2018-06-16
Sull’Aquarius balli, canti e partite a dama
I media raccontano di migranti sofferenti, flutti mostruosi e venti a raffica. Persino il Papa invita a non abbandonare «in balìa delle onde» gli stranieri. Ma il diario di una giornalista spagnola presente a bordo mostra una situazione decisamente diversa.Intesa tra Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron. L'Eliseo sposa la nostra linea: respingimenti più semplici e modifiche al trattato di Dublino. Il presidente Donald Trump celebra l'Italia: «Essere duri paga».Angela Merkel sotto assedio cerca la sponda a Roma. Il partito di destra Afp sale nei sondaggi mentre il governo rischia di crollare dopo il no della cancelliera al piano di rimpatri del ministro Horst Seehofer. Lunedì incontro con il premier gialloblù.Lo speciale contiene tre articoliOnde alte 4 metri, financo 6. Vento a 35 nodi. Madri e bambini in balia del «terrore delle onde». Gente che non si regge in piedi a causa del mal di mare. Brivido, orrore, raccapriccio. A leggere le cronache sul viaggio della nave Aquarius e dei 629 «naufraghi» migranti che ha recuperato, pare che l'imbarcazione di Sos Méditerranée (che dovrebbe arrivare in Spagna domani) sia conciata peggio del Titanic. Persino papa Francesco, ieri mattina, ha invitato a «non lasciare in balia delle onde chi lascia la sua terra affamato di pane e di giustizia». Repubblica, sempre ieri, parlava di «onde alte e profughi esausti», e negli articoli esibiva sfumature di nero: «Se mai arriveranno, e non è detto, sbarcheranno qui con le ginocchia piegate e le facce stravolte», scriveva Brunella Giovara da Valencia. E descriveva «uomini stravolti dalla nausea e dal vomito, ustionati dal sole»; «piaghe insopportabili, dovute alla miscela di benzina e acqua di mare che corrode la pelle e arriva alla carne viva». Certo, la cronista spiegava anche che «il carico umano è stato distribuito equamente» su tre navi, cioè l'Aquarius medesima, la Dattilo della Guardia costiera e l'Orione della Marina militare. Dunque non è esattamente vero che i migranti siano ammassati su una specie di zattera. Le quattro donne incinte presenti a bordo, per dire, sono state trasferite a terra (una in elicottero) affinché ricevessero cure adeguate in ospedali siciliani. Un bambino che viaggiava solo ed era disidratato e malconcio è stato portato a Lampedusa.Ma la cronaca di Repubblica insisteva a dipingere un quadro drammatico: «Gli italiani hanno anche distribuito viveri, più che altro barrette energetiche, acqua e frutta per lo più marcia, che è finita subito ai pesci». Insomma, un abominio. Ora, di sicuro gli stranieri recuperati nel Mediterraneo non saranno al massimo della forma. Saranno stanchi, provati dalla permanenza in Libia. Ma forse un pochino più di obiettività sulla situazione a bordo dell'Aquarius sarebbe opportuna. Assieme ai racconti orrorifici dei cronisti italiani e non, ci sono anche altri documenti a testimoniare che cosa avvenga sulla nave. Ci sono, per esempio, le foto e i video che pubblica su Twitter Sara Alonso della Rne, la radio nazionale spagnola. Come scrive Io Donna, «dei quattro giornalisti a bordo della nave Aquarius, è lei quella che twitta più assiduamente e racconta con foto e parole tutto quello che non può trasmettere nei suoi servizi radiofonici». La signora Alonso di sicuro non è molto vicina alle idee di Matteo Salvini, visto che scrive frasi come «siamo tutti migranti». Quel che racconta è molto interessante. Il 15 giugno, all'1.10 di notte, ha pubblicato un video con questa didascalia: «Prima di colazione è stata organizzata una festa. Altos Vinard, coordinatore di Medici senza frontiere, alla fisarmonica. È stato fantastico!». Nel filmato, si vede in effetti Aloys Vinard (questo il nome corretto), coordinatore di Msf, impegnato a suonare la fisarmonica e a danzare. Anche altri attivisti di Msf ballano, chi da solo, chi assieme ai migranti, compresa una bimba. Qualche ora dopo, ecco un nuovo video di balli, canti e «consegna dei regali» ai bimbi (ma «gli adulti si sono divertiti quasi di più», chiosa la cronista). Ovvio: nei momenti difficili ci si fa coraggio come si può, soprattutto danzando e cantando. Ma se uno si trova a rischio della vita fra onde mostruose e venti impetuosi, forse la forza di ballare non ce l'ha. E, anche se ce l'avesse, non riuscirebbe a stare in piedi sul ponte frustato dai cavalloni. Così come non riuscirebbe a giocare a dama. Eppure il 14 giugno, alle 8.45, Sara Alonso ha pubblicato una foto che ritrae un infermiere di Msf impegnato in una partita con alcuni migranti.Alle 5.17 del 15 giugno, invece, la cronista ha postato un altro video in cui si vedono due donne. Una è seduta tranquilla, l'altra, in piedi, le pettina e acconcia i capelli. Già il 14 giugno, la Alonso aveva pubblicato la foto di una scena simile. Si vede Blessing, una nigeriana, che fa le treccine ad Aloys Vinard: è il «negozio di parrucchiere» dell'Aquarius.Il 12 giugno, invece, la giornalista ha raccontato che a bordo si leggeva un libro di «pensieri positivi», mentre l'11 giugno ha pubblicato un altro video di ballo, protagoniste alcune straniere festanti sottocoperta.Vale la pena citare un ultimo post di Twitter. Il 14 giugno, la Alonso ha diffuso la foto di alcuni giocattoli ancora impacchettati. E ha scritto: «Le guardie costiere italiane hanno portato cibo: zuppe, zucchero, datteri, snack e anche giocattoli per bambini». Ma come: non avevano portato un carico di frutta marcia buona al massimo per i pesci? Francesco Borgonovo<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sullaquarius-balli-canti-e-partite-a-dama-2578374760.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="intesa-conte-macron-hotspot-in-africa" data-post-id="2578374760" data-published-at="1758036610" data-use-pagination="False"> Intesa Conte-Macron: «Hotspot in Africa» L'Italia s'è desta, e ha svegliato l'Europa. Il vertice di ieri a Parigi tra il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e il premier italiano Giuseppe Conte è stato un successo per la nostra nazione e per il governo M5s-Lega. Macron si è allineato alla proposta italiana: fermare i flussi migratori nei Paesi di origine. Le tensioni che nei giorni scorsi avevano reso incandescenti i rapporti diplomatici tra Roma e Parigi sono evaporate. L'Italia che detta la linea all'Europa: sembra un sogno, ripensando agli anni del governo delle sinistre, quando bastava un'occhiataccia di Angela Merkel per far scattare sull'attenti il nostro governo. Tutto cambiato, tutto archiviato: ora l'Italia gioca la sua partita, senza aspettare ordini da Bruxelles, Berlino o Francoforte. Italia protagonista, Italia autonoma, Italia corteggiata: gli equilibri internazionali sono fragili, delicati, in continua evoluzione, e la posizione di Roma, le sue alleanze, le sue strategie non sono più scontate. Non solo a livello europeo: «Il premier italiano Conte? È fantastico!», ha detto ieri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aggiungendo: «Sembra che essere duri sull'immigrazione ora paghi». Torniamo al vertice di ieri all'Eliseo. Macron accoglie Conte alle 14, il pranzo di lavoro vede al centro della discussione la proposta italiana di cambiare i regolamenti di Dublino e allestire hotspot, ovvero strutture allestite per identificare, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei profughi nei Paesi da cui partono gli immigrati, in particolare Libia e Niger. Una rivoluzione. Macron è d'accordo, tra i due leader c'è piena sintonia. Alle 16, Conte e «l'amico Emmanuel», come il premier italiano chiama il presidente francese, annunciano ai giornalisti l'intesa raggiunta. «Speriamo», dice Macron, «di andare avanti con i partner europei nei prossimi mesi su una riforma profonda delle regole di Dublino per una migliore responsabilità e divisione del peso dei migranti. Il sistema oggi non funziona, non produce risultati soddisfacenti, dobbiamo trovare meccanismi che consentano la solidarietà e dobbiamo fare in modo che la situazione geografica non ci metta in situazioni politiche insostenibili». Macron si riferisce all'Italia e alla sua vicinanza con le coste nordafricane. «Bisogna», aggiunge il presidente francese, «rafforzare la cooperazione già avviata con i Paesi di transito dei flussi migratori per proteggere meglio le persone, e occorre favorire missioni delle nostre agenzie per l'asilo sulla sponda Sud del Mediterraneo». «È necessario anche», aggiunge Macron, «rafforzare Frontex. Sono questi i pilastri dell'azione congiunta tra Francia e Italia sulla questione migratoria. Un'azione che deve produrre soluzioni concrete che consentano sia di dare una risposta umanitaria sia di proteggere i nostri popoli, e su questo andiamo avanti insieme, per una soluzione europea». Il leader francese distingue tra chi fugge da guerre e carestie e i migranti economici: «I primi», sottolinea Macron, «troveranno sempre accoglienza in Europa, per i secondi dobbiamo fare una distinzione. Ci sono molte persone che non hanno diritto d'asilo e restano a vivere in Europa in condizioni non dignitose. È un problema che tocca molto anche l'Italia, non possiamo accogliere tutti. Va reso più efficace il ritorno al Paese d'origine di chi non ha diritto d'asilo. Su questo punto bisogna aumentare la cooperazione». Rimpatri, difesa delle frontiere europee, creazione di hotspot nei Paesi di origine: Macron sottoscrive in sostanza il programma sull'immigrazione del governo italiano. Al suo fianco, Conte gongola. «Sono stati giorni turbolenti», dice il premier italiano, riferendosi al caso Aquarius, «e di tensione per l'Italia, il nostro primo obiettivo era mettere in sicurezza queste persone, abbiamo subito offerto il nostro supporto logistico. Con Macron c'è perfetta intesa e con una telefonata ci siamo chiariti. Con l'amico Emmanuel abbiamo condiviso l'idea di lavorare insieme sulle principali sfide dell'Ue. Il regolamento di Dublino deve cambiare», aggiunge Conte, «l'Italia sta preparando una proposta propria che non vede l'ora di condividere con gli altri partner in vista di formalizzarla alla prossima presidenza Ue austriaca. Dobbiamo creare centri di protezione europei, già nei Paesi di origine o di transito, in modo da anticipare e velocizzare i procedimenti di identificazione e le richieste di asilo. Il concetto stesso di Stato di primo ingresso va ripensato. Chi mette i piedi in Italia, mette i piedi in Europa». «Quello che proponiamo», sottolinea Conte, «è un radicale cambio di paradigma, un approccio integrato, che si fondi su alcuni pilastri fondamentali». «Dobbiamo consolidare», prosegue Conte, «il concetto di frontiera europea: nessuno in Europa può pensare di rimanere estraneo, di lavarsi le mani rispetto al problema dell'emigrazione. Questo nuovo approccio deve essere orientato a tutelare i diritti fondamentali dell'uomo e a incrementare la lotta contro tutti gli speculatori che traggono vantaggi economici da questa moderna tratta disumana. La collaborazione con il presidente Macron», termina Conte, «avrà una prima occasione per svilupparsi ulteriormente in occasione del bilaterale che avremo in autunno a Roma: sarà quella la sede per intensificare questo scambio e questa cooperazione». Carlo Tarallo <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sullaquarius-balli-canti-e-partite-a-dama-2578374760.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="angela-merkel-sotto-assedio-cerca-la-sponda-a-roma" data-post-id="2578374760" data-published-at="1758036610" data-use-pagination="False"> Angela Merkel sotto assedio cerca la sponda a Roma «La problematica della migrazione giocherà presumibilmente un ruolo rilevante nel bilaterale con Giuseppe Conte». Lo ha riferito ieri Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, durante una conferenza stampa a Berlino. L'incontro tra il presidente del Consiglio italiano e la cancelliera tedesca è previsto per lunedì prossimo. Sullo sfondo aleggiano gli attriti tra la Cdu (il partito della Merkel) e i cristiano democratici bavaresi del ministro dell'Interno Horst Seehofer. Quest'ultimo aveva minacciato la rottura del gruppo parlamentare unitario poiché la cancelliera si era opposta al giro di vite sull'immigrazione da lui disposto, con il via libera ai respingimenti dei migranti già registrati in altri Paesi Ue. Il presidente del Bundestag, Wolfgang Schäuble, sta provando a ricomporre la spaccatura e a scongiurare la crisi di governo. Seehofer considera un diritto del suo ministero quello di decidere sui rimpatri, mentre la Cdu fa quadrato attorno alla Merkel. La presidente del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha difeso le posizioni della cancelliera, che persegue una soluzione condivisa a livello europeo. «Come Cdu», ha scritto in una lettera al partito la Kramp-Karrenbauer, «siamo preoccupati che una mossa disordinata per allontanare i rifugiati dai nostri confini possa condurre a un effetto domino negativo e, infine, metta in discussione lo sforzo di tenere unita l'Europa». La grande coalizione tedesca dunque scricchiola, anche perché quest'anno la Csu dovrà affrontare le elezioni in Baviera e il suo primato è minacciato dal movimento di destra radicale Alternativ für Deutschland, sempre più su nei sondaggi (le ultime rilevazioni nazionali danno la formazione al 14%, meno di quattro punti di distacco dai socialdemocratici). C'è invece piena sintonia tra il nostro ministro degli Interni, Matteo Salvini, e gli esponenti politici europei ostili all'invasione, dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz allo stesso Seehofer. Gli analisti italiani continuano a criticare l'«asse dei volenterosi», come lo ha definito Kurz, che si sta costituendo tra il nostro Paese, l'Austria, la Germania e il gruppo di Visegrád, da anni capofila della lotta contro le quote di redistribuzione degli immigrati. La tesi dei media è che l'Italia verrà lasciata ancora più sola a vedersela con il problema dei salvataggi in mare e degli sbarchi. Ma Salvini sta mettendo in riga le cancellerie europee e sta imponendo una linea basata su due cardini: accelerazione dell'esame delle richieste d'asilo e delle procedure di rimpatrio da un lato, limitazione delle partenze dall'altro. «Ho già condiviso con tedeschi e austriaci un'idea di fondo», ha specificato il leader leghista, cioè «che le frontiere esterne, quindi il Mediterraneo, vanno difese con uomini e con soldi». Magari coinvolgendo le forze Nato: il premier Conte, in effetti, ha già spiegato al segretario generale, Jens Stoltenberg, in occasione del vertice a Palazzo Chigi di lunedì scorso, che le premure dell'Italia non sono rivolte al contenimento della Russia, bensì al controllo del confine meridionale europeo. È su questa falsariga che si inserisce la proposta, formulata da Conte durante l'incontro a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron, di realizzare degli hotspot direttamente in Libia e negli altri Paesi africani di transito, come il Niger. Lo scopo, ha spiegato il presidente del Consiglio in un tweet, è proprio di «accelerare identificazione e richieste di asilo dei migranti». La soluzione di Roma per «arginare i traffici di esseri umani e rispettare i diritti umani», peraltro, fa eco al progetto austriaco di costruire campi profughi in Africa. Probabilmente è di questo che si parlerà lunedì prossimo a Berlino, in vista del Consiglio Ue di fine mese. A differenza di quanto ci racconta il giornalismo mainstream, il governo italiano sta guidando un riposizionamento degli assetti europei con l'obiettivo di affrontare alla radice il problema delle partenze di migranti, garantendo al contempo che le richieste d'asilo siano processate con rapidità e che chi ne ha diritto sia accolto. Bisogna superare sia quel limbo per cui circa 600.000 persone rimangono nel nostro Paese in attesa di conoscere il proprio destino, sia i limiti del trattato di Dublino. Lungi dal favorire gli egoismi nazionali, la sottile tessitura politica che stanno intrecciando Salvini e Conte può finalmente mettere l'Unione europea dinanzi alle proprie responsabilità, che non sono soltanto di natura finanziaria (la quantità di fondi destinati ai Paesi di primo arrivo). Come ha detto giustamente il premier durante la conferenza stampa all'Eliseo, «chi mette piede in Italia, mette piede in Europa. E nessuno, in Europa, può pensare di restare estraneo e lavarsi le mani rispetto a questo problema». Per di più, in questi giorni Conte ha incassato un altro complimento dal presidente americano Donald Trump, che dopo il G7 di Charlevoix lo aveva definito «a great guy». In un'intervista a Fox news, The Donald ha ribadito che il presidente del Consiglio italiano è «fantastico» e che «essere duri sull'immigrazione» ora paga. Un endorsement importante, perché il sostegno degli Stati Uniti diventa cruciale per mettere alle strette la Francia, molto critica con i quattro di Visegrád ma oramai incalzata pure da Berlino e Vienna. Fino a pochi mesi fa sembrava fantascienza anche soltanto farsi ascoltare dai partner Ue. Oggi, l'Italia sta dettando l'agenda. Dai frutti, poi, giudicheremo il governo gialloblù. Alessandro Rico