2018-10-19
Soldi pubblici per il trionfo gay al Festival
Mentre censura i manifesti contro l'utero in affitto, la Capitale foraggia la kermesse cinematografica che dà ampio spazio a opere sulle rivendicazioni degli omosessuali. Fra le pellicole A kid like Jake, la storia di un bambino di quattro anni che si vuole vestire da principessa. Questi film possono essere mostrati, commentati e promossi con il sostegno del Comune di Roma, Regione Lazio, Cinecittà luce e ministero dei Beni culturali. Ma guai a esibire un cartellone contro una pratica vietata dalla legge come la gestazione per altri…Per le vie di Roma non si possono affiggere manifesti contro l'utero in affitto, poiché il sindaco a 5 stelle, il Pd e varie associazioni li ritengono offensivi e omofobi. In compenso, però, nella Capitale si può (anzi, si deve) celebrare con tutti gli onori la sfavillante «cultura Lgbt» con eventi, film, feste, ricchi premi e cotillons. Ieri è iniziata, tra squilli di trombe, la Festa del cinema di Roma, che Nicola Zingaretti ha annunciato con orgoglio, spiegando che «l'edizione è meravigliosa e proietterà Roma nel mondo ancora una volta per la forza di una storica identità della città, che è città di cinema». Città di cinema, certo, ma pure di «diritti arcobaleno». E infatti la prestigiosa kermesse presenta una ricca programmazione sul tema. Si comincia con Boy erased, diretto da Joel Edgerton e ispirato al memoir di Garrard Conley. È, in sostanza, un feroce atto d'accusa alle terapie di conversione, una specie di manifesto contro l'omofobia che, ovviamente, rispetta tutti i canoni dell'eroticamente corretto. Del resto, vede la partecipazione di mostri sacri hollywoodiani come Nicole Kidman e Russell Crowe. Sullo stesso sentiero si muove The miseducation of Cameron Post, con Chloë Grace Moretz, la quale ha spiegato ai giornali: «Sono stata una sostenitrice della comunità Lgbtq, sin da bambina, quando i miei fratelli hanno fatto coming out. Il film non mi ha solo colpito emotivamente, per me racconta in modo veritiero le prime relazioni dei giovani gay». A Roma si vedrà pure A kid like Jake, che racconta la vicenda di un bimbo di quattro anni che ama vestirsi da donna (anzi, da principessa). E ci sarà spazio per le tematiche «queer» anche nella rassegna speciale chiamata Alice nella città, sostenuta dal ministero dei Beni culturali con 100.000 euro. Si tratta di un festival nel festival esplicitamente rivolto alle «giovani generazioni», a scopo educativo. Quest'anno presenterà film come Zen sul ghiaccio sottile, in cui si mostra il percorso di due ragazze «alla ricerca della propria identità e sessualità, liquide e inquiete come solo l'adolescenza sa essere». O come Let me fall, storia di amore saffico. In aggiunta, ecco la serie Skam Italia, un altro bel concentrato di amore gay. Per non farci mancare nulla, infine, il film Mamma+mamma, ovviamente dedicato alle «due madri». Ecco, tutto questo va bene. Questi film possono essere mostrati, commentati e promossi con il sostegno del Comune di Roma, Regione Lazio, Cinecittà luce e ministero dei Beni culturali. Ma guai a esibire un cartellone contro una pratica vietata dalla legge come la gestazione per altri…Sempre il ministero dei Beni culturali, supporta un'altra bella rassegna culturale che si aprirà nei prossimi giorni (il 24 ottobre, per l'esattezza). Si tratta del festival Gender bender, organizzato dal Cassero di Bologna (con l'aiuto della Regione Emilia Romagna, del Comune e dell'università di Bologna), che il logo ministeriale lo esibisce con orgoglio sul suo sito. Già dal nome della kermesse si capisce dove si vada a parare. Gli eventi in programma sono circa un centinaio. Molto spazio sarà dedicato ai diritti dei trans. Ci sarà, per esempio, il film El diablo es magnifico, su una transessuale cilena che vive a Parigi. O, ancora, il lungometraggio Girl, che viene presentato così: «La quindicenne Lara (Victor Polster) sogna di diventare una ballerina classica e finalmente viene ammessa in una scuola di danza. Ma c'è un problema: è nata in un corpo di ragazzo». Lo spettacolo di danza Love souvenir, invece, si presenta come «una performance per un danzatore e sette corvi tassidermizzati che si interroga sulla transizione di genere applicata alla mitica figura di Maria Maddalena, tra reliquia e souvenir. Nel corso dei secoli l'immagine di questa donna è stata più volte manipolata e oggi è diventata fulcro della presa di coscienza di uno squilibrio di genere presente nel cristianesimo e di riflesso nella società occidentale». La Maddalena trans mancava, in effetti. Anche a Bologna - figurarsi - non poteva non esserci una pellicola sull'utero in affitto, ovviamente favorevole alla pratica. Si tratta di Diane a les épaules: «Diane (Clotilde Hesme) non vuole figli, ma accetta di portare in grembo quello dei suoi amici Thomas (Thomas Suire) e Jacques (Grégory Montel). Una commedia irriverente che affronta con intelligenza il tema della gestazione per altri». Il momento più alto della manifestazione, però, sarà senz'altro lo spettacolo teatrale Bugie bianche. Capitolo primo: Black dick, laddove il «black dick» è l'organo genitale del maschio nero. Sul sito del Gender bender si legge: «Poetico, sarcastico, politicamente scorretto, lo spettacolo di Alessandro Berti è un pastiche di suggestioni interrazziali legate al corpo del maschio nero visto con gli occhi del maschio bianco, a partire da fonti storiche, letterarie e iconografiche. Bugie bianche è il catalogo di un passato e un presente pieni di ipocrisie, omissioni, aggressioni, segregazioni e comodi riposizionamenti. Un'indagine quanto mai attuale e necessaria, che svela il groviglio paura desiderio per l'altro da sé ed evoca i fantasmi della civilizzazione occidentale». Ora, noi di certo non pretendiamo che in Italia si organizzino solo festival in linea con il nostro pensiero e la nostra sensibilità. Notiamo però una fastidiosa tendenza. Le manifestazioni che celebrano la cultura Lgbt non mancano mai, sono sempre sostenute da enti locali, fondi ministeriali, denari regionali e comunali. Affrontano ogni argomento nella massima libertà, e criticarle non si può, altrimenti si fa la figura dei bigottoni omofobi, persino quando si tratta di film o spettacoli superficiali, banali e impregnati di ideologia. Le due rassegne che abbiamo citato sono esempi lampanti, così come lo è il film Gli anni amari dedicato a Mario Mieli, teorico gay e sostenitore (almeno a livello intellettuale) della pedofilia. Anche questo film prende contributi pubblici dalla Regione Emilia Romagna, la quale non ha nessuna intenzione di ritirarli. Bene, per questo genere di iniziative i soldi ci sono, la pubblicità sui giornali pure, e il plauso delle istituzioni giunge puntuale. Lo spazio per manifestazioni di segno diverso, invece, non c'è mai. Se a Verona si propone di devolvere un po' di denari pubblici ad associazioni che aiutino le donne incinte a tenere i figli, scoppia un caso nazionale. Se a Roma e altrove si piazzano cartelloni giudicati scorretti, vengono rimossi nel giro di poche ore. Se questa è la nostra democrazia, beh, forse non funziona proprio benissimo. E non per colpa di populisti e presunti fascisti.
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