2020-11-30
Sulla patrimoniale il Pd va in mille pezzi. L’aut aut di Orfini imbarazza pure Zinga
L'ex presidente dem: «Non possiamo essere contrari». Gelo tra i renziani e nel governo. Ma l'attacco ai risparmi è deciso.Come milioni di italiani pure il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ieri deve aver temuto: mamma li (giovani) turchi! Perché l'assalto ai risparmi attraverso una patrimoniale da minimo 1.000 euro per tantissime famiglie e che dovrebbe portare allo Stato oltre 20 miliardi di nuove tasse è guidato da Matteo Orfini, già capo della corrente del Pd che voleva rottamare da sinistra i vertici delle fu Botteghe Oscure, insieme a Nicola Fratoianni di Leu. Orfini - ex presidente del Pd - è uscito allo scoperto: «La patrimoniale è una proposta giusta, il Pd ne discuta laicamente, ma non credo che il vicesegretario Andrea Orlando o il ministro Peppe Provenzano possano essere pregiudizialmente contrari». Rispondendo al segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha commentato «Pensare a nuove tasse, in un momento come questo è un crimine e da arresto immediato», ha rincarato: «Combattere l'ingiustizia non è un reato, sottrarre (con riferimento ai processi per i fondi della Lega, ndr) 49 milioni di euro agli italiani lo è». Dal governo per ora nessuna parola, Giuseppe Conte ha fatto filtrare una mezza smentita a cui nessuno dà credito. Perché l'emendamento alla finanziaria c'è. Ed è davvero una sortita dei giovani turchi al grido di se non ora quando, che mina la segreteria di Nicola Zingaretti, ormai apertamente accusato da una parte del partito d'ininfluenza nel governo, peraltro messo in seria difficoltà. La destra del Pd quella che con il fuoriuscito Matteo Renzi sta tessendo la tela della legge elettorale, del rimpasto di governo e della corsa per il Quirinale, impersonata da Roberto Guerini, Luca Lotti, dal capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, questo inno alla patrimoniale non lo ha preso bene. I giovani turchi però hanno in mano le sorti di quell'emendamento. A cominciare dal relatore di maggioranza alla Camera sul bilancio, Stefano Fassina, che ora sta in Leu, ma era un orfiniano. Come Andrea Orlando, vicesegretario del partito subito richiamato alle origini da Orfini, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, subalterno di Bruxelles che chiede da anni una nuova patrimoniale sulla scorta di quella che varò il governo di Mario Monti, e il suo vice Antonio Misiani. Peraltro Graziano Delrio già all'inizio della crisi da virus cinese voleva un contributo di solidarietà sotto forma di Covid tax. Giuseppe Conte a maggio affermò: «Siamo tutti consapevoli che in Italia c'è un grande risparmio privato, e sicuramente questa è una delle ragioni di forza della nostra economia. Ci sono tanti progetti, vedremo a tempo debito». Ora forse ci siamo perché anche Sergio Mattarella non più tardi di un mese fa aveva aggiunto: «C'è la crisi, ma il risparmio privato può contribuire a sostenere una rapida ripresa di consumi e investimenti». Da Bruxelles Paolo Gentiloni, commissario pd all'Economia, ha raccomandato a più riprese: «L'orientamento dell'Unione europea è che l'Italia debba trasferire la tassazione dal lavoro ai patrimoni». Così siamo arrivati alla patrimoniale proposta da Orfini, che la vive come un elemento di giustizia evidentemente convinto che i patrimoni siano una colpa e cerca di imporla spiazzando la segreteria del Pd. Ma anche il governo. Perché se da sempre i pentastellati sono propensi ad aggredire il risparmio privato, dall'altra i renziani di certo non manderebbero giù una patrimoniale, che è il colpo di grazia al ceto medio. L'emendamento Orfini-Fratoianni prevede un prelievo dello 0,2% sui patrimoni da 500.000 a 1 milione di euro, dello 0,5% fino a 5 milioni e del 2% sopra quella soglia. Concorrono a definire il patrimonio gli immobili - detenuti sia in Italia sia all'estero - e i risparmi al netto di eventuali oneri finanziari (il mutuo per capirci). La tassa viene applicata sulla scorta di un'auto dichiarazione perché non esiste un'anagrafe patrimoniale e non si sa se i valori immobiliari siano quelli catastali o quelli di mercato, comunque opinabili. Al punto che anche un semplice errore materiale nell'autodenuncia patrimoniale comporterebbe pesantissime sanzioni. Un ottimo esordio del rapporto nuovo del governo con Silvio Berlusconi. Mentre Renato Brunetta, economista forzista, eleva a statista Luigi Di Maio, Giorgio Mulè portavoce dei parlamentari di Forza Italia dice: «Nessuno tra i leader di maggioranza ha pronunciato una sola sillaba per mettere all'indice questa follia fiscale che imperversa nella sinistra italiana. Prevedere una patrimoniale-rapina sul genere di quella ipotizzata da Pd e Leu mortifica il lavoro di milioni d' italiani, i sacrifici fatti e la fiducia nello Stato». Durissima Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che in un tweet tuona: «Ecco la loro risposta alla crisi, il loro regalo di Natale agli italiani: un furto sui conti correnti. Questi nemici dei cittadini vanno fermati il prima possibile». Il 9 dicembre scioperano i dipendenti pubblici quelli in short working e stipendiati regolarmente con le tasse di quel ceto medio vessato dal fisco e dal virus cinese. Chiedono diritti e soldi. Magari con la patrimoniale si riesce ad accontentarli.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)