2024-04-23
C’è bisogno d’una nuova festa:la liberazione dalle cretinate
Antonio Scurati (Getty Images)
Poteva mancare Roberto Saviano? Ovvio che no. L’imbucato speciale appena c’è un’occasione per parlare di sé non se la fa scappare, e dunque eccolo cogliere al balzo la polemica sulla cancellazione del monologo di Antonio Scurati, per dire che pure lui è un epurato di mamma Rai e sparare a zero sull’azienda pubblica che non gli offre più né programmi né ospitate. Del resto l’autore di Gomorra, che da tempo non riesce più a farsi notare e soprattutto a vendere copie, ha appena dato alle stampe un nuovo libro e dunque che cosa c’è di meglio di una autopromozione per lamentarsi di essere vittima di una censura?Ovviamente, di destra, ça va sans dire, perché altrimenti non si possono indossare i panni del partigiano. In Rai sono vietate opinioni o atteggiamenti che non siano politicamente corretti e non di rado scattano le sanzioni contro chi non si attiene al codice imposto dall’Usigrai, cioè dal sindacato interno, tutto di sinistra, o dai partiti, pure di sinistra, che da sempre a viale Mazzini la fanno da padroni. Ricordate il caso di Enrico Montesano di un anno e mezzo fa? Il comico a novembre del 2022 prese parte alle prove di una puntata di Ballando con le stelle indossando una maglietta con il motto della Decima Mas: «Memento audere semper». In Italia è vietato esibire una t-shirt che ricordi la flottiglia dei marines e dei sommozzatori in servizio nella Repubblica sociale? No, dato che neppure il saluto romano, come ha stabilito la Cassazione, è vietato, a meno che il gesto non si accompagni alla ricostituzione del partito fascista. Di certo mettersi una maglietta non è un atto penalmente rilevante. Per di più, come spiegò Montesano, lui è un collezionista di t-shirt: «Ho quella di Mao e dell’Urss, ma non per questo ne condivido il pensiero. Io con il nazifascismo e tutti i totalitarismi non c’entro nulla e li disprezzo profondamente». Parole che non impietosirono il comitato centrale che vigila sulla tv pubblica, che pretese l’immediato allontanamento del comico, non per essere comparso in tv inneggiando al fascismo, ma solo per aver partecipato alle prove con una maglietta nera. E che dire di Paolo Corsini, direttore degli approfondimenti Rai? Mesi fa osò partecipare a un evento organizzato da Fratelli d’Italia e per aver espresso le proprie opinioni politiche, criticando Elly Schlein, ne furono richieste le dimissioni. «Non si è mai visto un uomo del servizio pubblico che a un’iniziativa di partito si comporta da militante», tuonarono in coro Pd e 5 stelle. Uno scrittore che viene ingaggiato per sparare, con i soldi del servizio pubblico, sul presidente del Consiglio e comportarsi da militante invece si è visto.Ma sempre per restare all’aria di censura che secondo la sinistra tirerebbe dalle parti di viale Mazzini, forse occorre ricordare anche ciò che accadde mesi fa, nel programma condotto dall’ex presidente della tv di Stato Marcello Foa. Avendo invitato a Giù la maschera un medico che si era permesso di criticare l’operato dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, sia il Comitato di redazione che gli esponenti dell’opposizione attaccarono il conduttore a testa bassa, nonostante avesse semplicemente messo a confronto due opinioni, quella dello psicoterapeuta contrario al vaccino e quella dell’infettivologo Massimo Galli. La libertà di parola invocata per Scurati, e sollecitata da Saviano, infatti non vale per tutti, ma solo per quanti fanno propaganda per le tesi di sinistra. Due telecronisti della Rai, registrati a loro insaputa, durante i campionati mondiali di nuoto si fecero sfuggire alcuni commenti politicamente scorretti, tipo «fuma bene, fuma sano, fuma pakistano» e battute un po’ cretine, tipo «Gli uomini devono studiare sette note, le donne solo tre: Si, La, Do». Per i due il comitato centrale di Saxa Rubra ha ovviamente ottenuto l’avvio di una contestazione disciplinare. Ma nessuno, ovviamente, ha parlato di censura. A nessuno è venuto in mente di scomodare i sacri principi dell’articolo 21 né per Montesano né per Foa. Perché come il digiuno che va oggi tanto di moda, anche la libertà di parola è intermittente. Se i soggetti che ne fanno uso, a pagamento, sono Scurati e Saviano, ogni virgola eliminata è una censura. Se invece a parlare, gratis, a un convegno è un giornalista di centrodestra ma in servizio presso la Rai è un attentato alla Costituzione antifascista. In altre parole: se attacchi Meloni sei un eroe, se critichi Schlein invece sei solo un camerata da rimandare nelle fogne. Evviva il 25 aprile, festa della Liberazione. Ci auguriamo che ci liberi anche dalle cretinate.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.