l’area rientra nei «centri storici minori-borghi storici» del registro urbanistico fiorentino e dunque è vincolata strettamente alle leggi di rispetto del paesaggio e dei beni culturali. Ma i sostenitori del fotovoltaico non si sono dati per vinti. Visto che nel 2021 hanno loro respinto la richiesta per intervento della Soprintendenza che ha giudicato il progetto non conforme «considerata l’estrema vicinanza dell’edificio al sistema delle ville medicee» valutazione su cui ha concordato il Comune anche in sede di riesame, hanno cambiato il disegno e sono tornati alla carica facendo anche ricorso al Tar della Toscana. Che nel 2022 ha dato ragione al Comune di Firenze e torto alla famiglia di via della Querciola. Da qui l’ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. E stavolta c’è stato un trionfo verde a Palazzo Spada perché- si legge nel dispositivo dei giudici amministrativi - «la presenza del fotovoltaico sul tetto, alla luce delle sopravvenute esigenze energetiche, non può essere più percepita in assoluto come fattore di disturbo visivo». I supremi giudici aggiungono, dando torto a Comune di Firenze e Sovrintendenza preoccupati di difendere l’eredità del Rinascimento, «l’interesse ad avere energia pulita supera quello del rispetto paesaggistico quando per colore e consistenza l’istallazione dei pannelli rappresenta una soluzione progettuale che minimizza l’impatto del fotovoltaico sul tetto, che appare armonizzarsi con il contesto circostante». Insomma più del decor poté il digiuno! Secondo il Consiglio di Stato il fotovoltaico sul tetto può essere vietato solo nelle «aree non idonee» individuate dalle Regioni. E’ andata- per ora - diversamente ad Alagna, in val Sesia ai piedi del Monte Rosa, dove l’intero paese si è schierato contro l’ennesimo parco fotovoltaico che una società francese voleva istallare su dieci ettari di terreno agricolo. Di fatto quei pannelli circonderebbero le case e il castello di Alagna. Per questo al Sindaco Renato Lavezzi e la Soprintendenza si sono schierati contro il progetto considerando anche che nel territorio del Comune di Alagna ci sono già tre impianti. Tutta la Lomellina – zona di risaie e di intensa biodiversità – è assediata dai pannelli e da progetti che intendo trasformare i campi in centrali elettriche. Il Tar della Lombardia ha dato ragione a Comune e abitanti, ma ora pende il ricorso al Consiglio di Stato e il pronunciamento sul caso fiorentino rischia di diventare un precedente. Pericoloso solo per chi difende ambiente, paesaggio, centri storici perché altri preferiscono i pannelli ai castelli. È il caso dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi che, in totale obbedienza al diktat verde dell’allora coppia di fatto Frans Timmermans - Ursula von der Leyen, ha abrogato una norma del codice ambientale consentendo l’istallazione di pannelli e rotori anche nelle aree protette. L’Europa si sa per Draghi può tutto! Infatti lui ha dato via libera anche agli espropri tra privati perché il decreto semplificazioni del giugno 2021 consente a chi ha presentato un progetto per istallare impianti di energia rinnovabile di costringere i proprietari dei terreni che rifiutano di affittare o vendere a subire comunque gli impianti. La religione del green, come si vede, non ammette eresie!
Francesca Albanese (Ansa). Nel riquadro il murales che la ritrae con Greta Thunberg, abbracciate da un miliziano di Hamas, e lo stesso graffito vandalizzato
Nella quarta e ultima puntata, il Maestro Muti ci introduce al capolavoro mozartiano, in costante equilibrio tra gioco diabolico e tragedia. La luce sinistra del libertino illumina la scena. Quando svanisce gli altri personaggi non si sentono sollevati, ma smarriti.
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