2022-08-07
Sicilia, i furbi dell’Ue selezionano i migranti
Migranti all'hotspot di Lampedusa (Ansa)
La redistribuzione impostata da Bruxelles consentirà ai francesi di valutare ogni singolo extracomunitario e scegliere quali accogliere, in base alle competenze professionali. In questo modo Emmanuel Macron avrà forza lavoro, lasciando a noi tutti i reietti.Vi ricordate quando Angela Merkel fece bella figura con il mondo accogliendo i profughi siriani? L’industria tedesca aveva bisogno di manodopera specializzata a buon mercato e quella furbona della Cancelliera pensò di arruolarla fra le centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra. Fu una mossa geniale, che quasi le valse il premio Nobel della bontà. Agli occhi del pianeta passò come un leader misericordioso, pronto ad aprire le braccia accogliendo le famiglie che scappano da quell’aguzzino di Assad. La Lady di ferro si fece ritrarre anche con il ciglio umido, mentre si intratteneva con una ragazzina appena giunta in Germania e, com’era facile immaginare, la fotografia fece il giro delle redazioni. Con il senno di poi abbiamo scoperto che la Confindustria tedesca insisteva per avere una forza lavoro che le consentisse di non fermare le proprie catene di montaggio e, grazie alla mossa di Angela Merkel, le fu consentito di scegliere nel mazzo dei profughi quelli più adatti alla bisogna. Quanto fosse caritatevole l’atteggiamento della Cancelleria tedesca fu poi confermato qualche tempo dopo, ovvero il giorno in cui, spinta dalla stessa Germania, che si era presentata come generosa nei confronti di chi fuggiva dai bombardamenti, l’Europa offrì a Recep Tayyip Erdogan 6 miliardi per tenersi i profughi siriani, impedendo loro di raggiungere il confine tedesco. All’improvviso, il governo di Berlino si era infatti accorto che l’integrazione dei nuovi arrivati risultava difficile, al punto che a Capodanno in diverse città si erano registrati numerosi episodi di violenza contro le donne. E dunque, dalla politica delle porte aperte per necessità industriali, si passò in breve a quella delle porte chiuse per ragioni di sicurezza.Vi chiedete perché tiri fuori una storia vecchia di oltre un lustro, peraltro ora che Angela Merkel ha mollato le poltrone che contano? La risposta è semplice: mi domando se in materia di profughi l’Europa non stia cercando di fregarci come ha sempre fatto. Mi spiego. Qualche giorno fa abbiamo dato notizia di una proposta che per la prima volta dopo anni accoglierebbe la richiesta di redistribuzione dei migranti a prescindere dal luogo in cui questi sono sbarcati. In pratica, si tratterebbe di una revisione del famoso accordo di Dublino che per Bruxelles, fino all’altro ieri, era considerato imprescindibile. Per paura che in campagna elettorale Fratelli d’Italia e la Lega battano sul tema degli immigrati, la Ue avrebbe detto sì all’idea di smistare i profughi negli altri Paesi europei. Detta così parrebbe una vittoria e un concreto passo avanti per affrontare il nodo dell’invasione di extracomunitari in arrivo dall’Africa.Peccato che, come spesso capita quando c’è di mezzo la burocrazia europea, l’apertura nasconda un trucco molto simile a quello con cui si fece bella Angela Merkel. Infatti, i profughi non saranno redistribuiti secondo un principio semplicemente numerico, ma saranno assegnati a piacimento, ovvero gli altri Stati potranno scegliere il profugo che gradiscono. La Francia, per esempio, farà un esamino ai migranti per scoprire se sanno fare i cuochi, i camerieri o hanno altre attitudini di cui abbisogna il mercato del lavoro transalpino. In sintesi, i nostri cugini sceglieranno i migranti in base alle loro esigenze interne. Altro che liberté, égalité e fraternité, Parigi pensa solo agli affari suoi e vede i migranti non come persone da aiutare, ma come manodopera da impiegare per assecondare le richieste del proprio mercato del lavoro. Se il principio adottato dalla Francia sarà quello che adotteranno anche gli altri Paesi che si sono espressi in modo favorevole alla redistribuzione degli extracomunitari, c’è da immaginare che nei prossimi mesi vedremo calare nel nostro Paese delle commissioni d’esame a cui sarà demandata l’accettazione della richiesta di accoglienza.A qualcuno potrà apparire un principio sensato, ma a noi sembra solo un modo per lasciare all’Italia gli scarti. Se i migliori infatti se ne andranno, a noi resteranno i peggiori, ovvero coloro che non sono facilmente impiegabili, quelli che gli altri hanno scartato. Tanto per capirci, la Francia e il resto d’Europa si prenderanno la crème e qui resteranno i Kabobo, ovvero i pazzi con cui nessuno vuole avere a che fare. Bella solidarietà: questa sarebbe la fraternité?
Henry Winkler (Getty Images)
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
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