2020-03-17
Sparisce dal tavolo il nuovo Mes. Ma cercano di fregarci col vecchio
All'Eurogruppo non si discute di riforma del salva Stati. Però avanza un'idea folle: usare la versione attuale per finanziare i Paesi, tra cui l'Italia. Un cappio micidiale e inutile: significherebbe metterci la troika in casa.Esiste una concreta possibilità che in queste ore l'Italia sia costretta a richiedere l'aiuto del Meccanismo europeo di stabilità. Ieri mattina, dopo aver letto sul Financial Times le anticipazioni sul lavoro preparatorio in corso per l'Eurogruppo cominciato ieri nel pomeriggio e ancora in corso in serata, quella che ci era stata a lungo presentata come una remota eventualità è improvvisamente diventata d'attualità.Non ci sono più dubbi, l'Italia è nell'occhio del ciclone, sia sanitario sia finanziario. Nei giorni scorsi erano state numerose le voci, a partire da Enrico Letta per finire a Giampaolo Galli, che si erano levate affinché l'Italia facesse ricorso alla linea di finanziamento precauzionale del Meccanismo europeo di stabilità (la cui riforma è accantonata, ma il Fondo è pur sempre lì). Ieri mattina il quotidiano londinese ha rivelato i contatti avvenuti nella giornata di venerdì a livello di «alti funzionari del ministero delle Finanze degli Stati aderenti», in pratica i componenti del gruppo di lavoro dell'Eurogruppo. Pur non collegando mai il nome dell'Italia al Mes, «alcuni economisti temono che Paesi con alto debito pubblico - come l'Italia, con il debito che sfiora il 140% del Pil - mettano a rischio la loro solvibilità se adottano stimoli fiscali eccessivi e non correttamente mirati. Si corre il rischio di gettare le basi per una nuova crisi del debito sovrano, dice il capo economista di Commerzbank, Jorg Kramer… Quale ruolo potrebbe essere rivestito dal Mes, il fondo di salvataggio da 500 miliardi? Questo è stato un argomento molto dibattuto durante la teleconferenza tra alti funzionari del ministero delle Finanze, tenuta venerdì in preparazione dell'Eurogruppo di lunedì. Una opzione sarebbe quella di fornire ai governi la linea di credito precauzionale in modo da rassicurare i mercati, ma ci sarebbe il rischio di lanciare il segnale opposto, e cioè che un Paese è in difficoltà. È stata ventilata anche l'idea di dotare il Mes di nuovi, più flessibili, poteri di erogare credito, sul modello del Fmi. Durante la call è emerso che ciò potrebbe essere fatto senza cambiare il Trattato istitutivo del Mes. Ma diplomatici Ue avvertono che tale mossa è ancora lontana e che non c'è consenso politico a sostegno di questi nuovi poteri. Uno dei rompicapi che i ministri delle Finanze devono risolvere è come chiarire ai mercati che lo strumento del Mes è disponibile, senza spaventarli lasciandoli pensare che un Paese ne abbia bisogno. Da qui scaturiscono due osservazioni che rivelano quante balle ci siano state raccontate sul Mes.1 Quando serve, il Mes non è utilizzabile, perché spaventa gli investitori e i mercati, attribuendo uno stigma negativo al Paese beneficiario. E in questo ricorda il bail in.2 La riforma del Mes, solo pochi mesi fa, è stata sempre descritta come uno strumento precauzionale che non ci sarebbe mai servito. Invece eccoci pronti a chiederne l'uso, seppur nella forma iniziale, in vigore dal 2012. Inoltre, il maggior debito che l'Italia emetterà per finanziare le misure a sostegno dell'economia italiana sarà preda degli umori dei mercati. L'azione della Bce, pur potendosi concretizzare in acquisti mirati, resta confinata nei limiti della flessibilità di temporanee deviazioni dalla base di ripartizione degli acquisti nell'ambito del Qe. È poco? È tanto? Lo vedremo. Per il momento siamo soli e il rendimento del Btp decennale ieri è arrivato al 2,20%, livello che non si vedeva dal giugno 2019.Ma ciò che più preoccupa è che l'accesso a una linea di credito del Mes, sia nella forma precauzionale che rafforzata, comporta comunque una serie di condizionalità, che nel testo ante riforma esistono comunque ma non sono così precisamente definite come quelle previste dalla riforma. Esse sono da definirsi nella più ampia discrezionalità di Mes e Commissione, che ci metterebbero su un sentiero di austerità per i prossimi 40 anni. Come è successo alla Grecia. Perché il Mes rivorrà indietro tutto fino all'ultimo centesimo.Il video in cui il presidente Mario Centeno introduce la riunione non lascia per nulla tranquilli. Parla dell'urgenza che muoverà le loro decisioni e della necessità di fornire liquidità a famiglie e lavoratori. Aggiunge che le regole dell'Ue, incluse quelle sugli aiuti di Stato, non saranno di ostacolo alla messa in campo di una «poderosa risposta» in cui sarà fatto uso di tutta la flessibilità. Lo sforzo sarà a carico sia dei singoli Paesi sia delle istituzioni europee, e qui cita sia la Banca europea degli investimenti che la Banca centrale.E per i Paesi, come l'Italia, che per sostenere le proprie economie rischiano di portare il debito pubblico su un sentiero di difficile sostenibilità? Questa è la domanda a cui l'Eurogruppo dovrà rispondere. È probabile che la risposta arrivi anche dal Consiglio europeo convocato d'urgenza per oggi in videoconferenza, dopo aver spostato all'ultimo momento il Consiglio Ecofin (che riunisce i ministri dell'Economia) a venerdì 20. Una mossa che, lasciando l'ultima parola ai capi di governo, fa aumentare i timori sulla importanza della posta in gioco in questi due giorni.
Charlie Kirk (Getty Images)