
Andrea Scordella: «Il mio partito non è più quello che insultava i meridionali. Il ministro dell'Interno piace persino qui. Se mi ha dato consigli? Di diventare un esempio in Regione. Al Centrosud sta arrivando una marea blu».Silvi è un Comune abruzzese di 15.600 abitanti in provincia di Teramo. Le acque dell'Adriatico che bagnano la sua marina ispirarono a Mogol, che lì andava in villeggiatura estiva, il testo de La canzone del sole: «Ma ti ricordi l'acqua verde e noi / le rocce e il bianco in fondo?». Simbolo dell'innocenza perduta da una ragazza, amore di gioventù, Silvi è nota per l'area marina protetta della Torre del Cerrano (al confine con il Comune di Pineto), dove oltre all'avamposto di avvistamento fatto erigere da Carlo V, si trovano i resti di un antico porto commerciale romano, che fu fatto distruggere dalla Repubblica di Venezia. Ma ora Silvi è diventata un caso politico nazionale, perché dopo essere stata il partito più votato dopo il Movimento 5 stelle al primo turno delle elezioni amministrative 2018, la Lega, che non aveva mai ottenuto grandi risultati in Abruzzo, al ballottaggio ha incassato il trionfo del suo candidato, Andrea Scordella. Caro Scordella, complimenti. Lei è il primo sindaco leghista d'Abruzzo.«In realtà sono il primo sindaco leghista eletto. Ho qualche predecessore candidato con un altro partito, ma poi passato alla Lega».È una bestia rara, insomma.«In realtà non sono venuto proprio fuori dal nulla».Che intende?«Vede che nella foto che mi ritrae indico un nome?».Sì. E quindi?«È quello del mio antenato Michelangelo Scordella, primo sindaco di Silvi nel 1840. Dopo 178 anni, gli Scordella tornano in sella».Immagino che il suo avo non fosse della Lega.«(Ride, ndr). Non credo proprio».Che è successo nel frattempo? Siamo al centrosud, all'improvviso i suoi concittadini hanno iniziato a pensarla come i brianzoli?«Più che altro direi che noi della Lega abbiamo risposto a un'esigenza di cambiamento, innanzitutto sul piano generazionale. Le persone hanno premiato un candidato giovane, fuori dagli schemi della vecchia politica, incarnati dal sindaco uscente».Scusi, ma perché il nuovo è stato percepito nella Lega e non nei 5 stelle?«Il segreto è stata la ricostruzione della coalizione di centrodestra, che qui a Silvi era divisa da 8 anni».Cioè, mentre a Roma governate con i grillini, qui avete vinto grazie a un'alleanza ritrovata con gli altri partiti di centrodestra?«Sì. Al primo turno il Movimento 5 stelle era stato il partito più votato. Ma noi siamo stati trascinati dall'unità della nostra coalizione».Al ballottaggio però avete preso anche il voto dei grillini, spinti dall'effetto governo gialloblù.«Abbiamo conquistato il voto popolare che chiedeva un cambiamento. A quel punto eravamo gli unici che potevano realizzarlo. Ma sicuramente anche gli sviluppi post 4 marzo ci hanno aiutato. Parlerei però di effetto Salvini».Matteo Salvini, leader di un partito nordista, piace anche al centrosud?«I partiti sono fatti da uomini. Salvini è un uomo nuovo che ha cambiato volto al partito: non siamo più la Lega Nord, siamo la Lega».E nessuno le ha rinfacciato gli insulti dei leghisti ai «terroni»?«Certo, qualcuno che non ha ancora capito la trasformazione realizzata dal nostro partito. Che adesso è un partito nazionale».Però lo sa cosa mi ha detto il sindaco leghista di Telgate, vicino Bergamo, quando l'ho intervistato?«Sentiamo».Che i Comuni del Sud sono spreconi.«Una sua opinione».Sì, ma temo che dal Po in su non la stiano prendendo bene, questa trasformazione…«Sicuramente ci sono leghisti più ortodossi che sono rimasti un po' vincolati ai vecchi slogan».I leghisti meridionali allora sono pronti a guidare una fronda antinordista?«Non servirà. In linea di massima c'è compattezza sull'idea di fare della Lega un partito che rappresenta tutta la nazione».Lei è un ispettore di polizia.«Esatto».Ha scelto la Lega sedotto dalle ronde padane?«(Ride, ndr). In realtà ho lavorato per qualche anno al Nord e ho voluto esportare la tradizione di efficienza amministrativa che ho osservato lì».Quanto ha contato il tema immigrazione in questa vittoria?«Di immigrati non ne abbiamo molti a Silvi. Ma abbiamo un altro problema».Quale?«I venditori abusivi in spiaggia».Per cui lei vede di buon occhio la stretta annunciata dal Viminale.«Naturalmente. Bisognava scegliere se tutelare chi vive nell'illegalità o i commercianti italiani onesti eppure schiacciati dalle tasse. Il ministro Salvini ha scelto di tutelare loro».Salvini è venuto a Silvi per congratularsi. Cosa le ha detto?«Mi ha detto che tutti ci guardano, che abbiamo gli occhi puntati addosso. E che perciò non dobbiamo fare errori, dobbiamo diventare un modello per tutto l'Abruzzo».E in Abruzzo ci saranno presto le elezioni regionali, perché il governatore Luciano D'Alfonso ha scelto di tenersi il seggio da senatore.«Deve aver capito che anche in Regione sta per cambiare tutto».Ad esempio, è cambiato il centrodestra che le sta tanto a cuore: la Lega correrà da sola.«È stata una decisione presa ai piani alti».E non avrà ripercussioni?«Sulle amministrazioni locali, inclusa la mia, no».Il governo gialloblù adesso gode pure del favore di Mogol, che scrisse La canzone del sole pensando alle sue vacanze estive a Silvi Marina.«L'endorsement di Mogol è logico. Salvini sta restituendo vigore all'orgoglio nazionale. Chi ha a cuore il Paese non può che stare con lui e con il governo».Lei ha vissuto e lavorato all'Aquila, dove la Lega ha ottenuto buoni risultati. Puntate a prendervi prima o poi anche il capoluogo regionale?«Anche lì l'alleanza di centrodestra, che sostiene il sindaco Pierluigi Biondi, proseguirà il mandato e lavorando bene. Però...».Però...«Non le nego che la Lega aquilana per me è stata fonte d'ispirazione. E sono sicuro che nei prossimi anni avremo nostri sindaci in tanti altri Comuni abruzzesi».Dunque, per parafrasare Mogol, in Abruzzo dobbiamo aspettarci un mare verde (o blu, il nuovo colore della Lega)?«Me lo auguro. In Italia c'è voglia di cambiamento. E in Abruzzo le forze del cambiamento siamo noi e i grillini».Gli alleati di governo in Abruzzo si fanno concorrenza?«In un certo senso sì. E sono certo che sarà la Lega a spuntarla».
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