«Superbonus zavorra su tre manovre: bomba da 80 miliardi ancora da pagare»
La Verità già ne aveva scritto: Superbonus e Reddito di cittadinanza sarebbero stati una zavorra per questa e le prossime manovre finanziarie. Il caso ora è esploso e arrivano i numeri aggiornati dell’enorme tegola (a proposito di edilizia) che sta per cadere sulle nostre teste. A parlarne, con parole gravi, è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. «A pensare al Superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi. Del resto, come lo Stato dà (e con le garanzie pubbliche ha già dato tanto), lo Stato chiede», ha spiegato. Con il Superbonus questo equilibrio è mancato. Giorgetti ne ha parlato come un fiume in piena: «L’esecrato intervento dello Stato è tornato di moda», lo Stato ha fatto «la parte del Re sole che distribuisce prebende». Ma così «non si va da nessuna parte», ha insistito. Anzi, guardando ai conti pubblici, si corre verso la discesa. I numeri sono impressionanti: «100 miliardi, questo governo ne ha pagati 20 e altri 80 sono da pagare, ma tutti hanno mangiato e poi si sono alzati dal tavolo. Questo peserà sul Patto di stabilità e crescita del 2024, del 2025 e del 2026».
Anche se il Superbonus «ingessa la politica economica, non lascia margine ad altri interventi», con la manovra la priorità sarà data al taglio del cuneo, favorendo il più possibile il mondo del lavoro e le famiglie. Di spazi fiscali però al momento non ce ne sono molti: circa 4 miliardi in deficit, 1-2 miliardi dai risparmi dell’assegno unico, 2 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti, 300 milioni dalla spending dei ministeri. Non molto di più. La revisione del Patto di stabilità potrebbe aiutare rispetto alle vecchie regole, e l’Italia chiede all’Europa di prendere atto del «quadro che sta mutando».
Ed è proprio così: le prossime settimane bisognerà far quadrare i numeri e si dovrà fare tenendo conto di questi 80 miliardi. Da marzo a oggi, in soli cinque mesi, sono saltati fuori altri 35 miliardi di crediti ceduti o scontati in fattura dalle imprese, che non erano previsti nei tendenziali di spesa. Di questi, 4 miliardi si sono rivelati fasulli. Quelli irregolari, a fine agosto, arrivavano a 12,8 miliardi, come ha comunicato l’Agenzia delle entrate in un appunto consegnato al presidente del Consiglio. Con i 35 miliardi di euro in più il Superbonus insieme con gli altri bonus edilizi (tra cui il bonus facciate che adesso non esiste più) pesa ben 146 miliardi di euro. Di questi, solo 23 sono stati già saldati riducendo l’ammontare delle tasse dovute. Gli altri 123 miliardi, che possono essere scontati in un quadriennio, per la maggior parte devono ancora essere ceduti. Giorgetti poi ha commentato: «Questo governo è stato coraggioso sul Superbonus, sul Reddito di cittadinanza. Ed è vero, è stato impopolare modificare queste misure, ma era necessario, per salvare i conti pubblici dello Stato. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni la settimana prossima si riunirà con i ministri per provare a trovare la quadra. Qualcosa dovrà essere sacrificato». «Faremo una legge di bilancio prudente e che tenga conto delle regole di finanza pubblica», ha aggiunto Giorgetti.
Reagisce Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle e soprattutto ideatore, da premier, del Superbonus. Da Cernobbio rivendica la bontà del suo operato e tira in ballo anche Mario Draghi, suo successore: - «Tra effetti diretti, indiretti e indotti, se c’è un debito buono - e quando ne parlò Draghi prese gli applausi - quello è stato il Superbonus, che ha generato nell’edilizia e nell’indotto un milione di posti di lavoro, un risparmio in bolletta di 900 euro, tonnellate di CO2 in meno e rigenerazione urbana, come dice l’Europa» aggiungendo che «si può trovare il capro espiatorio nel Superbonus, ma la Gdf ha certificato che le truffe sono stato lo 0,5% rispetto all’ammontare dei crediti». Ma fu proprio Draghi a dire nel maggio del 2022: «Non siamo d’accordo sulla validità del Superbonus del 110% perché il costo di efficientamento e i prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati perché il 110% toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo». E poi a luglio fu ancora più duro: «Chi ha disegnato il Superbonus è il colpevole. Ora bisogna riparare al malfatto e salvare le imprese».
Insomma, il movimento 5 stelle difende l’indifendibile. Anche gli pseudo alleati delle opposizioni lo attaccano a cominciare da Carlo Calenda di Azione. «Il Superbonus è stata una follia, forse uno dei maggiori sprechi di denaro della storia repubblicana ». Lo ha detto anche lui a Cernobbio. Pure Italia viva è contro la misura edilizia: «Più passa il tempo e più diventa chiaro come i 5 stelle e le loro politiche si stiano rivelando una vera e propria calamità per i conti dello Stato», accusa Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia viva, «Se non fossero bastati i danni provocati dal Reddito di cittadinanza, ora si scopre che la voragine nei conti dello Stato prodotta dal Superbonus fortissimamente voluto da Giuseppe Conte è più grave di quanto previsto. La combinazione, tipica dei grillini, di approssimazione tecnica e di ricerca del consenso facile ha prodotto una sorta di tempesta perfetta: spesa statale per i crediti fuori controllo, truffe per decine di miliardi, crediti senza acquirenti e molti lavori fermi. Il populismo e i suoi danni», conclude.
Così anche il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova: «Ho sempre giudicato il Superbonus 110% del governo M5s-Pd un grave errore, una misura costosa e regressiva. E a proposito di Pd, da Elly Schlein sul tema silenzio stampa, non vuole stressare il suo possibile alleato forse, in ogni caso un silenzio complice».






