
Iniziata ieri l’agitazione permanente proclamata dall’Usb, a Milano accampamenti davanti alla Scala. Nuovo monito di Landini per bloccare il Paese: «Se attaccano la Flotilla ci sarà uno sciopero generale».«Blocchiamo tutto». È questo il minaccioso messaggio che compare in alto sul sito Internet dell’Unione sindacale di base (Usb). Dopo lo sciopero generale di lunedì scorso, i sindacalisti dell’estrema sinistra hanno proclamato, a partire da ieri, «lo stato di agitazione permanente e l’occupazione di 100 piazze per Gaza». Il testo del comunicato - dove è possibile leggere «Israele» scritto tra virgolette o formule alate come «governo coloniale sionista» - è già tutto un programma. Così come è chiarissima la chiamata alla mobilitazione: «I nostri fratelli e le nostre sorelle che sono sulla Flotilla», scrive l’Usb, «stanno mettendo a repentaglio la loro incolumità per rompere l’assedio e per supportare la liberazione del popolo palestinese. Noi che siamo l’equipaggio di terra dobbiamo entrare in azione contro il sionismo». E il sionismo, viene specificato a lettere maiuscole, «si ferma con la resistenza». Al fianco dei sindacalisti partigiani si sono schierati anche Global movement for Gaza, il Movimento studenti palestinesi italiani, l’Unione democratica arabo-palestinese (Udap), l’Associazione dei palestinesi in Italia (Api) e la comunità palestinese d’Italia. E l’appello dell’Usb non è rimasto lettera morta. A Milano, per esempio, è iniziato ieri alle 21 il presidio permanente in piazza della Scala, promosso appunto nell’ambito della mobilitazione «100 piazze per Gaza». L’occupazione del luogo pubblico, peraltro, è stata annunciata da Pietro Cusimano, referente milanese dell’Usb, durante una conferenza stampa allestita presso il centro sociale Lambretta, ossia uno spazio gentilmente concesso agli antifascisti meneghini, per ben 18 anni, dall’amministrazione di Beppe Sala. «Ci hanno detto che domani c’è la Fashion week e che la piazza è occupata. Ma noi scenderemo comunque, in qualunque forma», ha dichiarato Cusimano. Che poi ha spiegato: «Moda e Palestina possono coesistere, anzi, la moda può fare un passo di lato e creare sinergia per accrescere la sensibilità sulla tragedia in corso». In effetti, ci mancavano proprio le modelle in passerella con kefiah e pugno alzato.Accanto a Milano, non poteva mancare Roma, dove all’appello dell’Usb ha risposto prontamente l’Arci capitolina. «Siamo in mobilitazione permanente ormai da mesi», ha affermato Vito Scalisi, presidente di Arci Roma. Che poi ha annunciato: «Ci saremo anche noi, giorno e notte con una nostra postazione, in piazza dei Cinquecento, là dov’è partito il grande sciopero generale e generalizzato del 22, portando i contenuti e le pratiche artistiche e politiche che vivono quotidianamente nei nostri circoli». Oltre alla denuncia delle «politiche di genocidio dello Stato di Israele», Scalisi ha aggiunto che «ci indigna, oggi più che mai, la complicità del governo italiano nella sistematica violazione del diritto internazionale da parte dello Stato sionista. Non ci sfugge la continuità di tutti i governi di Tel Aviv nella costruzione dell’apartheid e nella colonizzazione della Palestina, sappiamo tutti che non sarebbe stata possibile senza i finanziamenti Usa e le collusioni affaristiche delle “democrazie occidentali”. È per tutte queste ragioni che è il momento di bloccare tutto». Sempre nella Capitale, del resto, alle 17.30 di ieri l’Usb ha inaugurato la «prima assemblea di lavoratori» che ha aperto «piazza Gaza», sotto la statua di papa Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento. L’obiettivo è proseguire l’«agitazione permanente» fino alla manifestazione nazionale del 4 ottobre. L’ondata di proteste, peraltro, minaccia di estendersi a tutto lo Stivale. A Firenze, per esempio, l’Usb ha indetto per stamattina un «presidio permanente» in piazza Indipendenza «che durerà fino a domenica 28 alle ore 23.30». Se l’Usb ha già promesso l’occupazione a oltranza delle piazze, anche la Cgil si sta mobilitando. «Se ci dovesse essere un intervento dell’esercito israeliano che sequestra, blocca o arresta (la Flotilla, ndr), noi siamo pronti a reagire con la proclamazione dello sciopero generale, perché pensiamo che un’azione di quel genere lì del governo israeliano significhi confermare le porcherie che stanno facendo», ha dichiarato Maurizio Landini. Il segretario generale della Cgil, del resto, ha anche chiesto che, nei confronti del governo israeliano, l’Italia e tutti gli altri Stati europei «assumano le stesse sanzioni che hanno assunto nei confronti della Russia». Insomma, ha chiarito Landini, sostenere la Flotilla significa «non solo che devono arrivare gli aiuti, ma anche fermare l’invasione avviata da Israele, il genocidio, l’invio di armi, sospendere i rapporti commerciali ed economici con Israele». In caso contrario, ha minacciato il segretario della Cgil, i sindacati sono pronti ad altri scioperi. Infine ha replicato al ministro dell’Interno Piantedosi che si era detto preoccupato per una possibile escalation delle tensioni nelle piazze: «Deve essere lui il primo a prevenire l’infiltrazione dei violenti. Io vado in piazza a mani libere, senza maschere, con le bandiere, senza violenza. Non abbiamo avuto nessun problema a condannare quel che è accaduto a Milano».
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