2021-11-25
I Simpson tentano di risollevarsi con una trovata Lgbt fuori tempo massimo
True
Una nuova puntata del celebre cartoon di Matt Groening ammicca al pensiero dominante Lgbt, senza tuttavia il mordente che caratterizzò la serie negli anni Novanta. Quando il tema dell'omosessualità fu già affrontato con molta più raffinatezza e profondità.Il 20 settembre 1977, la quinta stagione di Happy Days si apre con un episodio in cui Arthur Fonzarelli, detto Fonzie, decide di saltare con un paio di sci d'acqua sopra a una gabbia con dentro uno squalo tigre. Da allora, l'espressione jumping the shark, «saltare lo squalo», viene usata nel gergo televisivo per indicare la trovata eccessiva e fuori luogo utilizzata dai produttori di una serie quando questa perde appeal. Da quando impera il politicamente corretto, tuttavia, saltare lo squalo è diventato più semplice: basta introdurre una sottotrama gay in un prodotto ormai esausto. È quello che hanno appena fatto i Simpson. Nella stagione numero 33, trasmessa ora negli Stati Uniti, precisamente nella puntata intitolata Portrait of a lackey on fire (in italiano Ritratto di un lacchè in fiamme), al centro della scena c'è l'assistente del signor Burns, il servile Waylon Smithers, protagonista di una storia d'amore con Michael De Graffl, miliardario e magnate della moda. Una ruffianata verso la sensibilità dominante che difficilmente risolleverà le sorti di uno dei prodotti più rivoluzionari della storia della tv e che, tuttavia, da molti anni ha perso del tutto credibilità presso la maggior parte dei fan. Gli appassionati, anzi, da tempo discutono su forum e gruppi dei confini della cosiddetta «golden era» della serie: c'è chi la circoscrive alle prime dieci serie, chi arriva sino alla quattordicesima. Dibattiti della fan base e gusti personali a parte, tutti sembrano comunque d'accordo sul fatto che da almeno una quindicina d'anni i Simpson hanno perso mordente, interesse, capacità di stare sul pezzo e di raccontare la propria epoca come avevano fatto, magistralmente, per tutti gli anni Novanta. La scelta di puntare sul tema gay, e di farla passare mediaticamente come una trovata rivoluzionaria, è peraltro particolarmente insensata agli occhi di chi conosca un po' la storia dei Simpson, cartoon che ospita da sempre momenti molto «progressisti» (sia pur su uno sfondo piuttosto conservatore, in realtà). Basti pensare che già nella seconda puntata della seconda stagione, andata in onda nel 1990, Karl, un misterioso assistente di Homer comparso unicamente in quell'episodio, a un certo punto bacia sulle labbra il capofamiglia dei Simpson. Si tratta del primo bacio tra uomini andato in onda sulla tv americana, ben un decennio prima di quello, giudicato a sua volta incredibilmente trasgressivo, andato in onda su Dawson's Creek. Nulla venne detto sull'orientamento sessuale di Karl, ma il messaggio passò piuttosto chiaramente. Ma il vero capolavoro dei Simpson sul tema omosex lo troviamo nell'ottava stagione. Nell'episodio 15, intitolato La fobia di Homer (in inglese Homer's Phobia, che suona simile a «homophobia») la famiglia gialla conosce John, un affabile negoziante che subito conquista la simpatia di Homer. Quando però quest'ultimo scopre che John è omosessuale, cambia immediatamente atteggiamento verso il nuovo amico e anzi si mette in testa di «salvare» il figlio Bart dall'influenza del pericoloso «degenerato». La puntata è ricca di gag che mettono in ridicolo le fissazioni da macho di Homer, ma è degno di nota come John appaia assolutamente sereno rispetto ai pregiudizi e alle gaffe del suo «avversario»: l'uomo non si mette a insegnare a Homer desinenze e pronomi «fluidi» e non cerca di cambiarne la mentalità, preferendo semmai riconquistare la sua simpatia con franchezza e generosità. E ancora: nell'episodio 17 della quattordicesima stagione, intitolato Due nuovi coinquilini per Homer (ma Three gays of the condo, nell'originale), Homer litiga con la moglie Marge e va a vivere in un appartamento con una coppia gay, ricevendo anche un bacio da uno dei due. Nella puntata 10 della sedicesima stagione, Homer si fa addirittura ordinare sacerdote via internet per iniziare a celebrare matrimoni omosessuali e Patty, la sorella di Marge, fa outing. Nell'episodio 17 della ventisettesima edizione è invece proprio Smithers a uscire definitivamente allo scoperto. Insomma, la puntata appena andata in onda negli Usa non va a sfatare alcun tabù in una serie che non ha mai avuto paura di raccontare il tema gay.La storia dell'assistente di Burns è peraltro eloquente. Accenni alla sua omosessualità punteggiano, fin dall'inizio, quasi tutta la serie. All'inizio sembra che egli sia solo innamorato del suo capo, ma man mano che la serie è andata avanti i riferimenti sono diventati più espliciti. Anche con qualche tocco scabroso: in una puntata lo si vede in fila, di notte, nella sala d'aspetto di un sordido medico, fra sbandati di ogni risma. Smithers è l'unico a non essere seduto ed è palesemente in imbarazzo: il contesto fa capire che si trovi lì per via di qualche pratica sessuale che non è andata a finire come doveva. In un'altra occasione, il commissario di polizia Winchester si rivolge a lui dicendo: «Smithers, se non l'ho arrestata quella volta nel parco non lo farò certo adesso». Anche qui, l'immaginazione riempie facilmente le parti non esplicitate. La personalità del personaggio – conformista, grigio, diligente, pignolo, dedito completamente al lavoro, esteticamente anonimo – rende del tutto plausibile il tema della «doppia vita». Non è certo da lui che ci si aspettano scelte anticonformiste e comportamenti controversi in pubblico. L'opacità sul suo orientamento, insomma, non è un espediente che maschera il poco coraggio degli sceneggiatori, ma ha una precisa funzione narrativa. Le gag sul suo personaggio sono tutte basate sugli equivoci e le allusioni che ne mettono in discussione la rispettabilità borghese. Trasformarlo in Dolce & Gabbana significa snaturarlo sull'altare di una ricerca di visibilità fuori tempo massimo.
Jose Mourinho (Getty Images)