2019-02-18
«Sono un postfascista. Ma il fascismo vero morì col mio bisnonno»
Il pronipote del Duce, Caio Giulio Cesare Mussolini: «Pronto a candidarmi con Giorgia Meloni alle europee. Non sono nostalgico, però del cognome vado fiero».Dottor Caio Giulio Cesare Mussolini: buongiorno. «Buongiorno a lei». Dove la trovo? «Ad Abu Dhabi». Viaggio di lavoro? «Per lavoro abito qui da dodici anni. Mi trovo Benissimo. Adesso mi chiede di nome e cognome?».Come ha fatto a indovinare? «Non serve grande intuito. È il dubbio che si pone chiunque».E pesa di più rispondere sul nome o sul cognome? «Su entrambi. Se lei parte dal cognome, statisticamente, prima o poi capita sempre un imbecille che dice: “Ma non ti avevano appeso a piazzale Loreto?"».E poi? «Qualcuno te lo dice in faccia, qualcuno lo scrive sui social, qualcuno lo augura al tuo bisnonno, qualcuno a te. Qualcuno ci scherza sopra e basta, qualcuno ti vorrebbe davvero morto. Uno su tre fa questa meravigliosa freddura: “E Tizio dove lo hai lasciato?"».Il triplo nome stile Roma antica necessita di una spiegazione. «È il prodotto di una grandissima passione di mio padre per la storia, che ha trasmesso a me».Che conseguenze ha tratto dalla legge dei grandi numeri applicata alla sua biografia? «Del mio nome sono felice, del mio cognome sono orgoglioso. Valeva la pena di combattere questa battaglia, dalla scuola elementare fino a Facebook».Che c'entra Facebook? «Si è rivelato l'ultimo e più determinato nemico dei Mussolini. Non mi consente la registrazione con questo mio nome. Con “Caio Mussolini" non mi accetta. Con “Caio Giulio Mussolini" non mi accetta. Con “Caio Giulio Cesare Mussolini" non mi accetta».Ce n'è un altro? «No. Accade per via di un codice di autoregolamentazione in nome del quale vengono inibiti i nomi “controversi" per impedire apologie mascherate. Quindi secondo Facebook non avrei diritto al mio nome. Sto pensando di imbastire una causa».Perché? «Detesto le imposizioni ottuse. Pensi che ho fatto delle controprove. “Caio Mao" lo accetta. “Caio Stalin" lo accetta. Persino “Caio Polpot". Capirà che anche la storia merita la par condicio».Questa storia potrebbe ispirare un trattato semiserio. «Pensi che l'unica a cui è andato peggio di me è mia cugina Edda. Lei si chiama Edda Negri Mussolini: ma l'unico nome che accettano, come avrà capito è Edda. A Facebook non vanno bene né i Negri né i Mussolini, si figuri insieme».Da tempo si parla di una sua discesa in campo. Ma ormai è quasi certo che Caio Giulio Cesare Mussolini sarà candidato alle europee per Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni gli ha proposto un seggio con questa battuta: «Lo slogan per la tua campagna c'è già, lo devi rubare a Popolizio: “Sono tornato"».La sua discendenza? «Vittorio, figlio di Benito, era padre di Guido, mio padre».Mussolini è suo bisnonno. «Si. Ho fatto in tempo a conoscere donna Rachele. Sono stato in Italia fino a dieci anni».Poi è partito. «Sono andato ad abitare in Venezuela. Era un Paese ricco, non quello di oggi devastato dal chavismo».Alessandra Mussolini e Rachele le sono cugine. Il Corriere ha titolato: dopo due donne sta arrivando un terzo Mussolini, in politica. «In questo caso, senza far torto a nessuno, si dovrebbe dire che tecnicamente sarei il quarto».Ma ha deciso? «Non ancora. Lo farò a breve».Quando è tornato in Italia? «A 18 anni, per fare l'accademia militare. Sono andato a Livorno, e poi ho vissuto a Taranto».E negli Emirati Arabi quando c'è andato? «Ho aperto la filiale di Finmeccanica nell'epoca Guarguaglini».Adesso lavora per una società che fabbrica piccoli sommergibili e camere iperbariche. «È la Drass. Una società di Livorno che è una piccola grande realtà italiana».Che sommergibili sono? «160 tonnellate. Sommergibili da guerra equipaggiati di siluri, manovrati da circa 12 marinai».Lei ha guidato le navi. «Sono un ex ufficiale di Marina. Ho svolto otto anni di servizio sui sommergibili».Lei è un iper militarista? «Per nulla. Sono contrario al servizio militare. Il soldato tecnologico del terzo millennio ha equipaggiamenti costosi e d'avanguardia. Non è più il fante della prima guerra mondiale».Ma non diceva che l'esercito è una palestra di vita? «Una persona non la educhi a 18 anni, ho imparato che un giovane cretino resta tale. Bisogna intervenire a casa e tra i banchi».L'attitudine al comando si ha o si conquista? «Si educa, ma bisogna averla».Mi parli del liceo in Venezuela. «Si stava bene. C'era un livello culturale molto alto. A scuola avevano anche “puericultura". Ho scoperto in classe cosa sono diaframmi e contraccezione».Molti conservatori italiani sono contrari all'educazione sessuale in classe. «Io no. Deve essere lo Stato che ti fa cittadino».E cosa pensa dell'aborto? «Bisogna evitare le gravidenze indesiderate con l'educazione, oppure offrire supporto concreto alle madri in caso decidano di tenere il figlio, ma alla fine la scelta deve restare alla donna».E sul divorzio? «Anche in questo caso la famiglia è un valore, ma si difende con la libertà delle scelte».Lei è un Mussolini liberale? «Riconosco come prezioso il valore della libertà».Lei si considera fascista? «La lezione più semplice e importante su questo tema me l'ha data mio nonno: “I fascisti", diceva “erano quelli che sono stati nel partito o nel regime fino al 1945". Io non posso esserlo per limiti anagrafici».Ma se avesse avuto 20 anni nel 1945 sarebbe andato a Salò? «Dobbiamo ringraziare Giampaolo Pansa per il lavoro che ha fatto con il ciclo dei suoi saggi sui Vinti. E Giorgio Pisanò. Perché oggi sappiamo che i partigiani non erano tutti buoni, né tutti uguali».Quindi tecnicamente si definirebbe un neofascista? «Un postfascista che si richiama a quei valori in modo non ideologico».Salvini è fascista? «Assolutamente no. Fra l'altro ha fatto benissimo a bloccare la Diciotti».Lei è un ex comandante che non riconosce la legge del mare? «Al contrario. Sono obbligato a salvarti e ti riporto in Libia». Lei ha nostalgia dell'Impero? «Pensi che nelle colonie italiane non esisteva l'apartheid. E la canzone simbolo di quel tempo recitava: “Faccetta nera. bell'abissina / ti porteremo a Roma liberata"».Avevano anche usato i gas. «Resta una macchia. Ma accadde anche perché i tedeschi finanziavano la resistenza antitaliana, per rompere i nostri rapporti con l'Europa. Lo ha raccontato Renzo De Felice. L'Italia coloniale, al contrario di altri, ha lasciato più di quello che ha preso. Siamo stati attaccati da Francia e Inghilterra, da paesi che praticavano l'apartheid. Nelle colonie italiane bianchi e neri andavano a scuola insieme!».Una cosa del ventennio che lei rimpiange. «Le ultime politiche demografiche serie sono state fatte da quel signore lì».Cosa non le piace di Salvini? «L'ambiguità sulla nazione. Volevano la secessione, adesso le autonomie. Io voglio questo aese u-ni-to!».Cosa pensa dei grillini? «Ma cosa vuole che pensi di un movimento che voleva fare dell'Ilva un parco acquatico?».E il reddito di cittadinanza? «Metadone di Stato. Non servono elemosine ma infrastrutture».Sta con il mercato del latte o con i pastori che lo combattono? «L'economia deve essere controllata. Lo Stato deve garantire sempre la dignità del lavoratore quando viene messa a rischio».È statalista? «All'estero è naturale che energia, difesa e Tlc siamo settori strategici che devono essere controllati dallo Stato».È eurocritico? «Rispetto a questa Europa sì. La Bce è formalmente una banca privata. Come può uno Stato non avere un controllo sul denaro?».L'Italia rischia? «Ho visto cosa è accaduto in Grecia dove la Germania si è impadronita di tutti gli asset di un intero Paese».Lei ha due lauree? «Una in Scienze Navali a Livorno. L'altra Scienze politiche a Trieste. Con tesi sull'immigrazione degli italiani in Argentina».Non è contro l'immigrazione? «Ha dei pregiudizi. El pibe de oro, Maradona, in Argentina, si chiamava così perché deriva dalla parola italiana “pivello". Io sono favorevole ai flussi migratori purché controllati e gestiti. La Meloni dice: “Tutta l'Africa in Europa non ci può stare". Sono profondamente d'accordo con lei».Il primo voto a chi lo ha dato? «In un'intervista dissi: “Né Cicciolina né Mario Capanna". Ero militare, non potevo dire di più. Era sulla fiamma del Msi».Di Silvio Berlusconi che pensa? «Ha sdoganato la destra in Italia. Ha portato un vento nuovo, è stato combattuto. Ma non ha realizzato quella rivoluzione liberale che prometteva». Si candida o no? «A breve deciderò. Non potrei mai fare il sindaco. Ma sugli argomenti strategici di chi si discute in Europa lavoro da anni penso di essere ferrato».Perché predilige la Meloni? «Mi piace molto come politico; è rimasta coerente».Condivide anche la proposta del blocco navale? «Chiamiamolo “contenimento" e condivido».Rivalità con Alessandra Mussolini? «Affatto. Avevo detto che avevamo un diverso percorso. Lei veniva dallo spettacolo, io dall'industria».Dica la verità. Un po' di nostalgia per il ventennio la avete. «Lei è mai stato a Livorno? Avrà scoperto che la città più comunista d'Italia è tutta architettonicamente fascista. La nostra Repubblica è fatta così».
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
Ecco #DimmiLaVerità del 18 settembre 2025. Il nostro Carlo Cambi ci rivela tutti i dettagli delle imminenti Regionali nelle Marche.