2022-09-14
Svolta nei servizi: più forti all’estero e attacchi cyber
Franco Gabrielli (Imagoeconomica)
Tre emendamenti al dl Aiuti bis danno continuità al Copasir e autorizzano lo spionaggio e la difesa degli asset economici.Il difficile parto del decreto Aiuti bis ha visto un compromesso al ribasso sul fronte del Superbonus, nessun elemento di sforamento contro il caro bollette, ma una importantissima novità sul fronte dell’intelligence, guidata da Franco Gabrielli, e della sicurezza di Stato. Tre emendamenti sono stati inseriti nelle ultime settimane di lavoro. Il primo riguarda direttamente il Copasir e mira ad estendere le prerogative del comitato anche tra una legislatura e l’altra. La richiesta era arrivati in primis dal presidente del Copasir, Adolfo Urso, che aveva sottolineato il rischio di una vacatio in tempi di guerra. Basti pensare ai decreti sull’invio delle armi e all’importanza della vigilanza dei documenti in nome del Parlamento. La relazione congiunta del Comitato, nella sua versione aggiornata a febbraio, mirava a sottolineare l’importanza di un intervento per sanare le lacune. Una decisione portata avanti all’unanimità e che ha consentito di intervenire sulla legge 14 del 2007 per tarare un vero e proprio upgrade delle attività dell’intelligence. Nello specifico dell’agenzia cyber e dell’Aise, il servizio estero. Nel testo della relazione del Copasir che ha ispirato gli emendamenti approvati ieri si chiede espressamente al Parlamento di permettere a Palazzo Chigi una maggiore efficacia di reazione e di risposta agli attacchi cyber. Le minacce del Web impongono nuove contromisure e al tempo stesso nuovi contrappesi democratici. In sostanza l’obiettivo è consentire all’Italia di portare avanti attacchi hacker ma rimanendo nel perimetro parlamentare e quindi rendicontando l’attività. Diversa invece è l’approvazione del terzo emendamento in materia. Da oggi sarà possibile per l’Aise potenziare le attività estere e dislocare dipendenti diretti con attività di spionaggio o sotto copertura. L’approvazione dell’emendamento arriva dopo un periodo di lavoro che consente al comparto di portare il Paese un passo più vicino alle prassi e alle capacità delle altre nazioni occidentali e nello specifico del gruppo cosiddetto dei Five eyes. L’emendamento prevede anche una maggiore attenzione alle tematiche economiche. Sembra un dettaglio, ma in realtà le poche righe rappresentano una fondamentale rivoluzione per la nostra sicurezza nazionale. L’Italia si confronta con Paesi come la Francia che da decenni hanno sviluppato filoni di guerra economica. Parigi ha compreso in anticipo l’importanza delle dinamiche economiche sia in un percorso offensivo, sia su un piano difensivo. Per Roma è adesso fondamentale cominciare a intercettare le dinamiche di aggressione della nostra ricchezza prima che valichino i confine. Vale, con il dovuto tatto per i Paesi Ue (ricordiamo che il golden power si estende anche a nazioni alleate) ma soprattutto per realtà quali Pechino o Mosca. Appariva ormai chiaro a tutti che non bastasse normare e applicare leggi di tutela dei nostri asset senza attivare le antenne necessarie a sterilizzare certe offese. Il limite del golden power è che spesso agisce a posteriori con il rischio di sanzionare l’azienda «nemica» quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla. Ora che il mondo si sta riallineando e si stanno creando blocchi contrapposti, le antenne dovranno essere più numerose e sempre alzate.
Ursula von der Leyen (Ansa)