2020-10-28
Sui barconi le schiave del sesso «importate» dalla mafia nigeriana
Ragazze che arrivano sulle rotte dei migranti e subito ostaggio della criminalità. Maria Giovanna Maglie indaga sul mondo proibito della prostituzione e su un mercato che trae linfa dall'immigrazione clandestina.Se è vero che il Web oggi ha prodotto una forte riduzione della prostituzione su strada, è anche vero che questa purtroppo resta una realtà diffusa. Un'analisi più accurata del fenomeno, approfondendo anche i dati più ricorrenti in rete, dimostra come sia in atto una polarizzazione tra due forme di prostituzione: una sorretta principalmente dalla libertà decisionale della persona che - anche se indotta dai più diversi motivi - tende a fare della prostituta una imprenditrice di sé stessa, una professionista del sesso a pagamento. […] Appare ancora più triste l'altra faccia della medaglia, ovvero la prostituzione da strada, fatta di una realtà di vera e propria schiavitù e di stenti, che trae linfa dall'immigrazione clandestina.[…] Secondo i dati di Europol il mercato degli esseri umani nel Mediterraneo vale sei miliardi di euro: un quinto del mercato globale, stimato in 30 miliardi. Siamo all'equivalente di un fatturato che rappresenta la terza industria illegale del mondo, dopo armi e droga. Il business del traffico di migranti sta diventando un'attività sempre più redditizia per i criminali e sempre più difficile da gestire per le casse pubbliche. […]Negli ultimi anni, in Italia, abbiamo assistito a un forte aumento del fenomeno dell'immigrazione clandestina. Questi immigrati provengono da Paesi disagiati e cercano condizioni di vita migliori nel nostro paese, o da qui verso gli altri paesi dell'Unione europea. Molti giungono rischiando di morire durante quello che è un vero e proprio «viaggio della speranza».Spesso, anzi quasi sempre, l'ingresso clandestino è gestito direttamente dalla criminalità. Ciò crea un circolo vizioso poiché queste persone, in cerca di speranza, diventano una vera e propria merce, il prodotto base per diversi proficui business illegali e, dopo essere state introdotte nei paesi di destinazione, vengono così inserite nel mondo criminale e sfruttate nei campi della prostituzione, della droga, del lavoro nero. […]I nigeriani sono considerati l'organizzazione più forte nel traffico della droga, nella tratta di esseri umani, nello sfruttamento della prostituzione, nonché nello sfruttamento lavorativo: praticamente la mafia più potente in Italia. […] È assolutamente vitale, per tutti coloro che guadagnano da questo business, che rimanga il più possibile aperto il canale italiano per l'arrivo in Europa, e sia il più possibile invertita la linea di tendenza alla chiusura dei porti. Ciò perché chiaramente l'Italia appare come l'anello debole della catena rispetto agli altri stati europei affacciati sul Mediterraneo, soprattutto Spagna e Francia, che fanno argine (al di là delle dichiarazioni ufficiali) molto più decisamente alla pressione degli sbarchi. […] Tutto inizia dalla Nigeria. Alcune ragazze vengono minacciate e rese psicologicamente vulnerabili a causa di riti voodoo, sacrifici di animali all'interno di «templi» situati nelle città nigeriane dove le organizzazioni criminali appaiono ben ramificate e storicamente ben radicate. Le ragazze vengono trasferite in Libia attraverso il Niger. In Libia vengono poi rinchiuse per mesi dentro centri gestiti dalle organizzazioni criminali che sfruttano la tratta di esseri umani. Segue l'imbarco verso l'Italia e, una volta in Sicilia, le ragazze nigeriane vengono raggiunte nei centri d'accoglienza e qui entrano in scena le cosiddette «maman». La situazione che si produce è quella di una completa soggezione alle maman con condizioni di vita pessime e violenze di ogni tipo; le ragazze vengono tenute in schiavitù col sequestro dei documenti e anche con minacce ai familiari rimasti nel paese d'origine. […]La storia di una ragazzina nigeriana che a Ferrara diventa schiava sessuale svela quanto possa essere macabro il giro della prostituzione e dei flussi migratori illegali, organizzati dai clan nigeriani. Il quotidiano La nuova Ferrara ha pubblicato alcune intercettazioni che fanno capire il livello di spregiudicatezza e disumanità. Le intercettazioni sono quelle che la procura dei minori di Bologna ha chiesto per indagare sul fenomeno della prostituzione dopo che una ragazza di appena 15 anni ha deciso di parlare e di scappare dalle maman. In Nigeria, la ragazza era stata venduta dal padre - sotto minaccia di riti voodoo e violenze di ogni tipo - a un'organizzazione malavitosa locale, la quale ne ha gestito il trasferimento in Italia: «Perché non in aereo?» ha chiesto una donna che parlava con la maman della ragazza. La risposta è stata: «In aereo ci sono troppi controlli, meglio via terra. Poi se la barca nel Mediterraneo si ribalta, possono sempre nuotare» affermava la donna. «Il mare è profondo, ma è un rischio che occorre prendere». […]La mafia nigeriana è caratterizzata da un particolare valore esoterico. […] I clan controllano ogni anello dell'orrenda filiera dello sfruttamento. […] Le ragazze dalla Nigeria vengono portate in Libia e da lì in Italia. Le modalità del viaggio hanno subìto cambiamenti rilevanti nel tempo. Fino al 1996 le ragazze si imbarcavano dagli aeroporti di Lagos o Benin City e sbarcavano direttamente a Roma, grazie a visti turistici a pagamento per motivi di «pellegrinaggio religioso» o di «turismo» rilasciati dall'ambasciata italiana a Lagos, i cui funzionari erano in rapporto con i trafficanti nigeriani. La procura di Torino fece emergere lo scandalo e il passaggio diretto non è stato più possibile. Le modalità di arrivo cambiarono in un lungo viaggio attraverso l'Africa, a volte persino attraversando a piedi lunghi tratti di deserto, e poi via mare. Giunte a destinazione generalmente le ragazze trovano la maman ad aspettarle. [...] Un aspetto particolare della tratta nigeriana è […] il fatto che lo sfruttamento è a tempo determinato. Una volta restituito il debito, la ragazza è libera di seguire una nuova vita. Questo aspetto va visto dal punto di vista strategico del racket: la costruzione di un legame di convenienza reciproca. […] Il nostro paese rappresenta, dunque e purtroppo, la principale piazza di sfruttamento delle donne nigeriane: una realtà illegale legata al racket della prostituzione e che fa dell'Italia la principale meta europea dello sfruttamento sessuale di strada. […]Ragazze tolte con le minacce alle famiglie, traffico di esseri umani su barconi dove rischiano la vita dopo esser stati tenuti in campi di concentramento in Libia, schiavismo con la prostituzione in strada, un grande business d'affari per la criminalità i cui proventi finiscono anche per finanziare il terrorismo internazionale che continua a mietere migliaia di vittime. Eppure chi cerca di bloccare tutto questo è additato come «cattivo», accusato di «disumanità», e perseguitato anche dalla giustizia. Abbiamo forse davvero perso la bussola? […]
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)