Pd e compagni europei vedono il complotto: i gilet gialli sarebbero pupazzi della Casa Bianca e non cittadini arrabbiati con Emmanuel Macron. Pur di mantenere lo status quo, l'intellighenzia è disposta a sacrificare pure Parigi.
L'impianto fiscale del presidente francese scricchiola sempre più. Pronto a rinunciare anche alla tassa sulla fortuna immobiliare. The Donald ironizza sull'accordo sul clima e sulle tasse ecologiche: «Felice che lo abbia capito, anche se due anni dopo di me».
Pure autisti d'ambulanza, agricoltori e liceali sul piede di guerra. Un portavoce chiede di nominare premier il generale Pierre de Villiers.
Mentre nel Paese si moltiplicano le proteste e i partiti di opposizione chiedono all'Eliseo di avviare un dialogo con i rivoltosi, il presidente non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione sul tema, generando malumore persino all'interno di En Marche.
Scene da guerra civile a Parigi e in tutto il Paese: 270 arresti, 80 feriti, cariche della polizia e auto in fiamme. Invasa la pista dell'aeroporto di Nantes. I black bloc prendono il controllo dei cortei e aiutano il presidente a screditare la protesta dei cittadini.
Il presidente ha fatto flop e la nazione ribolle: scontri a Parigi con la polizia. Accuse ridicole a Marine Le Pen: «La colpa è sua». L'immagine inviata da Parigi nella giornata di ieri è quella di una Francia divisa in tre: quella dei ricchi e delle élite, quella della ex classe media (sempre più povera) e poi c'è la Francia delle banlieue in mano agli integralisti islamici che, ovviamente, non si sono visti indossare dei gilet gialli.