(IStock)
Addio a ovuli e spermatozoi: in un laboratorio ne hanno prodotti alcuni in vitro partendo da cellule staminali. Non hanno cuore o inizio di cervello. Serviranno per studiare le malattie o condurranno all’uomo artificiale?
«Ma quale infamia. Ma quale abuso. Ma quale vergogna. Battersi per la vita come fa la Polonia, anche quando questa è malformata o in caso di malattie del feto, cancella l'inciviltà che viene messa in atto in molti Stati che, con il pretesto che alcuni bambini nel grembo non siano perfettamente sani (peraltro mediante diagnosi prenatali spesso errate), autorizza l'eugenetica come fosse acqua fresca» ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus sulla decisione della Corte Costituzionale della Polonia di proteggere la vita dei nascituri anche se con malattie o disabilità.
«I legislatori italiani prendano esempio dalla Polonia che è tra i paesi in Europa che hanno il tasso minore di mortalità materna nonostante le restrizioni sull'aborto (dati della World Bank e WHO). Deve essere chiaro che i veri problemi delle famiglie che hanno figli con patologie e malformazioni sono la mancanza di sostegno da parte dello Stato, la carenza di servizi che le aiutino nella gestione della vita quotidiana e l'esclusione sociale di tutto il nucleo familiare, sempre più emarginato e relegato ai confini della società. Come Onlus aiutiamo queste persone e conosciamo bene gli ostacoli che devono affrontare da soli; ogni famiglia aiutata è un bambino salvato" ha continuato Jacopo Coghe vicepresidente di Pro Vita e Famiglia. "Ma quale società crudele stiamo creando? Non vediamo quante persone disabili hanno contribuito e stanno contribuendo all'umanità? Persone come John Hockenberry, Stephen Hawking o Nick Vujicic per esempio. Seguendo questa logica di morte, persone come Stevie Wonder, musicista, Frida Kahlo, pittrice, Andrea Bocelli, potrebbero essere state abortite» ha concluso Brandi.