2018-08-27
Entra in vigore la nuova direttiva sulla distribuzione assicurativa. Ecco cosa cambia per i consumatori
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Nel mondo delle assicurazioni è da tempo in atto una rivoluzione silenziosa che riguarda anche i consumatori. I suoi effetti non saranno particolarmente evidenti nell'immediato, sebbene si tratti di un fenomeno sostanziale, con un impatto notevole sui diritti degli assicurati. Parliamo della Idd, la direttiva europea sulla distribuzione assicurativa recepita in Italia con il decreto legislativo numero 68 approvato dal Governo lo scorso 16 maggio.La novità più importante è nell'intendimento dell'Unione europea di superare la regolamentazione separata per le compagnie, che producono le polizze e per gli intermediari, agenti e broker, che le collocano sul mercato. Fino ad oggi l'obbligo di proporre all'assicurato polizze adeguate alle sue esigenze ricadeva esclusivamente in capo all'intermediario, determinando possibili situazioni conflittuali tra il dovere di quest'ultimo nei confronti dell'assicurato e l'interesse delle compagnie mandanti. Dal prossimo ottobre tutti i protagonisti della filiera produttiva e distributiva delle polizze, definite «prodotti assicurativi» dalla direttiva, saranno assoggettati ad un'unica normativa comunitaria. Anche le compagnie, pertanto, saranno coinvolte in questa responsabilità e l'adeguatezza dovrà esistere intrinsecamente fin dalla fase progettuale e di realizzazione del prodotto assicurativo. Può sembrare una cosa scontata, ma non lo è affatto: fino ad oggi le compagnie hanno avuto mano libera nell'immettere sul mercato polizze contenenti meccanismi di auto-protezione, utili a garantire la redditività del prodotto, spesso a scapito della rispondenza delle garanzie alle esigenze del cliente. Esclusioni di rischio, garanzie parziali, estensioni limitate, franchigie, scoperti, ma anche eccessivi tecnicismi nei testi dei contratti, spesso rendono complessa l'interpretazione delle polizze, facendo scoprire troppo tardi, soprattutto a quei consumatori non usi a rivolgersi a consulenti professionisti, che il rischio che credevano coperto dalla polizza gravava in realtà sulle loro spalle.La musica dovrebbe cambiare con le nuove norme Pog (Product Oversight and Governance arrangements), che impegnano le imprese, prima di immettere una nuova polizza sul mercato, a individuare un preciso target di clientela al quale la stessa è destinata e a garantirne l'adeguatezza già dalla fase progettuale, ma anche successivamente, attraverso un monitoraggio costante della effettiva rispondenza del prodotto alle esigenze del singolo contraente e del target market al quale è destinato. Non significa che dalle polizze spariranno limitazioni, franchigie e scoperti, ma certamente è una premessa importante per introdurre concreti presìdi a garanzia dei consumatori, spesso visti come i destinatari di prodotti utili a garantire ampi margini di guadagno alle compagnie, ma non sempre altrettanto capaci di rispondere adeguatamente alle esigenze di protezione di chi li acquista. Ne è un esempio la scelta di diverse compagnie di standardizzare l'offerta con polizze «da banco», prodotti di piccolo taglio utilizzati per campagne di vendita remunerate, finalizzate a fare cassa sulle spalle di clienti i quali, spesso, neppure sono consapevoli delle garanzie acquistate; ma è anche il caso di polizze di maggior spessore e dal costo più elevato, come quelle che coprono la responsabilità civile obbligatoria dei professionisti, in teoria rispondendo alle loro esigenze, ma in pratica, talvolta, non rispettando neppure le prescrizioni di copertura minime stabilite dalla legge che le ha rese obbligatorie.Come detto, per gli agenti e i broker il dovere di proporre al cliente prodotti adeguati alle esigenze emerse in sede di consulenza pre-contrattuale era previsto anche dalla normativa previgente, ma ciò poneva talvolta gli intermediari in una situazione di conflitto tra il dovere nei confronti del cliente e l'effettiva disponibilità di prodotti assicurativi adeguati alle esigenze di quest'ultimo. Non è facile, per un intermediario, soprattutto se legato a una sola compagnia, conciliare le esigenze talvolta contrapposte dell'impresa mandante e del cliente. Le nuove norme dovrebbero migliorare la situazione modificando alla radice gli attuali presupposti: una polizza deve essere progettata per una particolare tipologia di cliente e ne deve essere garantita l'adeguatezza sin dall'origine e fino a quando sarà presente sul mercato.Già nel 2017, durante il processo di recepimento della normativa Europea, l'Ivass, Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, aveva intrattenuto le compagnie con una lettera al mercato nella quale precisava che «In particolare i presìdi in materia di governo e controllo del prodotto dovrebbero: essere incentrati sugli interessi, obiettivi e caratteristiche dei clienti, a tutela dei quali devono essere previste adeguate misure nelle fasi di progettazione, controllo, revisione e distribuzione dei prodotti; prevedere misure adeguate nel caso di prodotti suscettibili di arrecare pregiudizio ai clienti; individuare le modalità per gestire correttamente i conflitti di interesse che possono insorgere nella fase di design o sopravvenire nel corso dell'intera vita del prodotto». Il processo di definizione ed approvazione delle norme è ormai completo e dal 1 ottobre si entrerà nel nuovo regime che dovrà assicurare una più ampia tutela ai consumatori attraverso il livellamento delle regole di gioco dei diversi operatori del mercato. Il nuovo quadro dovrebbe garantire una maggiore serenità al cliente nell'acquisto delle coperture assicurative, la complessità delle quali, peraltro, suggerisce sempre di ricorrere a intermediari professionisti capaci di fornire adeguata consulenza ed assistenza. Prevedibilmente il mercato vedrà un ulteriore sviluppo dell'offerta multipla di soluzioni assicurative, anche di marchi diversi, da parte dell'intermediario, sia in ragione dello sviluppo del plurimandato che di quello delle collaborazioni orizzontali tra agenti e broker, rese possibili fin dal 2012 e capaci di garantire la disponibilità, presso un unico operatore, di un ventaglio di offerte sufficientemente ampio nel quale trovare quella adeguata alle esigenze del cliente.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/speciale-lunedi-2598939490.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ecco-cosa-pensano-dellidd-gli-operatori-del-settore" data-post-id="2598939490" data-published-at="1757710853" data-use-pagination="False"> Ecco cosa pensano dell'Idd gli operatori del settore È tutto pronto: dal prossimo 1 ottobre entra in vigore il decreto legislativo 68 del 21 maggio 2018 che recepisce le norme della Direttiva europea sulla distribuzione assicurativa. La nuova norma ha raccolto il plauso degli operatori, sebbene vi siano alcuni distinguo nelle posizioni di imprese e intermediari.L'Ania, associazione delle imprese di assicurazione, ha sottolineato l'importanza di questa evoluzione per bocca della Presidente Bianca Maria Farina, la quale, nella relazione all'assemblea annuale 2018 ha affermato che «il recepimento nel nostro Paese della IDD costituisce un fondamentale banco di prova per tutti. Per le compagnie e gli intermediari, chiamati a confermare la radicale transizione dalla logica della vendita a quella del servizio; per le Autorità di Vigilanza, chiamate a dettare regole chiare, uniformi e proporzionate per il settore».Anche l'Ivass, authority di vigilanza del settore, ha evidenziato che il nuovo faro nel mare delle assicurazioni è l'interesse del cliente, affermando, nella relazione del Presidente Salvatore Rossi, che «Per imprese e intermediari cambia il processo di costruzione e vendita dei prodotti, si modificano i modelli operativi, si innalzano i livelli di responsabilità. I distributori saranno chiamati ad assicurare strategie coerenti con il mercato di riferimento individuato dal produttore e con le sue policy distributive nonché a soddisfare il best interest del cliente, tenendo conto sia del prodotto offerto e dei bisogni sia delle caratteristiche del consumatore».Dal canto loro i rappresentanti degli intermediari colgono l'importanza della nuova impostazione normativa che pone al centro il cliente e le sue esigenze, anche se con qualche riserva sulle conseguenze di un sovraccarico di adempimenti burocratici che potrebbe essere imposto dall'Ivass con la modifica dei regolamenti di settore.Luca Franzi De Luca, presidente dell'Aiba, associazione dei broker di assicurazioni, nella relazione all'assemblea annuale affermava: «anche se al momento è difficile capire quale potrà essere l'impatto sulla categoria a causa della complessa normativa di secondo livello ancora al vaglio dell'Autorità di Vigilanza e del Mise. L'Idd nasce per aumentare la tutela del consumatore. Obiettivo condivisibile, a patto di non creare inutili aggravi alle aziende dal punto di vista burocratico». Per Luigi Viganotti, presidente dell'Acb, altra associazione di broker, il servizio al cliente è fondamentale. «La Idd ci offre comunque una grande opportunità: quella di cambiare il nostro modo di essere e di diventare sempre più consulenti e professionisti, di offrire al cliente un servizio veramente a 360 gradi sostenendolo nelle sue esigenze e nelle sue richieste, facendo in modo che coloro che hanno investito nelle aziende abbiano la sicurezza che il loro investimento, nella malaugurata ipotesi di un evento dannoso, non vada perduto», ha detto nel corso della relazione all'assemblea annuale dell'associazione.Per Claudio Demozzi, presidente del Sindacato Nazionale Agenti, il ruolo consulenziale dell'intermediario professionista è cruciale: «Dobbiamo vigilare, affinché sia permesso ad ogni agente di svolgere la propria attività nello spirito e secondo le intenzioni del legislatore europeo e cioè in modo consulenziale ed imparziale. Non dimentichiamoci che il quarto considerando della Idd recita testualmente: "gli intermediari assicurativi e riassicurativi svolgono un ruolo centrale nella distribuzione dei prodotti assicurativi e riassicurativi nell'Unione"». Tutti i protagonisti della filiera, dunque, si dicono pronti ad operare secondo le nuove regole che, in realtà, sembrano costituire una novità soprattutto per le compagnie, chiamate a modificare profondamente la propria visione del mercato, abbandonando la logica della vendita, che uniformava le strategie di offerta dei prodotti destinati ai consumatori ed alle piccole e medie imprese, per passare a quella del servizio, certamente più attuale e rispettosa dei diritti dei cittadini e della dignità degli stessi operatori.
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