2023-04-25
Spara a un vigile mentre urla «Allah akbar»: marocchino ucciso dagli agenti a Vicenza
Il magrebino, che girava scalzo, era fuori di sé e ha sfilato l’arma a un carabiniere. Le indagini valuteranno la pista terroristica. Salvo l’uomo colpito a un piede e al torace.L’ennesimo cruento fatto di cronaca prodotto dall’immigrazione selvaggia conta un agente della polizia locale in gravi condizioni e un immigrato ucciso a Fara Vicentino, piccolo Comune della provincia di Vicenza. Poco più di un’ora prima della sparatoria (avvenuta verso le 10.30 di ieri) l’immigrato, molto probabilmente un marocchino, era finito in un video girato a Mason Vicentino da un passante che gli si era avvicinato con l’auto: scalzo e con indosso un abito tradizionale nordafricano di colore nero correva con lo sguardo fisso sulla strada bofonchiando incomprensibili parole in arabo. Cinque chilometri dopo, sulla strada che collega Fara Vicentino a Breganze, l’uomo ha cominciato a dare di matto. I passanti hanno chiamato i carabinieri per segnalare che un extracomunitario correva strillando. E c’è anche chi ha riferito di aver sentito urlare «Allah akbar», «Allah è grande», frase che di solito pronunciano a gran voce i terroristi un attimo prima degli attentati. Mentre un passante, magrebino pure lui, riporta il Giornale di Vicenza, avrebbe sentito pronunciare anche degli insulti in arabo. All’arrivo dei carabinieri l’uomo originario del Marocco sembrava deciso a non fermarsi. I militari gli si sono avvicinati per identificarlo, ma era incontenibile. Ed è nata una colluttazione. Pare che neppure con l’uso del taser sia stato possibile metterlo al tappeto. Anzi. L’immigrato è riuscito a sfilare la pistola d’ordinanza dalla fondina di uno dei militari e ha cominciato a sparare contro una pattuglia della polizia locale che nel frattempo era intervenuta, ferendo in modo grave il capo pattuglia, Alex Frusti, 40 anni, che è finito in ospedale con un proiettile al torace, che gli ha perforato un polmone, e uno che l’ha preso di striscio a un piede (dopo l’operazione chirurgica i sanitari hanno fatto sapere che le sue condizioni sono stabili e che non è in pericolo di vita). Con l’agente a terra, il secondo carabiniere, quello ancora armato, ha puntato contro l’immigrato la sua pistola e, per mettere fine alla situazione di pericolo, ha fatto fuoco, freddando lo straniero al limite di un parcheggio di un’attività commerciale (in quel momento particolarmente frequentata). Il marocchino, raggiunto dal colpo di pistola, è rotolato in una cunetta a bordo strada. Il medico legale chiamato sul posto ha subito certificato il decesso. Ma nella giornata di ieri non è stato possibile identificare lo straniero, che non aveva addosso alcun documento. Le attività investigative sono in corso, anche perché sarà necessario verificare eventuali collegamenti con ambienti radicalizzati. Al momento gli inquirenti non si esprimono su una possibile matrice terroristica. A terra sono stati repertati sei o sette bossoli.«Cercava di ricaricare l’arma», ha raccontato una testimone che ha visto la scena dalla sua auto: «L’ho visto girarsi e puntare il poliziotto, poi ho sentito gli spari e lui si è piegato a terra e ha continuato a maneggiare la pistola». Il pubblico ministero di turno, Cristina Carunchio, è giunto sul posto verso le 13.30, più o meno contemporaneamente all’arrivo anche del reparto scientifico dei carabinieri. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore di Vicenza Lino Giorgio Bruno, stanno cercando di capire come sia stato possibile che un cittadino straniero in preda ai deliri abbia sottratto l’arma di ordinanza a un carabiniere durante una colluttazione e abbia aperto il fuoco. È stata disposta un’autopsia per accertare se l’immigrato fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o alcoliche. Mentre le armi, repertate, verranno sottoposte a perizia balistica e ad analisi dattiloscopiche.I due carabinieri dovranno ora ricostruire l’accaduto in una relazione di servizio da inviare ai loro superiori e ai magistrati. Il goveratore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha immediatamente espresso «apprensione». «Dolore e sgomento» sono stati manifestati dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha inviato anche «un sincero ringraziamento ai carabinieri, che rischiano la vita ogni giorno per garantire la nostra sicurezza, e un augurio di pronta guarigione all’agente ferito». Il vicepremier Matteo Salvini ha definito l’episodio «gravissimo e sconcertante» e ha aggiunto: «Voglio sperare che ora non ci sia chi darà la colpa alle forze dell’ordine per quanto accaduto». «Se è vero quanto si legge dalle cronache, sembrerebbe essere l’ennesimo caso di uno straniero che impazzisce per le nostre strade. Non so dire se il deceduto si trovasse in Italia regolarmente, rimane il dato oggettivo che fatti così gravi non accadrebbero se l’Italia avesse fatto ciò che serve sul fronte dell’immigrazione», ha commentato Alex Cioni, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia a Vicenza. Secondo Cioni, «negli ultimi dieci anni è arrivato di tutto per colpa di governi che hanno sposato l’impostazione ideologica delle porte aperte e di una pelosa accoglienza le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, non solo nelle grandi città ma anche nei paesi di provincia».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)