2020-09-11
Smentita russa e sberla vaticana. Conte fa due figuracce in un giorno
Giuseppe Conte e Vladimir Putin (Marco Ravagli : Barcroft Media : Barcroft Media via Getty Images)
Prima Mosca lo gela sulla (da lui) annunciata commissione d'inchiesta Navalny: «Deve avere frainteso» Poi strali da Oltretevere per il disinteresse totale verso le scuole cattoliche. Giuseppi non può mentire a tutti...Le bugie hanno le rotelle corte, come quelle dei banchi fantasma. Ma dopo «la potenza di fuoco mai vista», Giuseppe Conte non ha mai smesso di raccontarle, anzi ci ha preso gusto. Ha notato che gli alleati del Pd annuiscono entusiasti, che Matteo Renzi gongola e che la gran parte dei media le rilancia come verità universali. La narrazione post-sovietica a colpi di dogmi funziona perfettamente in Italia ma in un solo giorno ha subìto due battute d'arresto proprio in luoghi dove certe pratiche sono note da secoli: la Russia e il Vaticano.Il premier ha fatto una doppietta da Cristiano Ronaldo in piena forma: quasi contemporaneamente ha fatto arrabbiare la Chiesa e Vladimir Putin, che ha impiegato un nanosecondo a smentire il Palazzo Chigi pensiero. Le due disfatte diplomatiche vanno raccontate, cominciando da quella che porta al Cremlino, quindi ai rapporti con uno dei Paesi chiave sullo scacchiere geopolitico. In un'intervista al Foglio, sollecitato sul caso di Aleksej Navalny, il presidente del Consiglio aveva assunto i consueti toni da Winston Churchill del Tavoliere e aveva sentenziato: «Il presidente Putin, con cui mi sento spesso, mi ha assicurato che la Russia è intenzionata a chiarire l'accaduto, mi ha anticipato che avrebbe costituito una commissione d'inchiesta e si è detto pronto a collaborare con le autorità tedesche». Poi, non soddisfatto, ha incollato tre righe di morale evergreen: «La collaborazione è la via migliore per scongiurare che questa drammatica vicenda possa incidere negativamente sui rapporti fra Unione Europea e Russia».L'annuncio aveva del clamoroso perché solo sotto effetto ipnotico un giocatore di poker come Putin si sarebbe lasciato scappare simili svolte politico-diplomatiche con il coinvolgimento diretto di un altro Stato sovrano non del tutto marginale come la Germania di Angela Merkel. Chiarire l'accaduto sul presunto avvelenamento del principale oppositore del regime, istituire una commissione d'inchiesta, aprire ai tedeschi che stanno curando il dissidente: roba che neanche Bill Clinton agli accordi di Camp David per la pace in Medio Oriente. Non sembrava vero, e infatti non lo è. Ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è stato costretto a rettificare tutto, con una certa gentilezza istituzionale per carità di patria altrui: «Non escludo che ci sia stato qualche malinteso», ha spiegato. Traduzione: il ragazzo ha frainteso. «Sicuramente è stato toccato il tema del paziente di Berlino e sicuramente il presidente Putin ha informato il suo collega italiano che le azioni preinvestigative sono in corso da un po' di tempo». Poi la stoccata: «Nessun procedimento penale in corso perché tutte le analisi degli esperti russi hanno mostrato l'assenza di sostanze tossiche». Senza voler entrare nel ginepraio della vicenda, c'è da cogliere l'educazione formale di Peskov, che dà un colpo di spugna ai vaneggiamenti di Conte evitando di fargli fare la figura del mitomane.Mentre Palazzo Chigi era intento a spargere una coltre di silenzio sulla smentita russa, ecco arrivare la circolare di fuoco della Congregazione per l'educazione cattolica del Vaticano. Tema: nonostante le promesse, l'helicopter money e la felice congiuntura politica (Conte e la Chiesa sembrano fatti l'uno per l'altra), le scuole cattoliche sono ancora senza un euro. La lettera vuole «porre l'accento sulla drammatica situazione di scuole e università cattoliche che, senza sostegno economico dello Stato, rischiano la chiusura o un radicale ridimensionamento. Queste istituzioni assicurano un servizio formativo e culturale di carattere pubblico a beneficio dell'intera comunità». La lettera, diffusa da Vatican News, sottolinea l'importanza del sostegno alla didattica cattolica. «L'ambiente fatto di persone che si incontrano interagendo in presenza, non costituisce un contesto accessorio all'attività educativa, ma la sostanza stessa di quel rapporto di scambio e di dialogo tra docenti e discenti, indispensabile per la formazione della persona e per la comprensione critica della realtà». Due sonori ceffoni: il primo per la dimenticanza delle private nell'erogazione dei fondi, il secondo per lo stucchevole minuetto sulla scuola a distanza all'infinito.Per Conte, che da sempre si percepisce come ufficiale di collegamento fra Movimento 5 stelle e Vaticano, è un pessimo segnale. Negli ultimi tempi il premier ha varcato tre volte le mura leonine, si accredita come difensore dei valori cattolici, è il referente laico dei gesuiti al comando in Santa Marta e dintorni. Ma non ha ancora sganciato un euro e sta mostrando un disinteresse nei confronti delle scuole cattoliche che in passato neppure l'ala postmarxista del Pd aveva osato immaginare. Il Cremlino e il Vaticano, due chiese contro. In un giorno solo.