2018-11-25
Macron assediato all’Eliseo fa manganellare i suoi cittadini
Il presidente ha fatto flop e la nazione ribolle: scontri a Parigi con la polizia. Accuse ridicole a Marine Le Pen: «La colpa è sua». L'immagine inviata da Parigi nella giornata di ieri è quella di una Francia divisa in tre: quella dei ricchi e delle élite, quella della ex classe media (sempre più povera) e poi c'è la Francia delle banlieue in mano agli integralisti islamici che, ovviamente, non si sono visti indossare dei gilet gialli.Il re è nudo. O meglio il presidente francese è nudo. La seconda manifestazione dei Gilet Gialli ha rivelato la vera faccia del macronismo: la repressione e il rifiuto del dialogo con il proprio popolo. E così mentre Emmanuel Macron si pavoneggia nei summit dell'Ue tentando di farsi passare come il «salvatore della patria» europea, nel suo paese non esita a usare i manganelli contro i propri concittadini. Dei francesi comuni che, dall'epoca della presidenza di François Hollande in poi, tirano sempre più la cinghia e sono in balìa dell'élite che li governa e che si dimentica di loro quando va a Bruxelles. L'immagine inviata da Parigi nella giornata di ieri è quella di una Francia divisa in tre: quella dei ricchi e delle élite, quella della ex classe media (sempre più povera) e poi c'è la Francia delle banlieue in mano agli integralisti islamici che, ovviamente, non si sono visti indossare dei gilet gialli. Questa divisione è sempre più profonda e solo una parte dei parlamentari de La République en Marche - il partito del presidente - se ne sta rendendo conto, visto che nelle rispettive circoscrizioni devono affrontare critiche feroci da parte degli elettori. Più che «Repubblica in marcia», la Francia sembra essere la repubblica della sommossa ed è lecito pensare che si siamo solo all'inizio. Con lo schieramento di forze dell'ordine visto in questi giorni Oltralpe, Emmanuel Macron sembra aver dimenticato le sue parole del giugno scorso, quando nel pieno della vicenda Aquarius aveva denunciato «la parte di cinismo e di irresponsabilità dell'Italia». Lui, che non ha mai risparmiato critiche al governo di Roma, ora si trova in forte difficoltà e non lesina sul cinismo. Alla base di tutta questa situazione c'è una congiuntura economica complicata. La Francia, storicamente dotata di un'elefantiaca struttura statale e di un granitico stato sociale, non può' più contare su entrate illimitate. La pressione fiscale ha raggiunto livelli record. La classe media è sempre più tartassata dal fisco mentre i più abbienti sono stati esentati (da Emmanuel Macron) da vari balzelli. Inoltre Parigi non può' più chiedere sconti a Bruxelles. Se lo facesse, darebbe ancora più ragione agli euroscettici al governo in Italia, Ungheria e altrove in Europa. Non va poi dimenticato che lo stato sociale transalpino è sempre meno generoso con chi lavora. In compenso - per rispondere a esigenze ideologiche o elettorali - da Hollande in poi questo stato sociale ha elargito sussidi o sconti fiscali a: immigrati (anche irregolari); famiglie di tutti i tipi, aumentate dopo l'approvazione della legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso; disoccupati di lungo corso che - in alcuni casi - sono andati ad ingrossare il corpaccione dell'estremismo islamico. Questi ultimi possono essere casi limite, però esistono. E la base non sopporta più tali privilegi, che provocano una distorsione della redistribuzione delle risorse nonché precarizzazione.Il timore del governo guidato da Edouard Philippe di perdere la mano sulla situazione è ormai evidente. Un'ulteriore prova è arrivata ieri dalle parole del ministro dell'Interno, Christophe Castaner, che commentando la situazione sugli Champs-Elysées ha attribuito al partito di Marine Le Pen la responsabilità delle sommosse. La leader del Rassemblement national aveva invitato, giorni fa, a manifestare il 24 novembre. Il ministro dell'Interno ha dichiarato: «L'ultradestra si mobilita e tenta di sollevare delle barricate… I sediziosi hanno risposto all'appello di Marine Le Pen e vogliono prendersela contro le istituzioni e i parlamentari». Ma se è vero che le abitazioni di alcuni parlamentari della maggioranza sono state prese di mira dai manifestanti nei giorni scorsi, è anche vero che molti testimoni (oggi sul sito Web della Verità pubblichiamo un contributo video a riguardo), presenti nelle manifestazioni di ieri, hanno confermato le cariche della polizia su persone riunite pacificamente. Il carattere pacifico è stato tra l'altro confermato ancora più dalle numerose manifestazioni che si sono svolte un po' ovunque in Francia. Alle 16 di ieri, il ministero dell'Interno francese ha dichiarato che, in tutta la nazione, circa 81.000 persone hanno partecipato alle manifestazioni. Tra queste, 8.000 lo hanno fatto a Parigi. Sebbene in alcune zone - come nel Sud Est del paese - siano stati organizzate «barriere filtranti» su strade e autostrade, non ci sono stati scontri con le forze dell'ordine e poche tensioni con gli automobilisti.Agli occhi di buona parte dei suoi connazionali, Emmanuel Macron assomiglia sempre più ad un re superbo rinchiuso nella torre d'avorio del palazzo dell'Eliseo, dove non vuole che arrivi il popolo. Nel tardo pomeriggio il presidente ha voluto ringraziare la polizia e ricordare che «non c'è spazio per la violenza in questa Repubblica». François Ruffin, deputato del partito comunista di France insoumise, ha addirittura paragonato Macron alla regina «Maria Antonietta durante la rivoluzione Francese». Parlando con i gilet gialli, si comprende la sensazione di frattura che attraversa la Francia. Una frattura ben rappresentata dalle barriere di poliziotti sui camion anti sfondamento. Un brutto colpo per la patria dell'égalité e della fraternité.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)