2023-07-30
L’ecosinistra mente anche sui libri che legge
Massimo Recalcati (Getty Images)
Massimo Recalcati analizza il siparietto dell’attivista che ha pianto davanti al ministro e riscrive «La strada» di McCarthy: «I figli devono guidare i padri» per la salvezza del pianeta. Solo che nel capolavoro americano era il papà a indicare la via, e per salvare l’uomo.All’improvviso sembra che tutti siano preoccupati per il futuro delle giovani generazioni. L’intera stampa si commuove per la giovane Giorgia, che in favore di telecamera confessa di essere presa dell’ansia climatica e tra le lacrime sussurra «non so se mi sentirò di diventare madre», facendo addirittura commuovere il ministro Pichetto Fratin. In effetti appaiono piuttosto commossi anche politici e commentatori, i quali non possono tollerare l’ingiustizia, e cioè che una giovane donna non possa mettere al mondo dei figli per via del riscaldamento globale. Ergo tutti a prendersela con i feroci negazionisti, i fasci inquinatori che non vogliono mettere il cappotto termico alla villetta e dunque impediscono ai ragazzi e alle ragazze di riprodursi. Eppure qualcosa, al solito, non torna. A noi risultava infatti che sul fronte progressista non ci fosse poi tutto questo amore per la maternità. Anzi ci pareva che i governi tendenti a sinistra fossero molto più coinvolti dalle battaglie per il famigerato «diritto all’aborto», o dalle campagne per la diffusione della pillola abortiva. Anche perché, per decenni, la sinistra ha lottato per «liberare» le donne dal fardello della maternità, per «emanciparle» dalla famiglia patriarcale e dagli odiosi e piangenti pupi. Di più: uno dei capisaldi delle recenti teorie (pseudo) ecologiste è proprio la limitazione delle nascite. Meno bambini nascono, si ripete, meno emissioni ci saranno. Del resto, si sa, sul pianeta siamo in troppi. E allora da dove scaturisce tutto questo interesse per i possibili frutti del ventre della giovane ecoansiosa? Beh, probabilmente dal fatto che tutto fa brodo al fine di sostenere l’ideologia green, compreso il piagnucolio sulla maternità negata. E pazienza se ai trentenni già divenuti genitori la meravigliosa rivoluzione green renderà l’esistenza molto complicata, obbligandoli a spese notevoli, deprezzando le loro abitazioni e contribuendo a danneggiare il sistema economico nel suo complesso. A ben vedere, puzza d’ipocrisia l’intero discorso sul futuro in pericolo, soprattutto perché a portarlo avanti sono i portabandiera di un pensiero che ha spinto le masse a vivere in un presente continuo, sgretolando il passato, le tradizioni, le idee e le fedi. Particolarmente interessante, a tale proposito, è ciò che ha scritto ieri su Repubblica Massimo Recalcati, scomodando persino Cormac McCarthy e il suo capolavoro intitolato La strada. Dice l’analista (un tempo) più amato da Matteo Renzi che il problema di Giorgia e della sua generazione è quello di dare un senso alla propria esistenza. «Le vecchie generazioni», scrive, «hanno lasciato in eredità alle nuove una terra sfiancata, un orizzonte collassato, una precarietà senza prospettive. Il ritorno alla politica o alla spiritualità di alcuni tra i nostri figli segnala oggi il loro deciso rifiuto di farsi complici di questa eredità. Non a caso Lacan aveva associato la preghiera alla rivolta. Cosa hanno in comune? Il rifiuto dell’ordine delle cose già stabilito, della rassegnazione e la necessità di invocare un nuovo possibile orizzonte di vita, di non abituarsi all’offesa e all’ingiustizia».Secondo Recalcati, «la battaglia per l’ambiente, di fronte agli ostinati negazionismi di ogni genere, è la battaglia delle nuove generazioni. Esse, come fa il bambino protagonista de La strada, dovrebbero guidare i loro padri ad andare verso Sud, verso il mare, verso la vita, a non considerare la distruzione del mondo come il nostro solo destino possibile». In realtà, ne La strada è il padre a guidare il figlio, è lui a ricordargli che si deve avanzare nella terra desolata di eliotiana memoria per «portare il fuoco» e non lasciare che si estingua ciò che un tempo si chiamava umanità. McCarthy si preoccupa di salvare l’uomo, non «il pianeta». Si preoccupa della trasmissione, cioè di far continuare ad ardere il fuoco domestico che bruciava nelle antiche dimore, segno visibile del calore familiare. Insomma, ne La strada si trova una risposta alla devastazione causata dalle generazioni precedenti, la quale però è una catastrofe antropologica.Recalcati sembra ammettere che l’ambientalismo sia la nuova religione giovanile, un surrogato di altri valori e altre speranze, ovvero quei valori e quelle speranze che i maestrini del pensiero (per lo più «progressisti») hanno scientemente demolito nei decenni. Certo che i giovani non trovano il senso dell’esistenza: orde di intellettuali e falsi rivoluzionari glielo hanno distrutto, strappato, rubato da sotto al naso. In cambio, questi padri assenti e queste madri nolenti hanno rifilato ai loro figli (simbolici più che reali) paccottiglia artificiale, realtà posticce incollate con l’ideologia. Se la tua vita non ha senso, perché dovresti pensare di riprodursi e lasciare un retaggio? L’ansia della povera Giorgia - vera o artefatta che sia - non è il prodotto del negazionismo. È il capolavoro del progressismo, che non ha nemmeno il coraggio dei propri fallimenti.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.