L’esecutivo sterza sugli aiuti a mamme e papà: sale del 50% per un anno il bonus a chi ha un figlio, per tre anni ai nuclei numerosi. Ridotta al 5% l’Iva su pannolini e assorbenti. Il congedo all’80% dello stipendio durerà un mese in più. Eugenia Roccella: «È un segnale».
L’esecutivo sterza sugli aiuti a mamme e papà: sale del 50% per un anno il bonus a chi ha un figlio, per tre anni ai nuclei numerosi. Ridotta al 5% l’Iva su pannolini e assorbenti. Il congedo all’80% dello stipendio durerà un mese in più. Eugenia Roccella: «È un segnale».Un miliardo e mezzo per la famiglia. Questa la somma stanziata dal governo Meloni in questa prima legge di bilancio. Una cifra importante, che va oltre le aspettative: si parlava di circa un miliardo nelle indiscrezioni degli ultimi giorni, soglia che alla fine è stata superato abbondantemente. La misura più importante riguarda i disabili, la maggiorazione dell’assegno unico per loro diventa addirittura strutturale. «Per la disabilità», ha precisato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «abbiamo ribadito e reso strutturali le risorse per i nuclei con persone con disabilità nell’assegno unico familiare, e poi un piccolo, ma grande aspetto è quello di rivolgersi ai contesti più degradati delle periferie delle grandi città, dove spesso le persone con disabilità e le loro famiglie vivono isolate in contesto di cui si parla per degrado, droga, violenza, spaccio ma non degli aspetti virtuosi, come alcune piccole associazioni che riescono a portare un aiuto concreto. Non è il fulcro della manovra, ma sono orgogliosa di poter dire che quel pezzettino lo possiamo mettere a disposizione di quelle fasce più deboli in contesti più difficili». Tra le altre misure elaborate dal ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, c’è quella di rendere strutturale il finanziamento dei centri estivi e di tutti i centri che offrono attività socioeducative per bambini al di là dell’orario scolastico. Dal 2023 verrà reso quindi strutturale un fondo ad hoc per destinare le risorse ai Comuni.Altro tema centrale è l’assegno unico:, la novità è che verrà raddoppiato sia per chi ha solo un figlio sia per le famiglie numerose. Al momento l’importo dell’assegno va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne a carico. Per la fascia tra i 18 e i 21 anni l’importo va invece da un minimo di 25 euro a un massimo di 85 euro al mese. Il calcolo viene fatto in base all’Isee e all’età dei bambini, tranne che per i figli disabili per i quali non vi sono limiti di età. Dal 2023, con questa manovra, verrà introdotta una maggiorazione del 50% per tutte le famiglie, anche quelle che hanno solamente un figlio, ma solo per il primo anno di durata dell’assegno. L’assegno minimo dovrebbe essere così aumentato di 25 euro (arriverà a 75 euro), mentre quello massimo aumenterà di 87,5 euro per arrivare quindi a 262,5 euro. Per le famiglie numerose (con tre o più figli) ci sarà un’ulteriore maggiorazione del 50%, che in questo caso avrà la durata di tre anni. La maggiorazione forfettaria, quindi, passerà da 100 a 200 euro mensili. «L’assegno unico», ha confermato Meloni in conferenza stampa, «viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose».Altra misura compresa nel pacchetto famiglia è quella dell’Iva al 5% sui prodotti di prima necessità per l’infanzia come pannolini, biberon, omogeneizzati (che ora sono al 22%). A questo si aggiunge anche il taglio dell’Iva al 5% anche sugli assorbenti. Questo provvedimento ha più che altro un significato politico perché il risparmio non sarà enorme, ma segna la traccia per le intenzioni del governo. Famiglia, figli e più fragili al centro. Nel miliardo e mezzo stanziato per la famiglia anche la carta della spesa (anche se destinata non solo alle famiglie). È la soluzione pensata una volta accantonata l’idea di tagliare l’Iva su pane, pasta e latte. Ipotesi fortemente criticata dalle associazioni dei consumatori. Al suo posto quindi ci sarà questa «carta risparmio» che i Comuni erogherebbero alle persone con un reddito massimo di 15.000 euro che servirà per acquistare i beni di prima necessità. Una misura sostenuta da un fondo di 500 milioni di euro. Novità anche in tema di maternità sul lavoro. Introdotto un mese in più di congedo retribuito all’80% dello stipendio, «un salvadanaio del tempo» per le mamme in difficoltà di cui fruire entro i sei anni di età dei figli. Un aiuto alle lavoratrici che attualmente possono prendere il congedo, ma solo al 30% dello stipendio fino ai 12 anni di età. «Io», ha evidenziato la premier Meloni in conferenza stampa, «ho sempre pensato che molte madri non si potessero permettere di prendere il congedo con il 30% della retribuzione. Abbiamo aggiunto questo salvadanaio di tempo senza che si debbano ritrovare in condizioni economiche difficili».Non finisce qui, perché per incentivare i giovani a costruire il proprio futuro, il governo ha ritenuto anche di prorogare per tutto il 2023 le agevolazioni per l’acquisto della prima casa. Come finora potranno usufruirne i giovani under 36. Le agevolazioni prevedevano finora la garanzia dello Stato sul mutuo ipotecario e la cancellazione delle imposte per la transazione immobiliare.Soddisfatto il ministro Roccella: «Un miliardo e mezzo sul pacchetto famiglia nonostante tempi strettissimi e limiti di spesa ancor più stringenti. E, soprattutto, una visione. Un’idea. Un segnale politico che traccia la rotta per il futuro e dice molto di quello che sarà».
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L’episodio è avvenuto a Lucca: la donna alla guida del bus è stata malmenata da baby ubriachi: «Temo la vendetta di quelle belve».
Città sempre più in balia delle bande di stranieri. È la cronaca delle ultime ore a confermare quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: non sono solamente le grandi metropoli a dover fare i conti con l’ondata di insicurezza provocata da maranza e soci. Il terrore causato dalle bande di giovanissimi delinquenti di origine straniera ormai è di casa anche nei centri medio-piccoli.
Quanto accaduto a Lucca ne è un esempio: due minorenni di origine straniera hanno aggredito la conducente di un autobus di linea di Autolinee toscane. I due malviventi sono sì naturalizzati italiani ma in passato erano già diventati tristemente noti per essere stati fermati come autori di un accoltellamento sempre nella città toscana. Mica male come spottone per la politica di accoglienza sfrenata propagandata a destra e a manca da certa sinistra.
Zohran Mamdani (Ansa)
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.
Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva.
Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».
Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.
«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.
Emanuele Orsini (Ansa)
Dopo aver proposto di ridurre le sovvenzioni da 6,3 a 2,5 miliardi per Transizione 5.0., Viale dell’Astronomia lamenta la fine dei finanziamenti. Assolombarda: «Segnale deludente la comunicazione improvvisa».
Confindustria piange sui fondi che aveva chiesto lei di tagliare? La domanda sorge spontanea dopo l’ennesimo ribaltamento di fronte sul piano Transizione 5.0, la misura con dote iniziale da 6,3 miliardi di euro pensata per accompagnare le imprese nella doppia rivoluzione digitale ed energetica. Dopo mesi di lamentele sulla difficoltà di accesso allo strumento e sul rischio di scarse adesioni, lo strumento è riuscito nel più classico dei colpi di scena: i fondi sono finiti. E subito gli industriali, che fino a ieri lo giudicavano un fallimento, oggi denunciano «forte preoccupazione» e chiedono di «tutelare chi è rimasto in lista d’attesa».






