«Anche una notizia non data è una fake news», ha scritto Elon Musk sul suo X. Dovessimo prenderlo alla lettera, gran parte dello scenario informativo italiano, spesso fatto di omissioni e bufale non smentite, potrebbe finire nel calderone delle fake news: un mondo parallelo dove la verità non corrisponde più alla realtà. Basti pensare a come buona parte della stampa italiana ha trattato le notizie su pandemia, guerra e clima.
Indimenticabili vette oniriche sono state conquistate da Repubblica, che a marzo del 2022 ha descritto il battaglione Azov, compagnia di matrice neonazista, come un gruppo di giovani studiosi che in trincea leggono Kant. Ancora ad agosto 2024 Ilario Piagnerelli del Tg1 intervista candidamente un soldato ucraino che indossa un simbolo nazista. Surreale e a tratti comica anche la ricostruzione dello scenario di guerra nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, in Ucraina. Siamo ad aprile 2022 e i media britannici pubblicano un grafico dell’edificio. In Italia Porta a Porta, Controcorrente e Piazza Pulita utilizzano invece un’illustrazione tratta da un videogioco, Blackout. La passione per la realtà virtuale al posto di quella reale non è una novità: a gennaio 2021, nei giorni dell’assalto a Capitol Hill, durante il telegiornale, Enrico Mentana e Gerardo Greco commentano un «live footage» dell’assalto dell’edificio governativo che in realtà è un frame di Project X-Una festa che spacca: uno dei protagonisti che spara fuoco con un lanciafiamme viene fatto passare per sostenitore di Trump.
La disinformazione trionfa soprattutto in pandemia: a novembre 2021 a Piazza Pulita Matteo Bassetti dà in pasto a milioni di telespettatori un inverosimile dato di mortalità da Covid nei bambini: l’1% (in realtà è lo 0,0003%) zittendo malamente chi prova a contraddirlo. A fare le spese della manipolazione delle notizie è anche l’ex corrispondente del Tg1 a Mosca, Marc Innaro, oggi al Cairo. Quando racconta che la centrale ucraina di Zaporizhzhia era stata espugnata dall’esercito di Vladimir Putin fin dal 28 febbraio 2022 (e non dopo, come qualcuno voleva far credere) e dunque era inverosimile che l’esplosione a uno dei reattori nucleari fosse imputabile a Mosca, il sottosegretario Benedetto Della Vedova, ospite in studio, salta sulla sedia accusando il giornalista Rai di «disinformare». Stesso episodio in pandemia: a fine 2020, ospite di Fabio Fazio, Innaro parla della gestione pandemica russa raccontando che a Mosca stanno sperimentando le trasfusioni con il plasma umano. Un paonazzo Roberto Burioni parla di «antiscienza». Si tratta dello stesso Burioni che poche settimane fa, ospite di Fazio che lo fa parlare sempre senza contraddittorio, dichiara che «non è vero che il vaccino contro il Covid abbia causato effetti collaterali», che però sono certificati perfino dalle agenzie ufficiali di farmacovigilanza. E ancora: se l’inviata del Tg1 Stefania Battistini va al fronte ucraino in modalità «embedded» con le truppe di Kiev, Innaro - che avrebbe voluto documentare la situazione dal fronte russo - viene bloccato dall’allora ad Rai Carlo Fuortes che in una mail gli scrive: noi non andiamo embedded con le parti in causa a fare propaganda di guerra. Come no. Tra i meriti dei giornalisti italiani c’è la surreale versione sul sabotaggio del gasdotto russo Nord Stream, costato 12 miliardi di dollari, la metà dei quali russi: quale interesse poteva avere Mosca ad autosabotarsi? Nessuno e infatti le responsabilità sono ucraine.
Manipolazioni sostanziali anche sui cambiamenti climatici. Quando l’Emilia-Romagna finisce sotto il fango delle alluvioni a maggio 2023, i media si affrettano ad addebitare le responsabilità ai cambiamenti climatici. Eppure nel vicino Veneto, guidato dal leghista Luca Zaia, cade la stessa quantità di pioggia senza causare gli stessi danni.
Infine, sull’economia e i vari disastri annunciati, dai dazi di Trump alla Brexit, persino il prudente Ferruccio de Bortoli ha ammonito, sul Corriere: «Viene ovviamente il dubbio, ampiamente giustificato, se non si debba essere un po’ più prudenti nelle previsioni, arte di questi tempi assai spericolata».







