gianluca savoini

Damilano rivendica il finto scoop: «Così abbiamo affossato Salvini»
Marco Damilano (Getty Images)

Dopo giorni, l’ex direttore dell’«Espresso» rompe il silenzio. Ma non dice nulla sul trappolone al Metropol organizzato dai suoi cronisti e scoperto dalla «Verità». Cerca solo di ingraziarsi Fdi per blindarsi il posto.

Meranda sapeva del libro sulla Lega almeno un mese prima della pubblicazione
Gianluca Meranda
Un audio svela che l’avvocato era già stato informato dell’uscita. Nella registrazione insulti a Matteo Salvini e ai membri del partito: «Ignoranti. Facciamo il segno della croce».
I Metropol su cui i pm non indagarono
Gianluca Savoini. In alto a destra Francesco Vannucci e, sotto, Gianluca Meranda (Ansa)

Prima e dopo il trappolone teso a Savoini, l’agente dell’«Espresso» Meranda e il suo compare avevano intavolato altre trattative per partite di petrolio. Tutte fallite. E nessuna degna di interesse per la Procura, che si accende solo quando si parla di Salvini.

A occultare, omettere e oscurare è Damilano
Marco Damilano (Ansa)
L’allora direttore dell’«Espresso» iniziò così l’editoriale che, nei suoi piani, doveva inchiodare Matteo Salvini al suo silenzio. Ora che però le carte sono scoperte, ne subisce il contrappasso. Adesso è lui a dover parlare e non può nascondersi dietro il cavallino della Rai.
Nome per nome, la rete massonica dell'agente anti-Lega dell'«Espresso»
Gianluca Meranda
Nuove e clamorose carte sul trappolone Metropol: dalla loggia del paese di Matteo Messina Denaro all’ex deputato dem Khalid Chaouki.
Le Firme

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