2022-10-06
Speranza si rimangia la sua circolare per imporre di nuovo i bavagli al chiuso
Giallo sulla bozza. Esiste, ma il ministro tenta la retromarcia: «Nulla in arrivo». Le Regioni: «Mai fatto incontri sul testo».In California una norma può portare alla revoca della licenza ai sanitari critici verso il vaccino.Lo speciale contiene due articoli.Per una volta, qualcosa che riguarda Roberto Speranza, anziché di rosso comunista, si tinge di giallo mistero. È il caso della disposizione che prescriverebbe il ritorno delle mascherine al chiuso e la limitazione degli assembramenti, annunciata martedì e poi smentita dagli uffici del ministro: «Nessuna circolare in arrivo», è stato il secco diniego di lungotevere Ripa. «Prosegue il monitoraggio del quadro epidemiologico e si continua a raccomandare la quarta dose per fragili e over 60». Eppure, le 18 pagine del documento, firmato da Gianni Rezza (direttore della Prevenzione) e Stefano Lorusso (direttore della Programmazione sanitaria), per di più indirizzato a dicasteri, ordini professionali, istituti medici, società di trasporto e alla Regione Veneto, esistono. Anzi, secondo la stampa, la bozza sarebbe stata discussa o, addirittura, concordata con i governatori. Cos’è successo, allora? Perché l’ultimo blitz delle brigate Covid è stato annullato all’improvviso?Una possibilità è che qualcuno più in alto di Speranza, tipo Mario Draghi, abbia fatto notare all’ex assessore potentino che partorire una misura di tale portata, con i membri dell’esecutivo prossimi al trasloco, sarebbe stato uno sgarbo istituzionale. È opportuno che sia il centrodestra, appena insediato, a dettare gli indirizzi della politica sanitaria per il prossimo inverno. Ed è quanto meno dubbio che Giorgia Meloni & C. abbiano idea di ripristinare l’obbligo di bavaglio o la riduzione delle capienze dei locali. Interpellate dalla Verità, tuttavia, fonti di Palazzo Chigi hanno smentito un intervento diretto del presidente del Consiglio uscente. Il ministro della Salute s’è ravveduto da sé? Oppure i suoi esperti lo avevano scavalcato a sinistra, approfittando del risorto battage dei bollettini epidemiologici? C’erano dissidi tra strutture tecniche e direzione politica del ministero, per cui le prime hanno tentato di blindare il provvedimento, spifferandone il contenuto? Alle incongruenze si aggiunge un elemento: gli enti locali non sarebbero stati a conoscenza dell’intenzione di predisporre una stretta. Raggiunto telefonicamente, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha riferito che «non abbiamo mai avuto incontri» in proposito. L’unico a essere incluso tra i destinatari della bozza, in effetti, era l’assessorato alla Sanità del Veneto. E casualmente, Luca Zaia, meno di una settimana fa, aveva ribadito che «ci vuole l’uso della mascherina in condizioni di assembramento». Qualcuno, a Roma, sperava di trovare una sponda nel leghista, per poi mettere in giro la voce di un accordo con le Regioni?Comunque siano andate le cose, il balletto sulla circolare è l’ennesimo, osceno spettacolo della gestione Speranza. Con una cifra stilistica permanente: l’incertezza, la confusione, il vezzo quasi sadico di tenere l’Italia sulle spine fino all’ultimo momento utile, lasciandole assaporare il gusto di una liberazione che invece, puntualmente, viene differita. Ma un conto è prorogare di un mese le museruole in Rsa e ospedali, un conto è evocare lo spettro del mascheramento generale, qualora il quadro peggiori nella stagione fredda. Non che la decisione adottata per nosocomi e case di riposo sia incontestabile: primo, perché il mantra della prudenza prelude all’eterno incaprettamento di nasi e bocche, visto che il coronavirus è destinato a coesistere per sempre con il genere umano; secondo, perché è tempo di superare il paradigma delle costrizioni e affidarsi a intelligenza e buon senso delle persone. Ciononostante, è molto peggio minacciare l’impiego dei Dpi «in spazi pubblici chiusi», oltre che parlare di «lavoro da casa» (che comporta ulteriori aggravi sulle già astronomiche bollette) e «limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti» (se cinema, teatri e discoteche non chiudono per il caro energia, li facciamo fallire per i divieti Covid?). Nella circolare, per ora abortita, si allude a un «peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sull’assistenza sanitaria e/o sul funzionamento dei servizi essenziali». Ma la crescita di quasi il 40% in una settimana degli ingressi in corsia comprende un’ampia quota di pazienti che si scoprono positivi in ospedale, dove si erano recati per altri disturbi. Si può rimettere il bavaglio a una nazione nel nome dell’ossessione per i tamponi? Ancora: sia il testo misconosciuto da Speranza, sia la smentita, insistono sulla campagna per la quarta dose. La bandierina che il ministro vorrebbe sventolare contro il centrodestra. Al dicastero vagheggiano un ultimatum? Porgete il braccio, o scattano le limitazioni? L’uomo di Leu, ora, è impegnato indefessamente nel proprio rilancio mediatico. Così, Franco Corbelli, leader del Movimento diritti civili, lo incalza: perché, tra un’ospitata tv e l’altra, non trova il modo di occuparsi «della grande tragedia delle morti improvvise dei giovani» e degli effetti avversi dei vaccini? Vana Speranza... Lui si fa intervistare solo da chi non gli fa domande. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/speranza-mascherine-covid-2658404144.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ricorso-contro-la-legge-californiana-che-punisce-i-medici-scettici-sui-sieri" data-post-id="2658404144" data-published-at="1665055561" data-use-pagination="False"> Ricorso contro la legge californiana che punisce i medici scettici sui sieri «L’imposizione di un’ortodossia ufficiale approvata dal governo viola il primo emendamento ed è in contrasto con lo stesso metodo scientifico»: dopo Joe Biden e Anthony Fauci, anche il governatore della California Gavin Newsom, esponente di spicco del Partito democratico e tra i papabili candidati alle prossime presidenziali americane, è riuscito a farsi trascinare in tribunale per aver firmato la discutibile legge sulla cosiddetta «disinformazione medica» riguardante il Covid-19. La legge - la prima del genere negli Stati Uniti - dovrebbe entrare in vigore a gennaio, e vieta ai medici di fornire ai loro pazienti «informazioni false o fuorvianti» sul Covid. Ciò include informazioni su rischi, prevenzione e trattamento della malattia, e su sviluppo, sicurezza ed efficacia dei vaccini. Chi si renderà colpevole di questa «condotta non professionale» sarà punito con la sospensione o addirittura il ritiro della licenza. Un salto di qualità rispetto ai provvedimenti adottati verso i medici che si sono «discostati dagli standard di cura»: la legge infatti interviene anche sulla loro libertà di diffondere informazioni non allineate. Un testo talmente controverso che lo stesso Newsom, firmandolo venerdì scorso, ha ammesso: «Sono preoccupato per lo spaventoso effetto (sic) che altre potenziali leggi potrebbero avere sui medici, che devono poter parlare efficacemente con i loro pazienti. Tuttavia, sono fiducioso che discutere di idee o trattamenti emergenti, inclusi i rischi e i benefici, non costituisca disinformazione secondo i criteri di questa legge». Un messaggio dai contorni giuridici così vaghi e confusi da tradursi, in sostanza, in un semplice avvertimento: dottori, meno parlate, meglio è. Così lo hanno interpretato Mark McDonald, psichiatra a Los Angeles, e Jeff Barke, medico a Newport Beach, che hanno citato in giudizio alla Corte Federale di L.A. tutto il medical board della California (che concede e revoca le licenze), accusandolo di violare il primo e il quattordicesimo emendamento della Costituzione americana. «La legge obbliga i medici a considerare soltanto le tesi scientifiche che lo Stato della California ritiene accettabili», lamentano i ricorrenti, «e discrimina i medici che lavorano secondo le proprie conoscenze». Newsom ha spinto molto per far approvare il testo, sostenendo che «la diffusione della disinformazione sui vaccini ha indebolito la fiducia del pubblico e messo a rischio le vite»: eppure, dopo New York, Dc, Maine e Connecticut, la California è uno degli Stati con la più alta percentuale di vaccinati negli Usa. Il governatore democratico ha tentato di far passare, senza successo, una legge che consentisse ai minori di 15 anni di essere vaccinati senza il consenso dei genitori, e ha dovuto anche ritirare il progetto d’introduzione dell’obbligo vaccinale nelle aziende californiane. La legge è stata aspramente criticata da molti molti medici statunitensi. Robert F. Kennedy, Jr., presidente della Children’s health defense, ha lamentato che «cambia radicalmente il sacro rapporto tra medico e paziente che esiste dai tempi di Ippocrate». Ferma condanna anche da Peter McCullough, cardiologo incappato nella censura politica dei fact checker: «I medici smetteranno di curare i pazienti, la legge danneggia i più vulnerabili. La California sta prendendo una china pericolosa». «Dottori, usate la vostra libertà di parola, finché ancora la avete, per opporvi a questa legge!», ha denunciato uno dei firmatari della Great Barrington Declaration, Jay Bhattacharya. La notizia è rimbalzata anche in Australia e Nuova Zelanda, dove sono state adottate misure simili: la più grande compagnia che assicura i medici australiani, la Medical indemnity protection society, ha emanato un decalogo per evitare le indagini disciplinari nei confronti di chi «parla troppo». L’opposizione al nuovo «autoritarismo medico» si diffonde a macchia d’olio.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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