2025-03-11
«Solo con Trump la pace è possibile»
Brian Hughes (Getty Images)
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza Usa Brian Hughes: «L’accordo con Kiev sulle terre rare ripagherà i contribuenti statunitensi. Il piano per Gaza darà stabilità al Medio Oriente».Grande scalpore hanno suscitato i primi atti di politica estera di Donald Trump. C’è chi lo accusa di essere dalla parte di Vladimir Putin, chi lo taccia di aver orchestrato una «pulizia etnica» nella Striscia di Gaza, chi di aver addirittura teso un’ «imboscata» a Volodymyr Zelensky durante la sua visita nello studio ovale. In realtà, al netto delle sensibilità di ciascuno, è ancora troppo presto per elaborare un giudizio solido su una serie di situazioni che - dall’Ucraina al Medio Oriente - risultano attualmente in evoluzione. Spesso si preferiscono le banalizzazioni macchiettistiche alla paziente comprensione del quadro generale nella sua complessità. È quindi per avere un punto di vista interno all’attuale amministrazione americana che La Verità ha intervistato in esclusiva Brian Hughes, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. Un tempo senior advisor della campagna di Trump, Hughes è stato responsabile della comunicazione del suo team di transizione presidenziale, per poi approdare all’incarico che ricopre attualmente al fianco del consigliere per la sicurezza nazionale americano, Mike Waltz. In particolare, abbiamo parlato di Ucraina, Medio Oriente e rapporti transatlantici. Brian Hughes, in Italia si sono registrate polemiche piuttosto aspre sulla lite tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello studio ovale. Alcuni giornali e ambienti politici accusano anche l’inquilino della Casa Bianca di spalleggiare Vladimir Putin. Qual è il punto di vista dell’amministrazione americana nel tentativo di risoluzione della crisi ucraina?«Il presidente Trump è dalla parte della pace. Affinché questa guerra di tre anni e tutto quel sangue e quella morte finiscano, entrambe le parti devono essere pronte a discutere un percorso verso la pace. Gli ucraini e i russi hanno pagato con il sangue, gli europei e gli americani hanno pagato con i soldi. Ciò che resta è una guerra infinita e brutale, a meno che non lavoriamo per la pace».E del rapporto tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky che cosa può dirmi?«Il presidente Trump è stato lieto di dare il benvenuto al presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca e tutti noi ci aspettavamo una festa quel giorno attorno alla firma dell’accordo sui minerali. L’accordo sui minerali è importante per gli Stati Uniti perché avvia il recupero di denaro già versato dai contribuenti americani. Sarebbe importante per l’Ucraina, perché non esiste un partner economico migliore degli Stati Uniti».Veniamo al Medio Oriente. In Italia, il piano di ricostruzione proposto da Trump per la Striscia di Gaza è stato duramente criticato da larga parte dell’establishment mediatico. C’è addirittura chi accusa il presidente americano di promuovere una «pulizia etnica» ai danni dei palestinesi. Come risponde a queste accuse?«In Medio Oriente da generazioni l’instabilità è in gran parte dovuta al fatto che nella Striscia di Gaza il mondo continua a provare ripetutamente le stesse soluzioni. Il presidente Trump ha elaborato una nuova idea audace nello sforzo di ricostruire Gaza. L’obiettivo è quello di vedere una pace e una stabilità durature per l’intera regione. Hamas deve essere cacciata via e i palestinesi devono essere trasferiti mentre si affronta l’orrore della zona di demolizione. Potrebbero volerci dieci o vent’anni».Venendo all’Italia, vede spazi di collaborazione significativa tra l’amministrazione Trump e il governo di Giorgia Meloni? Mi riferisco soprattutto al Mediterraneo.«Il presidente Trump ha avuto un buon rapporto con Giorgia Meloni e ama il popolo italiano. Le nostre nazioni godono di una lunga e importante amicizia».
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)