2021-02-17
Moda e occhiali, un legame sempre più indissolubile
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Secondo gli ultimi dati pubblicati da Safilo, il mercato all'ingrosso delle montature, è stimato pari a circa 18 miliardi nel 2017, ed è cresciuto attorno al 4% negli ultimi tre anni. Ivo Andreatta, country manager Fielmann Italia: «Vi presentiamo la nostra collezione 100% Bio» Dior ha annunciato una nuova collaborazione con Thélios, azienda, leader nel settore dell'occhialeria. Una nuova era nella cultura dell'occhialeria. Huawei presenta la seconda generazione di occhiali smart in collaborazione col brand coreano Gentle Monster. Grazie all'altoparlante più ampio e la funzione Smart Interaction aggiornata, questo accessorio diventa un vero e proprio assistente personale. Lo speciale contiene quattro articoli e gallery fotografiche.Moda e occhiali, un binomio sempre più indissolubile. L'occhiale visto non solo dal punto di vista cosmetico ma anche come un accessorio che completa il look tramite l'uso di montature e materiali innovativi. Il tutto ovviamente completato con loghi e griffe in bella vista. E dunque, le grandi case di moda sempre più si appoggiano alle società di occhiali per la produzione dei loro prodotti da vista o sole esclusivi. Si siglano accordi per 2, 3 o anche 6 anni in modo da garantirsi una produzione continuativa e sempre innovativa degli occhiali in tutte le sue sfaccettature. I gruppi a cui ci si rivolge per fare una partnership tendenzialmente sono sempre i soliti noti e anche i maggiori produttori del settore. Si parla infatti di: Luxottica, Safilo Group, Marcolin, De Rigo e Marchon eyewear. Ma prima di entrare dentro il mondo degli accordi tra i colossi della moda e le case di occhiali, facciamo una piccola panoramica del mercato. L'eyewear consiste principalmente nel design, produzione e vendita di montature da vista e da sole. Quest'ultimo segmento risulta essere fortemente competitivo e molto frammentato. Stando agli ultimi dati pubblicati da Safilo, il mercato all'ingrosso delle montature, è stimato pari a circa 18 miliardi nel 2017, ed è cresciuto attorno al 4% negli ultimi tre anni. Tra i fattori chiave che hanno fatto sviluppare maggiormente il settore ce ne sono due: quello relativo ai mercati emergenti e i grandi marchi della moda. I paesi in via di sviluppo rappresenteranno infatti uno dei motori principali nella crescita dell'industria eyewear, dato che il rapido aumento del reddito disponibile e l'espansione globale degli operatori retail stanno generando un significativo incremento della dimensione del mercato in questione. E poi c'è il fattore moda. Sempre più accanto a chi compra gli occhiali per correggere i difetti della vista, c'è anche chi vede nell'occhiale un accessorio di moda e lo cerca del suo marchio preferito. «Il passaggio verso montature di marca e dal design innovativo ha contribuito alla riduzione della vita media di un occhiale. La popolarità dei prodotti spesso porta il consumatore ad acquistarne più di uno» si legge tra le motivazioni che hanno spinto in alto la crescita del segmento eyewear. E infatti è da diversi anni che le case di moda siglano partnership con le maggiori aziende di occhialeria. Tra le big 5 del settore, Luxottica è sicuramente la società che attualmente ha più accordi per la produzione, progettazione e distribuzione di occhiali per le multinazionali della moda. Tra questi troviamo: Armani, Burberry, Bulgari, Chanel, Dolce & Gabbana, Micheal Kors, Miu Miu, Polo, Prada e molti altri. Attualmente ne ha in corso circa una trentina, come appare sul sito ufficiale della società. E l'ultimo siglato, con Bulgari, ha visto la partenza proprio a gennaio 2021. La scadenza è invece prevista per il 31 dicembre 2023. Luxottica è però seguita a stretto giro da Marcolin e Safilo. Il primo vanta licenze con: Guess, MaxMara, Moncler, mentre il secondo con: Missoni, Givenchy, Elie Saab, Banana Republic, Jimmy Choo, Fossil, Boss, Levis, Hugo Boss e un'altra ventina di marchi di lusso. Segue De Rigo con circa 17 collaborazioni in corso (l'ultima in ordine cronologico risale a gennaio 2021 e riguarda l'accordo con il brand Diff eyewear) e Marchon. I profitti legati alla vendita di questi prodotti non sono però marginali. Basti pensare che il pezzo medio per un occhiale da sole, di uno di questi marchi della moda, oscilla dai 58 ai 500 euro, mentre quelli da vista (solo la montatura) dai 120 ai 200 euro. Il mondo della moda e degli occhiali risultano dunque essere sempre più intrinsecamente legati e dipendenti l'uno dall'altro. Il rinnovo o meno di una licenza di produzione può avere pensati ripercussioni in borsa. E ne è esempio il divorzio tra Safilo e Dior che ha provocato un piccolo terremoto nella società. Da gennaio 2021 la maison francese si è unita a Thelios, realtà specializzata nell'occhialeria nata nel 2017 dalla Joint venture tra Marcolin e Lvmh. L'abbandono, che era stato annunciato nell'estate del 2019, aveva provocato un tonfo in borsa (-6,6%), dato che l'accordo rappresentava circa il 13% delle vendite totale di Safilo. Ma non solo aspetti negativi, quando l'anno scorso Cristiano Ronaldo, tramite il suo brand, e la Italia Independent (società fondata da Lapo Elkann) hanno siglato un accordo per 5 anni per la produzione di occhiali per il campione portoghese il titolo è schizzato in borsa. Il rialzo teorico delle azioni ha infatti sfiorato il +50% passando da 1,71 a 2,56 euro.
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La consulenza super partes parla chiaro: il profilo genetico è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio. Un dato che restringe il cerchio, mette sotto pressione la difesa e apre un nuovo capitolo nell’indagine sul delitto Poggi.
La Casina delle Civette nel parco di Villa Torlonia a Roma. Nel riquadro, il principe Giovanni Torlonia (IStock)
Dalle sue finestre vedeva il Duce e la sua famiglia, il principe Giovanni Torlonia. Dal 1925 fu lui ad affittare il casino nobile (la villa padronale della nobile casata) per la cifra simbolica di una lira all’anno al capo del Governo, che ne fece la sua residenza romana. Il proprietario, uomo schivo e riservato ma amante delle arti, della cultura e dell’esoterismo, si era trasferito a poca distanza nel parco della villa, nella «Casina delle Civette». Nata nel 1840 come «capanna svizzera» sui modelli del Trianon e Rambouillet con tanto di stalla, fu trasformata in un capolavoro Art Nouveau dal principe Giovanni a partire dal 1908, su progetto dell’architetto Enrico Gennari. Pensata inizialmente come riproduzione di un villaggio medievale (tipico dell’eclettismo liberty di quegli anni) fu trasformata dal 1916 nella sua veste definitiva di «Casina delle civette». Il nome derivò dal tema ricorrente dell’animale notturno nelle splendide vetrate a piombo disegnate da uno dei maestri del liberty italiano, Duilio Cambellotti. Gli interni e gli arredi riprendevano il tema, includendo molti simboli esoterici. Una torretta nascondeva una minuscola stanza, detta «dei satiri», dove Torlonia amava ritirarsi in meditazione.
Mussolini e Giovanni Torlonia vissero fianco a fianco fino al 1938, alla morte di quest’ultimo all’età di 65 anni. Dopo la sua scomparsa, per la casina delle Civette, luogo magico appoggiato alla via Nomentana, finì la pace. E due anni dopo fu la guerra, con villa Torlonia nel mirino dei bombardieri (il Duce aveva fatto costruire rifugi antiaerei nei sotterranei della casa padronale) fino al 1943, quando l’illustre inquilino la lasciò per sempre. Ma l’arrivo degli Alleati a Roma nel giugno del 1944 non significò la salvezza per la Casina delle Civette, anzi fu il contrario. Villa Torlonia fu occupata dal comando americano, che utilizzò gli spazi verdi del parco come parcheggio e per il transito di mezzi pesanti, anche carri armati, di fatto devastandoli. La Casina di Giovanni Torlonia fu saccheggiata di molti dei preziosi arredi artistici e in seguito abbandonata. Gli americani lasceranno villa Torlonia soltanto nel 1947 ma per il parco e le strutture al suo interno iniziarono trent’anni di abbandono. Per Roma e per i suoi cittadini vedere crollare un capolavoro come la casina liberty generò scandalo e rabbia. Solo nel 1977 il Comune di Roma acquisì il parco e le strutture in esso contenute. Iniziò un lungo iter burocratico che avrebbe dovuto dare nuova vita alle magioni dei Torlonia, mentre la casina andava incontro rapidamente alla rovina. Il 12 maggio 1989 una bimba di 11 anni morì mentre giocava tra le rovine della Serra Moresca, altra struttura Liberty coeva della casina delle Civette all’interno del parco. Due anni più tardi, proprio quando sembrava che i fondi per fare della casina il museo del Liberty fossero sbloccati, la maledizione toccò la residenza di Giovanni Torlonia. Per cause non accertate, il 22 luglio 1991 un incendio, alimentato dalle sterpaglie cresciute per l’incuria, mandò definitivamente in fumo i progetti di restauro.
Ma la civetta seppe trasformarsi in fenice, rinascendo dalle ceneri che l’incendio aveva generato. Dopo 8 miliardi di finanziamenti, sotto la guida della Soprintendenza capitolina per i Beni culturali, iniziò la lunga e complessa opera di restauro, durata dal 1992 al 1997. Per la seconda vita della Casina delle Civette, oggi aperta al pubblico come parte dei Musei di Villa Torlonia.
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Oltre quaranta parlamentari, tra cui i deputati di Forza Italia Paolo Formentini e Antonio Giordano, sostengono l’iniziativa per rafforzare la diplomazia parlamentare sul corridoio India-Middle East-Europe. Trieste indicata come hub europeo, focus su commercio e cooperazione internazionale.
È stato ufficialmente lanciato al Parlamento italiano il gruppo di amicizia dedicato all’India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC), sotto la guida di Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione Affari esteri, e di Antonio Giordano. Oltre quaranta parlamentari hanno già aderito all’iniziativa, volta a rafforzare la diplomazia parlamentare in un progetto considerato strategico per consolidare i rapporti commerciali e politici tra India, Paesi del Golfo ed Europa. L’Italia figura tra i firmatari originari dell’IMEC, presentato ufficialmente al G20 ospitato dall’India nel settembre 2023 sotto la presidenza del Consiglio Giorgia Meloni.
Formentini e Giordano sono sostenitori di lunga data del corridoio IMEC. Sotto la presidenza di Formentini, la Commissione Esteri ha istituito una struttura permanente dedicata all’Indo-Pacifico, che ha prodotto raccomandazioni per l’orientamento della politica italiana nella regione, sottolineando la necessità di legami più stretti con l’India.
«La nascita di questo intergruppo IMEC dimostra l’efficacia della diplomazia parlamentare. È un terreno di incontro e coesione e, con una iniziativa internazionale come IMEC, assume un ruolo di primissimo piano. Da Presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-India non posso che confermare l’importanza di rafforzare i rapporti Roma-Nuova Delhi», ha dichiarato il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea.
Il senatore ha spiegato che il corridoio parte dall’India e attraversa il Golfo fino a entrare nel Mediterraneo attraverso Israele, potenziando le connessioni tra i Paesi coinvolti e favorendo economia, cooperazione scientifica e tecnologica e scambi culturali. Terzi ha richiamato la visione di Shinzo Abe sulla «confluenza dei due mari», oggi ampliata dalle interconnessioni della Global Gateway europea e dal Piano Mattei.
«Come parlamentari italiani sentiamo la responsabilità di sostenere questo percorso attraverso una diplomazia forte e credibile. L’attività del ministro degli Esteri Antonio Tajani, impegnato a Riad sul dossier IMEC e pronto a guidare una missione in India il 10 e 11 dicembre, conferma l’impegno dell’Italia, che intende accompagnare lo sviluppo del progetto con iniziative concrete, tra cui un grande evento a Trieste previsto per la primavera 2026», ha aggiunto Deborah Bergamini, responsabile relazioni internazionali di Forza Italia.
All’iniziativa hanno partecipato ambasciatori di India, Israele, Egitto e Cipro, insieme ai rappresentanti diplomatici di Germania, Francia, Stati Uniti e Giordania. L’ambasciatore cipriota ha confermato che durante la presidenza semestrale del suo Paese sarà dedicata particolare attenzione all’IMEC, considerato strategico per il rapporto con l’India e il Medio Oriente e fondamentale per l’Unione europea.
La presenza trasversale dei parlamentari testimonia un sostegno bipartisan al rapporto Italia-India. Tra i partecipanti anche la senatrice Tiziana Rojc del Partito democratico e il senatore Marco Dreosto della Lega. Trieste, grazie alla sua rete ferroviaria merci che collega dodici Paesi europei, è indicata come principale hub europeo del corridoio.
Il lancio del gruppo parlamentare segue l’incontro tra il presidente Meloni e il primo ministro Modi al G20 in Sudafrica, che ha consolidato il partenariato strategico, rilanciato gli investimenti bilaterali e discusso la cooperazione per la stabilità in Indo-Pacifico e Africa. A breve è prevista una nuova missione economica guidata dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Tajani.
«L’IMEC rappresenta un passaggio strategico per rafforzare il ruolo del Mediterraneo nelle grandi rotte globali, proponendosi come alternativa competitiva alla Belt and Road e alle rotte artiche. Attraverso la rete di connessioni, potrà garantire la centralità economica del nostro mare», hanno dichiarato Formentini e Giordano, auspicando che altri parlamenti possano costituire gruppi analoghi per sostenere il progetto.
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