giorgio bocca

Quanti democratici con il fez nell’armadio
Da sinistra in senso orario: Indro Montanelli, Michelangelo Antonioni, Eugenio Scalfari e Giorgio Bocca (Ansa)
Fascisti convinti fino al 25 luglio 1943, nel dopoguerra molti intellettuali di primo piano seppero rifarsi una verginità politica. La lunga lista dei voltagabbana è stata compilata da Nino Tripodi in un libro ristampato da poco. E le sorprese non mancano.
La grande lezione del Bocca furioso agli intellettuali della sinistra chic
Giorgio Bocca (Getty images)
Già negli anni Novanta e Duemila il giornalista prendeva di mira i liberal che si sentono moralmente superiori e hanno la tara dei diritti: «Oggi a essere progressisti sono i ricchi; i poveri sono reazionari»
Non è razzismo, è conflitto sociale. Bocca lo spiegava già 30 anni fa
Getty Images
Nel 1988 il giornalista di sinistra pubblicò una inchiesta sulla discriminazione in cui compaiono le stesse polemiche di oggi. Mostrò che il nostro Paese non odia i diversi: l'immigrazione mal gestita crea tensioni.
Schietto e fazioso, non ti annoiava mai
ANSA
Nella mia personale classifica Indro Montanelli era il numero 1, mentre Giorgio Bocca stava alla pari con Enzo Biagi. Insieme schierato e autonomo, il suo credo politico nel tempo è cambiato: elogiò Bettino Craxi, poi votò Lega perché lo aveva cacciato. Infine contrastò anche il Carroccio.
«L’Espresso» delira contro Salvini ma dimentica i suoi (veri) razzisti
Il settimanale paragona il decreto immigrazione alle leggi del 1938, che Eugenio Scalfari e Giorgio Bocca difendevano. Il capo dell'Unar, Luigi Manconi, prende le parti di Edoardo Albinati, lo scrittore che invocava la morte dei bimbi sull'Aquarius.
Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Change privacy settings