2025-02-15
Sinner fa la smorzata con la Wada. Tre mesi di stop ma stagione salva
Nonostante la contaminazione infinitesimale, il numero 1 si accorda con l’agenzia antidoping: tornerà in tempo per gli Slam. Ma non aver lottato per affermare l’innocenza incendia le polemiche con gli avversari. Il caso Clostebol è ufficialmente chiuso. Con due mesi di anticipo rispetto alla data in cui il Tas di Losanna avrebbe dovuto giudicare la condotta di Jannik Sinner riguardo alla presunta violazione delle norme antidoping, in seguito alla doppia positività riscontrata a marzo dello scorso anno per la presenza dello steroide proibito nelle sue analisi, il tennista italiano ha raggiunto un’intesa con la Wada. L’Agenzia mondiale antidoping ha infatti comunicato la risoluzione del caso, in base alla quale il numero uno del ranking accetta un periodo di squalifica di tre mesi, e di aver ritirato il ricorso presentato alla Corte arbitrale dello sport lo scorso settembre, quando il tribunale indipendente dell’Itia si era espresso a favore del ventitreenne di Sesto Pusteria giudicando il suo comportamento privo di colpa o negligenza. «Wada riconosce che Sinner non aveva intenzione di imbrogliare e che l’assunzione di Clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di prestazioni, avvenendo a sua insaputa a causa della negligenza di alcuni membri del suo entourage. Considerando l’unicità dei fatti di questo caso, è stata ritenuta appropriata una sospensione di tre mesi». I tre mesi di ineleggibilità durante i quali Sinner dovrà stare lontano dai circuiti Atp sono scattati il 9 febbraio e termineranno allo scoccare della mezzanotte del 4 maggio, in virtù di un credito di quattro giorni già scontati quando era in sospensione provvisoria. Oltre a dover saltare i Master 1000 primaverili di Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, in base a quanto previsto dall’articolo 10.14.2 del codice, Jannik non potrà allenarsi fino al 13 aprile. «Questo caso pendeva su di me ormai da quasi un anno e il processo aveva ancora tempi lunghi, con una decisione che forse sarebbe arrivata solo alla fine dell’anno» ha spiegato Sinner. «Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra. Su questa base ho accettato l’offerta della Wada di risolvere il presente procedimento». Un accordo che cancella ogni tipo di incertezza nel futuro del campione italiano, sia per la stagione in corso, aperta con il trionfo agli Australian Open, sia per il prosieguo della carriera. La scelta di accettare tale soluzione che somiglia quasi a un patteggiamento e che rientra comunque in una fattispecie prevista dal regolamento, non va interpretata come un’ammissione di colpa, come qualcuno vuol far credere. Il tennista altoatesino ha semplicemente agito con il pragmatismo che lo contraddistingue e guardato in faccia la realtà, consapevole che di fronte al Tas avrebbe avuto poche chance di vincere, non perché avesse la coscienza sporca, ma perché certo della sua innocenza, come affermato per altro dalla Wada stessa che ha annunciato di essere al lavoro per cambiare le regole in materia che hanno di fatto costretto Sinner ad accettare un compromesso che gli consente di salvare la stagione, Slam inclusi, e di non perdere i punti e i titoli vinti fin qui. Una «scelta pratica» insomma, come l’ha definita Adriano Panatta.L’associazione dei giocatori rappresentata dalla sigla Ptpa, Professional tennis players association, ha emesso ieri un comunicato piuttosto duro: «Il sistema non è un sistema. È un club. La presunta discrezione caso per caso è, in realtà, una mera copertura per accordi su misura, trattamenti ingiusti e decisioni incoerenti. Non sono solo i risultati diversi per giocatori diversi. È la mancanza di trasparenza, di coerenza e di credibilità», si legge nella nota. «Questo pregiudizio è inaccettabile per tutti gli atleti e dimostra una profonda mancanza di rispetto per ogni sport e i suoi fan». Commenti di delusione sono giunti anche dai suoi colleghi-avversari, a partire dal grande accusatore Nick Kyrgios, che su X ha parlato di giorno triste per il tennis: «Ovviamente la squadra dei Sinners ha fatto tutto il possibile per andare semplicemente avanti, senza titoli persi, senza premi in denaro persi. L’equità nel tennis non esiste. Molti giocatori la pensano allo stesso modo». Anche Stan Wawrinka non ci sta: «Non credo più in uno sport pulito». Al post dello svizzero, in difesa di Sinner, ha risposto l’ex tennista spagnolo Feliciano Lopez: «Io invece ci credo, Stan. È assolutamente chiaro che Sinner non abbia fatto nulla per migliorare le sue prestazioni, è stato provato. Uno stop più lungo avrebbe reso lo sport più pulito? Io non lo penso». Dalla parte dell’azzurro si è schierato anche Sandro Donati. Secondo l’ex allenatore di Alex Schwazer, la Wada non è più credibile: «Sinner ha dimostrato grande equilibrio e tenuta nervosa. La Wada ha elevato la negligenza allo stesso livello di una positività, mentre la negligenza è tutta da dimostrare. Io conosco casi di positività di atleti che non avevano la minima idea di come erano stati contaminati, perché col Clostebol basta una stretta di mano». Soddisfatto dell’accordo Angelo Binaghi: «È la prima volta che una vergognosa ingiustizia ci rende felici perché il primo pensiero è per il ragazzo che vede finire un incubo» ha detto il presidente della Federazione italiana di tennis e padel. «Questo accordo tra le due parti certifica l’innocenza di Jannik, la sua assoluta non colpevolezza, e gli consente finalmente di rasserenarsi e pianificare il suo futuro». Un futuro che riprenderà dal Foro Italico il 7 maggio in occasione degli Internazionali di Roma, dove Sinner potrebbe presentarsi addirittura da numero uno, salvo miracoli sportivi compiuti da Carlos Alcaraz e Alexander Zverev.
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