2025-08-08
Starmer pago: primi migranti in cella
Parte il piano contro i clandestini nella Manica, in due giorni centinaia di fermi. Però prosegue la distopia: i dipendenti del Fisco al corso sulla «colpa di essere britannici».È ormai entrato in vigore il nuovo patto tra Francia e Regno Unito per contrastare l’immigrazione clandestina nel Canale della Manica. Negli ultimi due giorni, quindi, le autorità britanniche sono passate alle maniere forti e hanno fermato oltre un centinaio di irregolari giunti su suolo inglese con i famigerati «barchini». Secondo quanto prevede il piano, questi individui saranno trattenuti in un centro di espulsione e presto dovrebbero essere rispediti in Francia. Il ministro dell’Interno, Yvette Cooper, ha dichiarato che «non ci devono essere dubbi: da ora in avanti, chiunque arriva sarà soggetto a detenzione immediata e rimpatrio». Il trasferimento in Francia dei trattenuti, ha assicurato la Cooper, dovrebbe avvenire entro poche settimane: «Siamo all’inizio della fase pilota», ha detto, «e con il tempo il programma si amplierà, ma è anche chiaro che la Francia è un Paese sicuro, quindi difenderemo con fermezza l’accordo da eventuali ricorsi legali». Il progetto pilota anglofrancese, denominato «One in, one out» («Uno entra, uno esce»), è stato siglato lo scorso luglio da Keir Starmer ed Emmanuel Macron, e prevede che, per ogni clandestino espulso in Francia, la Gran Bretagna accoglierà da Parigi un migrante che abbia superato i controlli di sicurezza e di idoneità.Parlando delle prime operazioni realizzate dalla polizia frontaliera, Starmer ha dichiarato: «Se infrangi la legge per entrare in questo Paese, sarai soggetto a espulsione. Quando dico che farò di tutto per proteggere le nostre frontiere, lo dico sul serio». Concetti simili sono stati espressi dalla Cooper, la quale ha affermato che il piano anglofrancese «manda un messaggio a ogni migrante che sta pensando di pagare le organizzazioni criminali per raggiungere il Regno Unito: se saliranno su un barchino, rischieranno la vita e butteranno via i loro soldi».Le intenzioni saranno anche buone, ma permangono tuttora numerosi dubbi sull’efficacia di queste misure. Anche perché, essendo un progetto pilota della durata di undici mesi, ha come obiettivo la quota di circa 50 rimpatri settimanali, al massimo 2.600 all’anno: un’inezia a fronte delle decine di migliaia di arrivi mensili che hanno raggiunto livelli record. Non è un caso, d’altronde, che i Tories abbiano definito il progetto come insufficiente, rilanciando al contempo il piano Ruanda.Ma se sul fronte dell’immigrazione clandestina il governo laburista sta almeno tentando di far qualcosa, per il resto il Regno Unito si conferma una nazione da romanzo distopico. Basti pensare alla vicenda di Simon Pearson, un docente di 56 anni che insegnava inglese come lingua straniera presso il Preston College, da cui è stato licenziato in tronco alcuni mesi fa. Il motivo? Aveva osato sostenere che la condanna a 31 mesi di Lucy Connolly per «incitamento all’odio» fosse un esempio di «giustizia a due pesi e due misure». L’estate scorsa, la Connolly, una tata quarantenne, aveva commentato sui social la strage di Southport con toni molto duri sull’immigrazione, diventando presto il simbolo della censura e della fine della libertà di parola nel Regno Unito. Pur deprecando il contenuto di quel post, Pearson aveva definito la condanna spropositata, peraltro in un gruppo privato di amici su Facebook. Il suo commento, tuttavia, era finito nelle mani di un rappresentante musulmano della National education union (Neu), principale sindacato degli insegnanti del Regno Unito, che ha qualificato quel commento come «islamofobo, razzista e discriminatorio». Tanto è bastato per convincere il Preston College a licenziare Pearson. Che ieri al Telegraph ha dichiarato: «Mi sento perseguitato per essere cristiano, è diventata una caccia alle streghe». I suoi avvocati hanno avviato una causa legale presso un tribunale del lavoro, peraltro con il sostegno del Christian legal centre, che ritiene il licenziamento di Pearson un esempio di come gli insegnanti cristiani vengano messi a tacere per aver espresso opinioni che sfidano l’ideologia dominante. «In un certo senso», ha aggiunto il docente di inglese al Telegraph, «la religione più perseguitata al momento è proprio il cristianesimo».E se la mannaia cala inesorabile sui «reprobi», le autorità di Londra lavorano anche alla «prevenzione». I dipendenti dell’agenzia delle entrate (Hmrc), infatti, sono stati costretti ad assistere a un corso sulla «colpa di essere britannici». In questo illuminato seminario, sono stati trattati argomenti come «il peso emotivo della storia coloniale» del Regno Unito, che adesso è tutto proiettato a sostenere «il suo impegno per la diversità, l’uguaglianza e l’inclusione». Il Partito conservatore è ovviamente insorto, così come Joanna Marchong dell’associazione TaxPayers’ Alliance (Tpa), che ha dichiarato: «I contribuenti sono stanchi di finanziare questi progetti woke per il personale pubblico». In effetti, difficile dar loro torto.
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