Pechino è diventato il partner commerciale più importante per Merz superando gli Stati Uniti. Intanto Volkswagen ferma la produzione di Golf a causa del mancato arrivo dei chip dell’asiatica Nexperia.
Rheinmetall, big dei veicoli da guerra, acquista la tedesca Nvl e si allarga sulla marina. Se però Fincantieri punta i sottomarini di ThyssenKrupp, il governo si mette di traverso.
L’ammucchiata messa in piedi appositamente per tenere Afd fuori dalla stanza dei bottoni naufraga al primo voto sotto i colpi dei franchi tiratori. Friedrich Merz passa soltanto al secondo tentativo: non era mai successo, una macchia indelebile sul suo esecutivo. Weidel al contrattacco dopo il report degli 007: «Cancelliere screditato, torniamo alle urne».
Per la prima volta dal 1949 il capo dell’esecutivo tedesco non si fa eleggere al primo colpo. E finisce sotto il fuoco di 18 franchi tiratori (Spd al centro dei sospetti). Il via libera del pomeriggio, con 325 voti, non cancella l’onta subita. Giorgia Meloni: «Rilanciamo l’auto insieme».