2022-04-14
Studenti tedeschi senza mascherina. L’Italia invece non ne vuole sapere
Dal 29 marzo molti Land hanno eliminato le protezioni anche se hanno meno inoculati e più contagi di noi. A Brema e in Assia le restrizioni alle elementari erano già un ricordo. Governo battuto sull’obbligo vaccinale.Quando la situazione epidemiologica non diventa una scusa per tenere chiuso il Paese. Il 1° aprile, il report quotidiano del Robert Koch Institute (Rki), l’istituto di sanità pubblica tedesco, registrava 252.530 nuovi positivi, i ricoverati in terapia intensiva erano 2.306, i decessi Covid 304. L’incidenza nazionale, su base settimanale, risultava di 1.586 casi per 100.000 abitanti, ma nel Land Saarland superava i 2.260 casi. Nello stesso giorno, il nostro Istituto superiore della sanità segnalava 74.350 nuovi casi, 476 malati gravi in rianimazione e 154 decessi. L’incidenza settimanale era 836 casi per 100.000 abitanti. L’Italia era messa decisamente meglio, eppure appena terminato lo stato di emergenza riapriva parzialmente mantenendo green pass e mascherine ancora condizionanti in diversi ambiti e attività. Due giorni dopo, invece, il 3 aprile la Germania revocava quasi tutte le restrizioni, consentendo anche di entrare senza mascherina in supermercati, ristoranti, cinema e in molte scuole. Rimangono su autobus, treni a lunga percorrenza, aerei, negli studi medici e nelle cliniche. Nonostante l’alto numero di contagi, già il 18 marzo Bundestag e Bundesrat avevano aperto la strada a un nuovo Ifsg (Infektionsschutzgesetz), legge federale per la prevenzione e il contrasto di infezioni che ha posto fine alla maggior parte delle misure anti Covid. Dal 20 marzo, gli Stati federali hanno la responsabilità di decidere quali misure adottare per tenere sotto controllo la pandemia di Covid, applicando le cosiddette regole degli hotspot. La legge le definisce aree in cui «esiste il rischio concreto di una diffusione dinamica della Sars-Cov-2» e delle sue varianti, con aumento delle infezioni e dei ricoveri ospedalieri. Il singolo Land può applicare misure più restrittive limitatamente a un distretto o all’intero Stato, gestendo con autonomia l’emergenza, relativa pure a scarso numero di medici e infermieri in quanto infettati, senza che l’intera Germania debba subire gli stessi provvedimenti. Al momento, dei 16 Länder solo il Meclemburgo-Pomerania anteriore e la città Stato di Amburgo hanno introdotto questa regola e per fare lo shopping impongono la Ffp2, nel resto del Paese si è già tornati alla normalità. Anche a scuola, dove restano obbligatori i test tre volte alla settimana, ma dove la mascherina è scomparsa quasi ovunque, perfino nei due Stati federali dove i contagi preoccupano e perdurano le limitazioni per contenerli. Nel Meclemburgo-Pomerania anteriore, Sassonia e in Assia, dal 7 marzo tutti gli studenti non hanno più l’obbligo della mascherina in classe. A Brema le mascherine sono sparite dalle scuole primarie dallo scorso 14 marzo, in quelle della Turingia dal 21 marzo e il 4 aprile per tutte le altre scuole. A Berlino, il dispositivo di protezione delle vie respiratorie non è più imposto dal 1° aprile, nello Schleswig-Holstein dal 2 aprile, nel Brandeburgo, in Baviera, nella Renania settentrionale-Vestfalia e nel Baden-Württemberg dal 4 aprile. Già così, è corposo l’elenco dei Länder che hanno fatto piazza pulita di uno strumento, ancora imposto nelle scuole italiane. Perfino in quelle dell’infanzia, dove i piccoletti che hanno compiuto i 6 anni sono costretti a imbavagliarsi, soffrendo un’inutile quanto crudele discriminazione rispetto agli amichetti dell’asilo.Giusto un mese fa, il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, epidemiologo noto per i suoi toni molto gravi quando parla di pandemia, aveva dichiarato: «Al momento abbiamo in Germania una situazione che fa paura, abbiamo un numero di casi in forte aumento a livello nazionale e anche un alto tasso di mortalità». Quando il disegno di legge sostenuto dai tre partiti della coalizione del governo di Olaf Scholz, di rendere la vaccinazione anti Covid obbligatoria per tutti gli over 60, è stato respinto da 378 parlamentari, Lauterbach non ha avuto una reazione positiva. «Ora la lotta contro il coronavirus in autunno sarà molto più difficile», è stato il suo commento. Convinto che dopo l’estate si dovrà tornare a indossare la mascherina, adesso però l’ha tolta a differenza di quanto esita a fare il ministro Roberto Speranza. Non è che il Covid abbia smesso di circolare a Berlino o a Monaco, ieri i dati del Rki indicavano 176.303 nuovi casi, 1.910 pazienti ricoverati in terapia intensiva, 361 decessi. Il 76,1% della popolazione è vaccinato con due dosi, negli Stati federali il tasso di vaccinazione è talvolta notevolmente inferiore o superiore alla media nazionale (Brema è oltre il 90%, la Sassonia al 65,4%). Il 59% ha ricevuto il booster e la campagna vaccinale procede a rilento, i tedeschi non inoculati sono 19,4 milioni (il 23,4%), ma la Germania del nuovo cancelliere ha davvero riaperto. Dal 1 maggio le persone positive dovranno fare solo una quarantena volontaria di cinque giorni. In Italia, con 62.037 nuovi contagiati, 449 malati in rianimazione e 155 decessi (sempre al 13 aprile), il ministro della Salute giudica «significativi» questi «numeri di circolazione virale». Pensa a un’eventuale proroga che verrà presa «dopo Pasqua» perché vuole lasciarci la mascherina.
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