2024-05-15
«La spiaggia privata promessa da Toti? Balle, ecco perché»
La spiaggia di Punta dell'Olmo. Nel riquadro, l'assessore Alessandro Bozzano
Alessandro Bozzano, il consigliere regionale che compare nelle intercettazioni, rivela: «Iter impossibile, l’ho anche spiegato all’uomo di Spinelli».C’è un capo d’accusa che i giornali della vulgata stanno propagandando come uno dei più pesanti nei confronti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che, in realtà, potrebbe essere il primo a sgonfiarsi. Nell’ordinanza di custodia cautelare l’hanno rubricato al capo «Q» delle imputazioni. È un’accusa di corruzione che è stata così riassunta: «Toti, in qualità di presidente della Regione Liguria e quindi di pubblico ufficiale, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso per l’esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri e per compiere atti amministrativi illegittimi accettava da Aldo Spinelli e da Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti». E tra gli atti contrari avrebbe dovuto «trovare una soluzione per la trasformazione della spiaggia libera di Punta dell’Olmo a privata». Il protagonista incolpevole di questa vicenda è un consigliere regionale, Alessandro Bozzano, eletto con Cambiamo con Toti presidente, già sindaco di Varazze. È citato in un’intercettazione agli atti. Il primo settembre del 2021 Toti è sullo yacht di Aldo Spinelli, che è insieme al figlio Roberto. Bozzano, invece, è in moto e con il casco in testa. Il suo cellulare squilla. È il governatore. Lui si ferma in una piazzola di sosta e risponde. Toti, secondo gli inquirenti, dopo aver comunicato di essere a pranzo con la famiglia Spinelli, avrebbe «sollecitato Bozzano a trovare una soluzione per la spiaggia di Punta dell’Olmo e al cospetto degli imprenditori presenti» avrebbe precisato «la volontà di trasformare la destinazione della spiaggia». Le parole intercettate sono queste: «Ci mettiamo lì... ma razionalizziamo le delibere che ci sono attrezzate, accorpiamo, spostiamo». Bozzano avrebbe replicato che la possibilità di trasformare la spiaggia rientrava nelle competenze della Regione. E Toti avrebbe spiegato il progetto dell’imprenditore e i passaggi per realizzare gli obiettivi degli Spinelli con queste parole: «In realtà lì diventerà una concessione, ma tanto mettiamoci un piede dentro e poi vediamo». E a quel punto Toti avrebbe indicato al consigliere regionale «quale soggetto referente» il suo «amico Roberto», ovvero Spinelli. Infine avrebbe fissato un incontro in Regione al quale, secondo l’accusa, avrebbero dovuto partecipare Spinelli, tale Marco (identificato dagli investigatori nell’assessore Marco Scajola) e il nuovo dirigente del Demanio, per vedere «che cosa si può tirare fuori». Il passaggio clou è questo. Bozzano avrebbe delineato, secondo l’accusa, «una serie di possibili soluzioni alle quali poter ricorrere» e tra queste la possibilità «di mettere nel computo delle spiagge libere quella di Viale Europa», un tratto di costa occupata da scogli. Fin qui l’accusa.Bozzano, contattato dalla Verità, però, liquida la telefonata con Toti in questo modo: «Non è che mi sono messo lì a spiegare, perché la richiesta non era liquidabile al volo, inoltre avevo già chiaro che non era una sollecitazione attuabile». Nella telefonata, infatti, dice in modo chiaro: «Gio’, ascoltami, non puoi farlo». E fa una premessa: «Quella spiaggia è per buona parte una discarica risalente alla costruzione delle autostrade. Toti mi chiese «si può fare qualcosa?». Io no non l’ho detto a lui, ma l’ho detto successivamente a questi signori». Ovvero a chi aveva interessi su quella spiaggia. «Con Roberto», spiega Bozzano, «non c’è stato un incontro, né con nessuno degli Spinelli». E i fatti sarebbero andati in questo modo. Non Spinelli, ma Giorgio Sacchi, amministratore della società Punta dell’olmo Spa, il cui amministratore unico è Aldo Spinelli mentre il capitale sociale è interamente detenuto da Roberto, contatta la segretaria del consigliere regionale. Era fine luglio. «Ma ad agosto la Regione era chiusa», ricorda Bozzano, «e l’incontro è stato rinviato a settembre. Era un giorno in cui c’era il Consiglio regionale e io ho ricevuto questo Sacchi, ma non l’ho trattenuto a lungo». Sacchi, secondo Bozzano, gli avrebbe chiesto un parere: «Mi ha detto che aveva dei problemi di sicurezza su quel pezzo di litorale e voleva sapere se secondo me era possibile ottenere direttamente la gestione della spiaggia. Io gli ho risposto di no. Una spiaggia deve passare attraverso un procedimento di evidenza pubblica. Poi gli ho detto anche “si metta l’anima in pace, perché il Comune di Varazze ha una percentuale, e me lo ricordo da quando ero sindaco, di circa il 23 per cento di rapporto tra lidi liberi e dati in concessione. Le libere e le libere attrezzate sono il 23 per cento. Fino a quando la percentuale non salirà al 40 per cento non si potrà affrontare il discorso”». Fatta questa premessa avrebbe liquidato Sacchi con un «si metta il cuore in pace e risparmi le marche da bollo». Il consigliere aggiunge: «Quando l’ho spiegato a Sacchi lui ha capito subito. Gli ho detto “tu puoi avere anche problemi di sicurezza, ma dovrai risolverli in un altro modo”». In sostanza la Punta dell’olmo Spa aveva costruito una struttura immobiliare proprio al di sopra della spiaggia-discarica. Lì d’estate c’è chi si ferma a dormire all’aperto, chi la usa come area di sosta per i camper. E Sacchi, e quindi gli Spinelli, avrebbero avuto l’idea di acquisire la spiaggia per attrezzarla, risolvendo così anche gli asseriti problemi di sicurezza. Ma oltre agli impedimenti della legislazione regionale incombeva pure l’ombra della direttiva Bolkestein. Spiega ancora Bozzano: «Con la Bolkestein tutte le spiagge devono andare a gara. Inoltre, ora le concessioni vanno azzerate e quindi i Comuni dovranno rispettare la percentuale del 40 per cento». E l’appuntamento in Regione al quale l’aveva invitato Toti? «Quell’incontro lì», afferma in modo fermo Bozzano, «con Marco e la Valeria per la roba del Demanio non c’è mai stato». Ma c’è un altro dato, che risulta particolarmente rilevante: il 5 di settembre, giorno in cui Bozzano ha deluso le aspettative di Sacchi, è ben precedente all’8 di ottobre e ai due bonifici (che sarebbero la pistola fumante della corruzione di Toti, ndr). Quindi, o Sacchi non ha detto niente a Spinelli oppure i suoi referenti hanno raccontato delle bugie. E su delle bugie potrebbe reggersi quindi il capo «Q» dell’accusa. Uno dei più gravi, stando ai giornaloni.