2023-07-21
Su Disney+ arriva l'undicesima stagione di «Futurama»
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Dieci puntate a cadenza settimanale a partire da lunedì 24 luglio. Giorno di attesa e di promesse, di buone intenzioni. «I dieci episodi inediti dell'undicesima stagione sono adatti sia ai nuovi spettatori che ai fan di lunga data, che avranno finalmente le risposte alle domande che li hanno tormentati per un decennio», ha giurato la piattaforma.Dieci anni. Dieci anni di silenzio, dieci anni in cui la fine è parso l’unico orizzonte possibile. Futurama, le sue navicelle spaziali e la commistione fra robot ed esseri umani, sembrava essere terminato. Caput. Invece, la Disney ha pensato ad altro. La Casa del Topolino ha voluto produrre un’altra stagione di Futurama, l’undicesima. E quel lasso di tempo, i dieci anni di rassegnazione senza più Fry né Leela, improvvisamente, si è chiuso. Futurama, sorella minore dei Simpson, figlia lei pure di Matt Groening, ha avuto un nuovo capitolo, l’ultimo si dice. «Futurama è finalmente uscito, e in maniera trionfale, dalla sua capsula criogenica, riportando alla vita il cast originale al completo e lo spirito satirico che ha conquistato il pubblico», si è potuto leggere nella sinossi diffusa da Disney, che gli episodi inediti dello show ha deciso di destinare al suo servizio streaming.Futurama, l’undicesima stagione, dieci puntate a cadenza settimanale, verrà rilasciata su Disney+ a partire da lunedì 24 luglio. Giorno di attesa e di promesse, di buone intenzioni. «I dieci episodi inediti dell'undicesima stagione sono adatti sia ai nuovi spettatori che ai fan di lunga data, che avranno finalmente le risposte alle domande che li hanno tormentati per un decennio», ha giurato la piattaforma, facendo un breve riepilogo degli irrisolti di Groening, delle sue creature, del XXXI secolo, la sua gente e le macchine. L’amore, un Babbo Natale robotizzato, bel lontano dall’ideale di bontà che il padre di tutte le feste dovrebbe ispirare, i girini di Kif ed Amy, le sorti della Planet Express permeeranno, dunque, il nuovo racconto. Ma quel che è stato e di nuovo sarà non monopolizzerà la trama (né, tantomeno, le ambizioni) dello show. Futurama, storia di Philip J. Fry e dell’«errore» che lo ha catapultato nel futuro, mille anni dopo la sua nascita, è stato ripensato. È stato riscritto da mano furba, così da accontentare e compiacere un pubblico diverso da quello delle origini, più ampio e duttile. Sull’impalcatura di un tempo, sono stati eretti i pilastri d’oggi: «tematiche attuali» le chiama la sinossi, citando ad esempio «una nuova pandemia, il futuro dei vaccini, dei bitcoin, della cancel culture e della tv in streaming». In soldoni, la stessa minestra che ogni revival o remake sembra destinato a proporre, la formula che Boris direbbe essere costruita con l’unico scopo di soddisfare «l’algoritmo» per ottenere dalle case produttrici il famigerato «lock». Futurama, da sinossi, parrebbe aver ceduto al mainstream, alle mode, al «così fan tutti». Ma il condizionale e quel po’ di dubbio che si porta appresso è d’obbligo: doveroso, quando Matt Groening è nel mezzo. Futurama, come i Simpson, ha sempre vissuto ancorato alla realtà, la sua storia intrecciata con gli alti e (soprattutto) i bassi della società contemporanea. Non è posticcio il suo legame con il reale. Non è stucchevole. E, conoscendo Groening, non è (o, quanto meno, non dovrebbe essere) nemmeno permeato della retorica odiosa che il politicamente corretto ha imposto alla serialità televisiva.
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