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Isis e nuove milizie. Se la Siria esplode rischiamo anche noi
L'attentato alla chiesa di Damasco del 22 giugno (Ansa)
  • L’attentato alla chiesa di Damasco è opera di un gruppo appena nato. I negoziati con Israele e le ambiguità del leader Al Sharaa.
  • L’esperta Elisa Garfagna: «Oggi lo Stato islamico si concentra su Africa e Medio Oriente. I terroristi sfruttano l’Intelligenza artificiale e la conoscenza dei social. Il loro target sono gli adolescenti. Obiettivo: radicalizzare e reclutare».
  • Nell’agosto 2023 lo Stato islamico ha annunciato l’insediamento di un nuovo comandante: Abu Hafs al-Hashimi al-Qurashi. La nomina è stata resa pubblica tramite un messaggio audio diffuso dalla macchina propagandistica jihadista, nel quale il nuovo portavoce del gruppo, Abu Hudhayfah al-Ansari, ha proclamato la sua lealtà al nuovo «califfo».

Lo speciale contiene tre articoli.

Dietrofront Eliseo: «Cooperare con Putin»
Emmanuel Macron e Vladimir Putin durante un vertice nel 2019 (Ansa)
  • Dopo aver goffamente mostrato i muscoli e paventato di schierare i soldati, Macron offre aiuto ai servizi del Cremlino. L’Ue smentisce il coinvolgimento di Kiev nell’attentato di venerdì, ma lo zar insiste: «I terroristi erano islamici, ma chi li aspettava oltre il confine?».
  • Non tutte le milizie cecene stanno con Kadyrov. Alcune combattono contro Mosca.

Lo speciale contiene due articoli.

I golpisti del Niger non arretrano: Ecowas vicina all’intervento armato
I membri dell'Ecowas riuniti il 17 agosto 2023 (Ansa)
  • Si allontana la via diplomatica tra la giunta e gli Stati dell’Africa occidentale, riuniti in Ghana. L’operazione militare alimenterebbe però i flussi verso il Mediterraneo dei migranti di passaggio nel territorio nigerino.
  • Almeno 55 morti a Tripoli dopo gli scontri tra Brigata 444 e forze Rada, entrambe filo governative. All’origine delle ostilità, l’ipotesi di avvicinamento ad Haftar.

Lo speciale contiene due articoli.

I nostri giacimenti di petrolio in balia dei miliziani che ci ricattano con i migranti
Ansa

La situazione è sempre più tesa in Libia. Tecnici e operatori Oil&Gas iniziano ad abbandonare il Paese. Michele Marsiglia di Federpetroli: «Non possiamo esporre a rischio risorse umane». Alberto Negri: «Le milizie dovevano essere coinvolte negli accordi politici».

Il solito Macron gioca sporco contro di noi
Ansa
Matteo Salvini svela ciò che tutti sanno: «Parigi mette a rischio il Nord Africa per i propri interessi». Tra gli agitatori spicca infatti Salah Badi, pedina di Nicolas Sarkozy durante la caduta di Mohammar Gheddafi. Il piano è chiaro: espellerci dal Paese per accaparrarsi il petrolio.
Le Firme

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