2020-03-27
SuperMario adesso è la nostra chance migliore
Se fossi un parlamentare della maggioranza - del Pd o del Movimento 5 stelle, ma pure di Leu o di Italia viva - oggi mi affretterei a chiedere che Mario Draghi sia nominato capo di un governo di unità nazionale. Con l'ex governatore della Bce a Palazzo Chigi infatti mi sentirei più sicuro di non essere, presto o tardi, inseguito dai forconi degli italiani, i quali, dopo aver contato i morti e lo sperpero dei propri risparmi, si rivolgeranno a chi aveva il potere di decidere e non ha deciso o ha deciso male.Sì, l'ufficio stampa della presidenza del Consiglio si può consolare con i sondaggi che danno in ascesa il consenso di Giuseppe Conte. E, se lo desidera, Rocco Casalino, portavoce del premier, può pure festeggiare l'aumento di chi segue su Facebook le dirette del professore di Volturara Appula. Tuttavia, come abbiamo visto anche in passato, i consensi sono qualche cosa di passeggero, mentre la rabbia è duratura. E la collera degli italiani, trattenuti in casa senza nessuna speranza per il lavoro e per il futuro, rischia di tracimare il fretta ben oltre le mura domestiche. La maggior parte delle aziende e delle attività commerciali è stata chiusa per decreto, ma al momento nessuno è in grado di dire chi pagherà debiti e stipendi. Conte dice che nessuno perderà il lavoro, ma non basta una norma del presidente del Consiglio a impedire i licenziamenti, soprattutto quando il provvedimento non ha soldi da mettere sul tavolo. Allo stesso tempo l'Agenzia delle entrate si è fatta autorizzare a estendere il periodo delle verifiche fiscali di oltre due anni, nel caso in cui, a causa del coronavirus, sia costretta a ritardare gli accertamenti a carico delle imprese. Non contento per la grave situazione di allarme in cui versa il Paese, Pasquale Tridico ha deciso di metterci del suo, annunciando che l'Inps ha soldi fino a maggio, poi non sarebbe in grado di pagare le pensioni (in seguito ha ritrattato, ma se il presidente dell'ente previdenziale dice una cosa del genere non credo che se la sia inventata la notte). Intanto i dispositivi di protezione per i medici non arrivano e si scopre che probabilmente giungeranno a emergenza finita, cioè quando non serviranno più. Nel frattempo, Giuseppe Conte continua a parlare invece di fare. Alla Camera e al Senato il presidente del Consiglio distribuisce promesse, parole rassicuranti, ma nulla di concreto. Facile dunque immaginare che, presto o tardi, i nodi verranno al pettine e le frasi involute dell'ex avvocato del popolo non basteranno a rassicurare gli animi. Per di più, in Europa il premier ha perso la sua battaglia, perché i Paesi del Nord hanno respinto l'idea dei coronabond finanziati dal Mes ma senza le regole del Mes. Dunque oggi il portafogli del presidente del Consiglio piange in quanto, mentre la Germania mette sul tavolo 1.100 miliardi e gli Stati Uniti 2.000, l'Italia può investire spiccioli. Da quel che si intuisce, Conte non sa più a che santo votarsi. E non solo per fermare l'epidemia, ma soprattutto per far ripartire il Paese ed evitare una recessione che lo affonderebbe.È per questo che nei panni di un esponente della maggioranza farei di tutto per avviare un cambio a Palazzo Chigi. Una crisi come quella in cui stiamo sprofondando, che ha la portata di un conflitto mondiale perché riguarda tutti i Paesi del pianeta, non la può affrontare un politico per caso, che non è stato in grado di risolvere i guai dell'Alitalia, ma che anzi ha contribuito ad aggravare quelli dell'Ilva. È evidente che esiste un problema di adeguatezza e di capacità. Nessuno, neanche un funambolo come Giuseppi, che sa saltare da un governo con la Lega a uno con il Pd, nasce «imparato». Soprattutto se deve affrontare non una trattativa con Zingaretti e Di Maio, ma qualche cosa di più complesso con Bruxelles e i partner europei. Questo non è un gioco e neppure la fiera della vanità: in ballo c'è il destino del Paese.Ecco perché, se fossi del Pd o di Leu, dei 5 stelle o di Italia viva, prenderei al volo il discorso di Mario Draghi sul Financial Times di ieri e lo farei mio. Anzi, chiederei in fretta all'ex governatore di accomodarsi al posto di Giuseppe Conte. Se c'è uno che ha il carisma e la competenza per trattare con l'Europa e le istituzioni finanziarie di mezzo mondo, questo è l'uomo che ha fermato la speculazione finanziaria contro l'Italia e tenuto testa ai falchi tedeschi. Conte può parlare fin che vuole, in Parlamento o via Facebook, ma su di lui pesano quelle parole pronunciate all'inizio dell'emergenza coronavirus, quando assicurò agli italiani che il governo era prontissimo ad affrontare l'epidemia. Molte migliaia di morti dopo, cioè appena due mesi più tardi, gli italiani cominciano a tirare le somme e a comprendere quanto valga la parola del premier. Meglio mandarlo a casa dunque, prima che il professore innamorato della sua poltrona ci dimostri quanto sia pronto ad affrontare la recessione. Draghi è la nostra unica occasione. Da governatore della Bce usò il bazooka contro i mercati che scommettevano contro l'Italia. Adesso è lui il nostro bazooka.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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