2018-04-11
Clamorosa retata di primari. La sanità lombarda è sotto inchiesta: indagato anche l'ex magistrato della giunta Maroni
Medici del Pini e del Galeazzi di Milano si sarebbero lasciati corrompere da un imprenditore, Tommaso Brenicci, che vantava il monopolio degli apparati ortopedici dei due ospedali. In alcuni casi avrebbero mentito ai pazienti, effettuando operazioni inutili.Il referente degli indagati era l'ex procuratore di Pavia Gustavo Cioppa, scelto da Maroni nel 2015 come sottosegretario alla presidenza per la legalità e la trasparenza proprio in ambito sanitario. Peccato che proprio il figlio dell'ex magistrato ricevesse consulenze come avvocato dall' ospedale.L'inchiesta nata dopo quella su Norberto Confalonieri nel 2017 rinviato a giudizio per la presunta sponsorizzazione di protesi in cambio di tangenti e sospetti danni fisici su tre pazienti.Lo speciale contiene tre articoli«Il magistrato Cioppa mi aiuterà come sottosegretario alla Presidenza, collaborerà con me e mi aiuterà con la sua esperienza in tutte le cose che faccio, in particolare nella sanità, perché voglio garantire l'attuazione della riforma, voglio garantire entro fine anno le nuove nomine e voglio garantire che le nuove strutture della sanità lombarda sul territorio possano partire con persone competenti, oneste e capaci e che sappiano interpretare al meglio il nuovo modello organizzativo». Parlava così l'ex governatore Roberto Maroni quando il 23 ottobre del 2015 nominò Gustavo Cioppa come sottosegretario alla trasparenza e alla legalità di regione Lombardia. A distanza di tre anni l'ex procuratore uscente di Pavia, dove ha lavorato per sette anni, finisce indagato per favoreggiamento e abuso d'ufficio nell'ultima inchiesta sulla sanità lombarda, con un giro d'affari di 5milioni di euro e tangenti per quasi mezzo milione. Cioppa, secondo gli inquirenti, era una sorta di referente e portavoce negli ambienti regionali degli interessi di Giorgio Maria Calori, il responsabile dell'unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa del Gaetano Pini, professore a contratto all'università di Milano dal 2002. L'imprenditore Tommaso Brenicci, titolare di società come Absool medica srl, Orbital High Tecnologies srl, Eon Medica srl , tutte impegnate nella vendita all'ingrosso di materiale ortopedico, sapeva di avere una corsia preferenziale sul Pini. E Cioppa gli poteva dare una mano. Anche perché il figlio del magistrato, Carlo Gustavo, avvocato, risulta aver percepito direttamente dal Pini compensi pari 33.000 mila euro nel 2013 e 11.000 nel 2014. Non solo. Nel 2013 e 2014, poi, risultano erogati sempre dall'ospedale fiore all'occhiello dell'ortopedia milanese, circa 57.000 euro a favore dello Studio Legale Cioppa di cui proprio Carlo è rappresentante legale. E' un finale amaro per la giunta Maroni, da poco uscente e sostituita dal nuovo presidente Attilio Fontana, perché Cioppa era stato nominato in regione dopo l'arresto del vicepresidente e ex assessore alla Sanità Mario Mantovani. I reati andavano dall'abuso di ufficio alla turbativa d'asta fino a corruzione e concussione. Finì indagato anche l'ormai ex assessore al Bilancio Massimo Garavaglia. Il processo è ancora in corso. Ma non è stato l'unico scandalo in regione dell'ex giunta, perché sempre sulla sanità cascò Fabio Rizzi, ex presidente della commissione sanità di Regione Lombardia, firmatario della famosa riforma, finito indagato nell'operazione Smile, quella di «Lady Dentiera» Maria Paola Canegrati: gli indagati furono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta e riciclaggio. Rizzi patteggiò cinque mesi dopo, ammettendo le proprie responsabilità. Il Tribunale di Monza lo ha condannato a scontare due anni e sei mesi per corruzione. Non solo. Il 22 marzo scorso il pm Eugenio Fusco, lo stesso che ha indagato sull'inchiesta delle protesi ortopediche al Gaetano Pini, ha chiesto due anni e sei mesi per Maroni, accusato di aver esercitato pressioni per far ottenere un viaggio a Tokyo e un contratto di lavoro a Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio, due donne già collaboratrici ai tempi del ministero dell'Interno. Maroni ha già detto di essere «tranquillo. Le accuse formulate contro di me sono ridicole». Nei prossimi mesi si avrà la sentenza.20180410201850154.pdf20180410201927906.pdf<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sgominata-la-banda-dei-primari-svenduti-in-cambio-di-soldi-e-regali-2558760983.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-clamorosa-retata-dei-primari-si-sono-svenduti-per-soldi-e-regali" data-post-id="2558760983" data-published-at="1758047757" data-use-pagination="False"> La clamorosa retata dei primari. «Si sono svenduti per soldi e regali» Nei più importanti ospedali di Milano specializzati in ortopedia, Galeazzi e Gaetano Pini, c'era una corsia privilegiata per l'imprenditore Tommaso Brenicci, specializzato con le sue società nel settore «del commercio all'ingrosso di articoli medicali ed ortopedici». Brenicci aveva il monopolio su protesi ortopediche e apparecchiature grazie alle tangenti che avrebbe versato ai direttori sanitari, con la copertura a livello di Regione Lombardia del sottosegretario alla presidenza Gustavo Cioppa, ex magistrato, scelto dall'ex governatore leghista Roberto Maroni nel 2015 proprio per difendere legalità e trasparenza nella sanità lombarda. È solo all'inizio l'inchiesta dei procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella della Procura di Milano, ma secondo gli inquirenti potrebbe portare a nuovi colpi di scena nelle prossime settimane, dopo gli interrogatori di garanzia. Ieri i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno arrestato Paola Navone, Giorgio Maria Calori e Carmine Cucciniello dell'Istituto Ortopedico Pini: la prima direttore sanitario, il secondo responsabile dell'unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa e il terzo direttore dell'Unità di ortopedia correttiva. Per il Galeazzi finiscono ai domiciliari Lorenzo Drago, direttore laboratorio analisi e professore di Microbiologia all'università di Milano, e Carlo Luca Romanò, responsabile di chirurgia ricostruttiva. L'unico in carcere è Brenicci. Sono tutti accusati di corruzione. Cioppa invece è indagato per favoreggiamento e abuso d'ufficio. La rete di di Brenicci «Il Pini è l'ospedale più facile del mondo, perché non ci sono gare. Se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè tutto è libero, tutto libero». Agli atti dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Teresa De Pascale c'è un'intercettazione di Brenicci che fotografa come funzionava il sistema con cui l'imprenditore nato a Milano e residente a Segrate era riuscito a entrare in due ospedali modello della Lombardia. Secondo le indagini solo il Pini garantiva mediamente il 59% dei ricavi ottenuti negli ultimi anni dal gruppo di Brenicci. Titolare di partecipazioni in Absool Medica, Bio Core, Eon Medica, Kubik, Medical Srl, 41 Srl e Orbital High Technologies, l'imprenditore milanese aveva un modus operandi ormai rodato, secondo gli inquirenti, «alimentato da uno scambio reciproco di favori tra pubblici ufficiali e privato». Nello specifico, si legge, «in un ambito dove non si percorrono i canali ordinari nei rapporti con le autorità, ma si percorrono vie preferenziali, aggirando, eludendo e violando normative e procedure amministrative, all'interno del quale finisce per svendersi completamente la funzione pubblica, a vantaggio esclusivo degli interessi economici e personali, da un lato, del pubblico ufficiale corrotto e, dall'altro lato, del privato corruttore, in totale dispregio dei doveri di fedeltà, imparzialità e di perseguimento esclusivo degli interessi pubblici». Giri di favori I vantaggi conseguiti dai medici indagati e dal personale sanitario sono di tutti i tipi, non solo economici. Il pagamento di mazzette avveniva tramite borse di Louis Vuitton alla figlia di Calori o persino soldi a Matteo Cucciniello, figlio direttore dell'Unità di ortopedia correttiva del Gaetano Pini. Secondo i magistrati siamo di fronte «a una svendita della pubblica funzione per il proprio tornaconto personale». Calori, per esempio, riceveva compensi attraverso le società di Brenicci persino all'estero: ci sono 128.000 sterline perché socio della Its Limited di Londra. Del resto, tra il 2012 e il 2017 il Gaetano Pini avrebbe acquistato prodotti per 5 milioni e 627.000 euro, suddivisi negli anni tra tutte le società dell'imprenditore arrestato. Calori avrebbe intascato in totale 206.650 euro, Cucciniello 81.000. Non solo. Calori si era assicurato anche grazie a Brenicci interviste televisive per aumentare il suo prestigio personale, in Rai, su Antenna 3 e Telelombardia. Inoltre, sempre Calori avrebbe parlato con un «facoltoso paziente» dell'esistenza «di una grave infezione» che, se non curata, avrebbe portato «all'amputazione di un piede». L'obiettivo del medico era «manifestare la necessità di procedere ad un'operazione» in una clinica di Milano dove lui «operava privatamente». L'infezione, in realtà, non c'era. Cucciniello, intercettato nel corso delle indagini definisce il collega di reparto «un delinquente vero».Agganci al Pirellone Il sistema si rende poi protagonista di un altro filone investigativo sulla approvazione di un protocollo di intesa sulle infezioni dell'apparato osteoarticolare denominato «Domino», approvato dalla giunta di Regione Lombardia. L'interesse degli indagati era quello di accreditare l'unità operativa di Calori come punto di riferimento regionale per «canalizzare» i pazienti verso il Pini. Per farlo gli indagati - tra cui la Navone, che in una puntata di Porta a Porta dopo l'arresto di Norberto Confalonieri, di cui riferiamo nell'articolo qui sotto, aveva detto di voler «attuare il piano anticorruzione» - si erano subito attivati su Cioppa che aveva un rapporto molto stretto con il Pini: il figlio Carlo, avvocato, aveva ricevuto compensi fino a 54.000 euro per consulenze legali proprio dalla stessa struttura ospedaliera. Gli indagati chiedevano a Cioppa «di intercedere presso l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, e al direttore generale, Giovanni «Jonny» Daverio, al fine di ottenere l'approvazione al progetto che accredita l'unità di Calori come polo regionale di riferimento per il trattamento delle infezioni articolari». Daverio è noto perché uno dei musicisti dei Distretto 51, la storica band musicale dell'ex governatore Maroni. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sgominata-la-banda-dei-primari-svenduti-in-cambio-di-soldi-e-regali-2558760983.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="la-ricaduta-degli-ospedali-milanesi" data-post-id="2558760983" data-published-at="1758047757" data-use-pagination="False"> La ricaduta degli ospedali milanesi Ha radici profonde l'inchiesta - di cui riferiamo nell'articolo qui sopra - che ieri ha portato agli arresti domiciliari per corruzione due primari del Pini di Milano, due del Galeazzi e un direttore sanitario. L'indagine nasce da quella che, esattamente un anno fa, aveva portato agli arresti domiciliari Norberto Confalonieri (oggi libero), noto ortopedico anche lui, all'epoca primario del Pini Cto. Lo scorso 18 marzo Confalonieri è stato mandato a processo per la vicenda della presunta sponsorizzazione di protesi in cambio di tangenti e sospetti danni fisici su tre pazienti. Quello che il medico aveva messo in piedi, secondo l'accusa, era un vero e proprio sistema che mirava a incrementare i guadagni di due multinazionali fornitrici di presidi medici, grazie al numero delle protesi impiantate e in cambio di benefit e favori. Il il prossimo 6 giugno, insieme a un dipendente e a un agente di commercio delle multinazionali, Confalonieri dovrà rispondere delle accuse di corruzione e (soltanto lui) anche di lesioni.L'inchiesta sull'allora primario di ortopedia, considerato un pioniere degli interventi con tecnica computer assistita, aveva suscitato grande scalpore soprattutto per le intercettazioni a carico del medico, in una delle quali Confalonieri sosteneva senza pudore di aver operato al femore a un'anziana paziente usando una tecnica «per allenarsi». Secondo gli inquirenti ci sarebbero 62 casi sospetti nei quali il medico potrebbe essere intervenuto con impianto di protesi senza effettiva necessità o sottovalutando i rischi. «Non gli rimane che operare le renne», dicevano di lui i colleghi vista la sua spiccata propensione all'intervento. Sempre secondo gli inquirenti il medico avrebbe anche messo in piedi un circolo vizioso tra sanità pubblica e privata. Le indagini si erano infatti incentrate sui danni fisici subiti da almeno tre pazienti operati alle ginocchia nella clinica San Camillo di Milano (dove il medico lavorava in regime privato), che successivamente, viste le complicazioni, sarebbero stati poi nuovamente operati al Pini in regime pubblico. L'ex primario ha sempre negato tutte le accuse sostenendo che le intercettazioni erano state distorte ed estrapolate da contesti diversi. Ieri però agli arresti domiciliari è finita anche Paola Navone, direttore sanitario del Pini, che subito dopo l'arresto del professor Confalonieri, partecipando alla trasmissione televisiva Porta a Porta, aveva garantito l'avvio immediato di un «piano anticorruzione all'interno dell'istituto».Alessia Pedrielli
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.