2020-09-19
Spunta la ditta straniera dei banchi. È la Nautilus con sede in Portogallo
L'azienda è una delle cinque fornitrici estere di Invitalia. Intanto, si moltiplicano le immagini di cataste di vecchi arredi nei depositi e nei cortili scolastici, ma non è chiaro come (e a spese di chi) saranno smaltiti.Sui banchi di Domenico Arcuri, il mistero è grande. Però, man mano, si può venire a capo di qualche particolare. Finché, a far cadere il velo di riservatezza, sarà la decorrenza dei termini prescritti dalla normativa sulla trasparenza. Intanto, siamo riusciti a risalire al nome di una delle ditte straniere coinvolte nella fornitura. È un'azienda portoghese, la Nautilus Sa, con sede a Foz do Sousa, una freguesia nell'area di Gondomar, non molto distante da Porto. Qualche giorno fa, l'impresa ha consegnato dei monoposto in un plesso scolastico di Coppito, frazione dell'Aquila. Assenti le famose rotelle: nel capoluogo abruzzese, nessuna scuola ha preso arredi mobili. I banchi paiono ben realizzati: bianchi con sedioline nere, tutto in polipropilene, tutto ecologico. Dai listini online, emerge che le sedute costano 18 euro e i banchi 59. Impossibile, tuttavia, sapere quanti pezzi abbia consegnato o consegnerà la Nautilus in Italia e per quale contropartita economica.Ma per un arredo nuovo che ricevi, ne hai uno vecchio da sistemare. E in questi giorni, circolano le immagini dei tavolini ormai obsoleti, abbandonati e ammucchiati. Come il cumulo ripreso nel deposito del Comune di Bologna da Michele Lapini, che ha postato la foto su Facebook: banchi (inclusi alcuni monoposto), sedie, cattedre, librerie, armadi, in buono stato. Giovedì, un consigliere capitolino del Pd, Valeria Baglio, ha deplorato «l'occupazione ingombrante dei biposto» nei cortili e in altri spazi delle scuole della Capitale. A Pompei, un «cimitero di banchi» è stato fotografato all'interno dell'istituto Luigi Leone di piazza Schettini. A Vaiano Cremasco, una catasta di banchi, sedie e armadi è stata immortalata addirittura sotto lo svincolo della strada Paullese. A Cremona, i cittadini hanno gridato allo spreco, quando hanno visto masse di tavolini appoggiati sul marciapiede, in attesa di essere caricati da un camion per lo smaltimento. A Pasian (Prato), i banchi sparpagliati nel cortile del magazzino comunale hanno suscitato l'indignazione dei cittadini. Il sindaco ha assicurato che gli arredi saranno messi a disposizione di associazioni e parrocchie, mentre quelli inutilizzabili saranno smaltiti. Già, lo smaltimento. La gara europea, indetta da Arcuri, prevedeva, «quale servizio aggiuntivo» offerto dall'azienda che partecipava al bando, «il ritiro di banchi usati e/o sedute usate, regolarmente disinventariati perché “fuori uso", e relativo conferimento ad impianti di recupero o smaltimento». Se d'accordo, la ditta doveva contrassegnare l'opzione e in questo modo otteneva 15 punti, utili per l'aggiudicazione finale. «Non ho dato la mia disponibilità perché non erano indicati né il numero di banchi, né le regioni in cui andava fatto il ritiro», fa sapere Emidio Salvatorelli, presidente di Vastarredo, una delle sette aziende che formano l'associazione temporanea di imprese che ha partecipato al bando. L'operazione, oltre che essere costosa, richiedeva tir dedicati e maggior tempo a disposizione per andare a caricare banchi dismessi in giro per il Paese, depositando il materiale nei luoghi che sarebbero stati indicati a bando concluso. Oltre al lavoro imponente di produzione e distribuzione, da realizzare in tempi ridottissimi, poche aziende avranno accettato di occuparsi anche dello smaltimento dei biposto. È sempre un'ipotesi, perché sul bando vige l'obbligo del no comment. Certo, se una ditta ha optato per il sì, avrà caricato su ogni pezzo il costo legato allo smaltimento. Un'azienda di trasporti e logistica, contattata dalla Verità, indica una media di 40 euro per biposto e di 15 euro per ogni sedia da ritirare, caricando il materiale su un camion, scaricandolo in un deposito e provvedendo poi a rimetterlo su un tir che avrà per destinazione l'impresa, specializzata nella separazione di legno, ferro, plastica e nel successivo riutilizzo. Un costo di minimo 55 euro, per l'accoppiata sedia e banco, moltiplicato per centinaia, migliaia, forse milioni di vecchi arredi, si trasforma in altre, assurde spese a carico dei contribuenti.A Roma, intanto, il vicesindaco Teresa Zotta ha annunciato che «i banchi biposto in eccedenza nelle scuole superiori saranno stoccati e quelli inutilizzabili smaltiti rispettando le norme ambientali». La numero due del Campidoglio, con delega all'Edilizia scolastica, fa sapere che «già ai primi di agosto i nostri uffici hanno fornito specifiche indicazioni ai dirigenti scolastici sulle procedure da rispettare. Abbiamo nel frattempo individuato un nostro magazzino adeguato alle previsioni di deposito, presso idonei locali dall'amministrazione». Peccato che i presidi, nella città metropolitana, non abbiano ricevuto alcuna indicazione a riguardo. «Da fine agosto abbiamo 200 banchi in un seminterrato, per i quali restiamo in attesa del nullaosta, non essendo stato ancora autorizzato lo spostamento, e un'altra cinquantina ammucchiati in cortile. Esposti alle intemperie», commenta Cristina Costarelli, dirigente scolastico del liceo scientifico Newton e vicepresidente Anp Lazio. «A luglio noi presidi abbiamo ricevuto una generica indicazione su come avremmo dovuto muoverci, ma non è seguita alcuna comunicazione». Tutti, secondo la Costarelli, sono senza una soluzione per lo smaltimento. Al Newton sono arrivati 500 banchi monoposto, acquistati dalla scuola con i fondi anti Covid e si è in attesa dei 400 provenienti dal bando Arcuri. «Abbiamo dovuto far posto nelle aule», spiega la preside. «Non sono tutti banchi da buttare, molti saranno riutilizzati, però non possiamo farci carico del loro magazzinaggio». La Costarelli ha dovuto sistemare circa 1.100 studenti anche con la didattica a distanza, gli spazi non bastano per questo aveva chiesto di poter utilizzare la biblioteca Villa Altieri, a due passi dall'istituto. «Ho presentato domanda per far trovar posto a una sessantina di alunni in quell'edificio, molto bello ma sempre chiuso. Dagli uffici della Zotta è arrivata risposta negativa, la destinazione dei locali è altra». Marco Rusconi, presidente Anp Lazio, fa presente che pure diverse parrocchie si erano rese disponibili per cedere spazi agli studenti in diversi istituti romani, senza che la loro offerta venisse neppure presa in considerazione.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)