
Scene da guerra civile a Parigi e in tutto il Paese: 270 arresti, 80 feriti, cariche della polizia e auto in fiamme. Invasa la pista dell'aeroporto di Nantes. I black bloc prendono il controllo dei cortei e aiutano il presidente a screditare la protesta dei cittadini.Parigi è in fiamme. La Francia brucia. Il terzo atto della protesta dei gilet gialli si è svolto ancora sotto i colpi di lacrimogeni, con le cariche della polizia e la devastazione nel cuore della Ville lumière. Il Paese insorge, ma il governo di Edouard Philippe e il presidente, Emmanuel Macron (in Argentina per il G20), non cambia idea. Il bilancio della giornata è da guerra civile e le cifre sono in costante cambiamento. Mentre il giornale va in stampa si registrano 270 arresti, 80 feriti tra civili e forze di sicurezza, auto bruciate, banche e negozi attaccati. I media francesi parlano ormai apertamente di insurrezione, di clima da maggio 1968. Già dalle prime ore del mattino la polizia ha fatto uso di lacrimogeni e cannoni ad acqua. Segno di un cambiamento di strategia rispetto a sabato scorso, quando si è cercato di evitare il contatto tra manifestanti e forze dell'ordine. «Gli ordini ricevuti erano diversi», conferma alla Verità, Thomas Toussaints, delegato nazionale del sindacato Crs unsa police, «le forze dell'ordine hanno potuto essere più reattive. La prova viene anche dal numero di fermi. A metà giornata erano praticamente equivalenti al numero di sabato scorso a fine giornata».Nel resto della Francia non è andata meglio. Se questo sabato primo dicembre si era aperto nella calma e in un clima festivo, nel corso del pomeriggio la situazione è degenerata. A Charleville Mézière, i primi scontri con diversi feriti e almeno quattro persone arrestate. A Nantes, circa 150 gilet gialli, secondo fonti della polizia, hanno invaso la pista d'atterraggio dell'aeroporto. Ad Avignone, dove la manifestazione si era svolta nella calma durante tutta la giornata, a fine pomeriggio, in alcune vie del centro città sono state issate delle barricate. A Marsiglia i manifestanti hanno bloccato il porto vecchio mentre a Bordeaux, le forze dell'ordine hanno usato i lacrimogeni. La prefettura della cittadina di Puy en Velay - nel centro della Francia - è stata presa d'assalto da alcuni facinorosi. Sono stati comunque molti i luoghi in cui i gilet gialli hanno dimostrato pacificamente e non ci sono state infiltrazioni di black bloc. Di fronte a questa situazione, il governo è rimasto in silenzio praticamente tutta la giornata. A fine mattinata il primo ministro, Edouard Philippe, insieme al ministro dell'interno, Christophe Castaner, hanno visitato la sala operativa della prefettura di Parigi. Il primo ministro si è limitato a dire che «le forze dell'ordine hanno mostrato la pertinenza del dispositivo» e che l'alto numero di arresti «dimostra la violenza verso le forze dell'ordine e la nostra determinazione a non lasciare passare nulla». Nel pomeriggio, Edouard Philippe ha deciso di non partecipare all'assemblea de La République en Marche, riunita per eleggere il nuovo numero uno. Poco prima delle 19, Laurent Nunez, sottosegretario all'Interno, ha detto su Bfm Tv che «il governo sta ristabilendo l'ordine».Le reazioni delle forze politiche non si sono fatte attendere. Marine Le Pen, dopo aver ringraziato via Twitter «i gilet gialli che hanno fatto scudo con il loro corpo cantando la Marsigliese per proteggere la fiamma del milite ignoto contro i casseur», poi si è rivolta direttamente a Macron. «Domando al presidente della Repubblica», ha scritto in un tweet, «che ha lasciato aggravare la situazione in proporzioni incredibili, di ricevere i capi dei partiti d'opposizione (...) non appena tornato dall'Argentina».Laurent Wauquiez, leader del partito dei Repubblicani, ha chiesto un referendum sul piano della transizione ecologica. Il leader del partito di destra moderata Debout la France, ha accusato il ministro dell'Interno via Twitter. «Scene di disordine insostenibili», ha scritto Dupont Aignan, «ciò prova che Castaner sa fare il forte con i gilet gialli pacifici, ma debole con i casseur di estrema sinistra». In effetti sull'Arco di trionfo dei vandali hanno scritto con lo spray vari messaggi. Tra i quali quelli di militanti di estrema sinistra. Per conoscere la reazione del presidente francese, è stato necessario attendere fino a dopo le 20. Esprimendosi da Buenos Aires a margine del G20, Macron ha tenuto un lungo discorso nel quale ha parlato di ecologia e di Europa, di collaborazione con l'Africa, di alleanze commerciali internazionali, di prezzo del petrolio. Il tutto ricordando che «non ci sono due pianeti e due mondi». In altre parole: quello che faccio qui al G 20 serve anche per la Francia. Solo alla fine ha parlato della guerriglia parigina. Macron ha detto: «Ciò che è successo a Parigi non ha nulla a vedere con l'espressione di una collera pacifica. Nulla giustifica attacchi alla polizia, saccheggi, atti vandalici. Chi fa questo tradisce la causa che dice di difendere. Rispetterò sempre la contestazione e ascolterò sempre le opposizioni ma non accetterò mai la violenza».La situazione a Parigi, dopo le 20 rimane confusa. In molte piazze continuano a svolgersi scontri tra forze dell'ordine e black bloc. Da place Vendome a Rue de Rivoli, dove sono state incendiate anche alcune vetture, da place Saint Augustin ad altre vie del centro. I gilet gialli invitati dai media, esprimono un sentimento di delusione dopo le parole del presidente e sono pronti a continuare la protesta. Non è da escludere che presto ci sia un quarto Atto della protesta, ma non è detto che la notte porti altri scontri. La tensione resta altissima. Domattina Macron, di ritorno dall'Argentina riunirà i vertici della sicurezza. I gilet gialli attendono pronti a reagire. Per Emmanuel è sempre più dura.
Roberto Crepaldi
La toga progressista: «Voterò no, ma sono in disaccordo con il Comitato e i suoi slogan. Separare le carriere non mi scandalizza. Il rischio sono i pubblici ministeri fuori controllo. Serviva un Csm diviso in due sezioni».
È un giudice, lo anticipiamo ai lettori, contrario alla riforma della giustizia approvata definitivamente dal Parlamento e voluta dal governo, ma lo è per motivi diametralmente opposti rispetto ai numerosi pm che in questo periodo stanno gridando al golpe. Roberto Crepaldi ritiene, infatti, che l’unico rischio della legge sia quello di dare troppo potere ai pubblici ministeri.
Magistrato dal 2014 (è nato nel 1985), è giudice per le indagini preliminari a Milano dal 2019. Professore a contratto all’Università degli studi di Milano e docente in numerosi master, è stato componente della Giunta di Milano dell’Associazione nazionale magistrati dal 2023 al 2025, dove è stato eletto come indipendente nella lista delle toghe progressiste di Area.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.






