2021-04-26
Anche se Super Mario si fa sentire la trattativa con l’Ue resta in salita
Per i media una telefonata avrebbe risolto tutto. Ma ci sono almeno sei questioni aperte sul Recovery.Una telefonata di Mario Draghi e arriveranno i soldi dell'Europa. Così entusiasticamente - sarà perché era il 25 aprile - i giornali in generale e il giornalone dei giornaloni, il Corriere della Sera, in sostanza ieri descrivevano la situazione del Recovery. Draghi telefona e tutto si risolve. Ora, non c'è dubbio che con Draghi l'Italia riuscirà meglio a ricevere i soldi europei piuttosto che con Conte. Ma detto questo non credo che Draghi attribuisca a sé stesso carismi o poteri miracolistici, perché alcuni problemi che questo giornale segnala da tempo a proposito del Recovery rimangono lì dove erano, con o senza Draghi, per il semplice fatto che non dipendono direttamente da lui ma dalla struttura di questi fondi europei che sono stati concepiti male. In particolare, ci permettiamo di ricordare una volta in più sei problemi dei quali abbiamo già detto altre volte.1Buona parte di questi soldi saranno prestiti. È vero che andranno restituiti in tanti anni ma sempre prestiti saranno e i risparmi derivanti da questi prestiti, in termini di interessi, saranno intorno, se tutto va bene, ai 3,5 miliardi. Come capite bene non un gran ché. 2Un'altra parte di questi fondi, intorno ai 90 miliardi, saranno a fondo perduto. Bene. Ma anche questi soldi qualcuno dovrà pagarli e tra quelli che dovranno pagarli ci saranno anche gli italiani perché saranno soldi del bilancio europeo, che è fatto di uscite ma anche di entrate, che provengono dai vari Stati membri. A oggi non sappiamo in che misura dovrà partecipare l'Italia ma è certo che dovrà partecipare e quindi, solo dopo aver saputo questo potremmo dire quanti realmente saranno a fondo perduto e quanti, invece, saranno soldi che hanno fatto come i biglietti di andata e ritorno: li abbiamo mandati in Europa e poi in parte ce li hanno mandati indietro. 3Spesso è stato detto, da esponenti politici e da esperti di ogni parte, destra, sinistra, centro, sotto, sopra e anche di traverso, davanti, ma soprattutto dietro, che il problema dell'Italia è che non riesce mai a spendere i soldi europei, perché ci sono problemi nella Pubblica amministrazione legati al fatto che non si riescono a fare i progetti per spendere questi soldi. Questo a cose normali, quando ogni anno diamo 15 miliardi all'Europa e ce ne tornano indietro 10. Figuratevi con quasi 200 miliardi. 4Se non volete credere a noi, ieri il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, in un'intervista, ha ricordato che se non riusciamo a fare le riforme i soldi europei non arriveranno. Ovviamente parlava del suo ministero perché quella della giustizia è una delle riforme richieste dall'Europa per accedere ai soldi del Recovery. Perché mai la Cartabia ha detto ciò? Viene il sospetto che si sia resa conto, arrivata nell'arena politica dalle paludate stanze della Corte costituzionale, che fare una riforma sia assai più complesso che scrivere una sentenza della Corte. Anche perché i componenti di questa maggioranza, in specifico sulla giustizia, e in particolare su quella penale, hanno delle idee che stanno insieme come l'olio con l'acqua. 5Fonti autorevoli del ministero dell'Economia, nelle settimane passate, hanno fatto trapelare che, secondo i loro conti, al massimo il Recovery contribuirà allo sviluppo del Pil italiano di quest'anno per l'1%. Non sappiamo in base a cosa siano stati formulati questi conti, ma sappiamo che siamo al 26 di aprile e che mancano otto mesi alla fine dell'anno. Poiché non sappiamo ancora quando arriveranno, o avranno una potenza di fuoco pari al bazooka di contiana memoria, o più probabilmente gli effetti si vedranno l'anno prossimo. 6 Siamo sicuri che questi soldi serviranno per la ripresa? Come sapete oltre il 95% delle imprese italiane sono piccole e medie, e come sapete la stragrande maggioranza dei fondi europei sarà destinata alla transizione digitale e a quella ecologica. È esattamente ciò di cui abbiamo bisogno? La Germania ha le idee chiare su come spendere i soldi per la transizione ecologica, tant'è vero che li ha voluti ardentemente. Andranno all'industria dell'auto tedesca che è notoriamente in crisi. Vedremo cosa saremo capaci di farne noi e quanto aiuteranno la struttura produttiva italiana che, come è noto, è oppressa da due macigni: le tasse e la burocrazia. Per carità, sui soldi non si sputa mai, ma bisogna sapere a quali condizioni te li danno, quanto ti costeranno, a cosa serviranno. E questo lo vedremo.