2024-03-22
Da Subiaco la Carta dei conservatori
Firmato ieri, all’evento organizzato dal gruppo Ecr, il manifesto dei valori a difesa della famiglia e contro il gender. Presenti delegazioni estere e il ministro Francesco Lollobrigida.«A 60 anni dalla proclamazione di San Benedetto patrono d’Europa diamo un segnale forte sull’importanza di ritrovare le nostre radici cristiane, che sono il fondamento della civiltà culturale e politica dell’Europa», ha detto l’europarlamentare di Fdi, Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr a Strasburgo, promuovendo la due giorni di Subiaco. A fare gli onori di casa anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che a Subiaco deve le origini e la prima esperienza politica come consigliere comunale. E nel «sacro speco» i conservatori europei di Giorgia Meloni hanno firmato la loro la Carta dei valori un «manifesto» in 12 punti, i principi fondamentali che definiscono il conservatorismo e l’impegno a promuovere una comunità stabile, giusta e armoniosa contro «gli attacchi alla famiglia tradizionale e le teorie sull’identità di genere» mentre l’identità culturale europea è messa in discussione dalla crescente imposizione di ideologie liberali e progressiste espresse attraverso la narrativa «woke». «Ci opponiamo fermamente a un’Ue intesa come strumento per la realizzazione di un’agenda globalista volta a imporre il pensiero unico progressista e il relativismo etico» hanno sottoscritto gli eurodeputati di Fdi, Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Denis Nesci, Chiara Gemma ed Elisabetta De Blasis insieme ai «colleghi» del gruppo Ecr Roberts Zile di Alleanza nazionale per la Lettonia, Hermann Tertsch e Jorgé Buxadè di Vox, Zdzislaw Krasnodebski di Pis e Nicolas Bay di Reconquête. Ad aprire i lavori è stata la lectio magistralis del filosofo e senatore di Fdi Marcello Pera sulla complessità della tradizione europea che valorizza l’importanza universale dell’individuo, nega l’esistenza di verità assolute e indiscutibili e promuove la tolleranza delle opinioni diverse. Pera ha esplorato le correnti di pensiero che hanno modellato l’Europa: dal liberalismo, che vede l’individuo come soggetto principale della natura umana, al socialismo, che lo definisce principalmente in termini economici, fino al conservatorismo, che pone l’accento sull’eredità e l’identità derivanti dalla tradizione. Il senatore ha poi affrontato l’Età dei diritti sottolineando come il liberalismo abbia trionfato promuovendo l’idea che i diritti debbano essere esportati e universalizzati e come sia necessaria la prudenza nel conservatorismo, che accoglie il cambiamento a condizione che questo sia graduale e non comprometta l’identità e la tradizione. Da cattolico Pera ha sottolineato che in Europa oggi «si sta diffondendo una forma di laicismo anticristiano. Persino nel magistero della Chiesa c’è l’assorbimento del secolarismo e laicismo. Lo si presenta come un aggiornamento del pensiero cristiano, ma a me sembra invece uno stravolgimento. C’è una difesa un po’ flebile del cristianesimo da parte di chi dovrebbe essere in prima fila». «Pera ha impreziosito la nostra Carta spiegando perché esistono i conservatori e quale è il loro ruolo, ovvero custodire e tramandare, arricchendolo, il patrimonio culturale ereditato, difendendolo dalla ideologia della cancel culture che considera soltanto l’oggi attraverso una follia progressista» ha sottolineato Procaccini, «dobbiamo conservare la cultura classica laica e religiosa proprio come hanno fatto i benedettini, abbiamo questo compito e in politica, che è la realizzazione di idee e valori, siamo quelli che difendono il concetto di famiglia, nazione e radici identitarie. È il nostro impegno in vista delle elezioni europee, un impegno che parte dove è nata l’idea di unità europea e di cui, stranamente, nel parlamento Ue non c’è traccia».